giovedì, Gennaio 16, 2025
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Banche italiane sempre più ricche: le semestrali vanno a gonfie vele

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Monte Paschi banche Italia
Foto Ansa/Matteo Bazzi

In un contesto di crisi economica per molti cittadini, le banche italiane non sembrano avere grossi problemi. Anzi: le semestrali segnano bilanci da record. Nei primi 6 mesi del 2024 i primi sei gruppi bancari italiani vanno a gonfie vele. Intesa Sanpaolo, UniCredit, Banco Bpm, Bper, Monte dei Paschi e Credem sembrano inarrestabili.

Il risultato complessivo è di 35 miliardi di euro per i ricavi e di utili netti a due cifre che toccano quasi i 13 miliardi. I dati sono del sindacato bancario Fabi elaborati dall’Adnkronos. A ingrassare il conto economico delle banche non è la sola crescita del ‘fatturato’, ma anche un’attenta gestione dei costi che, affiancata a una robusta patrimonializzazione, rende il sistema attraente nella galassia finanziaria europea. Attenta gestione dei costi in realtà è quasi un neologismo, perché implica anche taglio dei posti di lavoro, persone licenziate o messe in mobilità, e chiusura progressiva degli sportelli al pubblico.

La situazione delle banche

Il contributo dei tassi di interesse estremamente positivi, molto favorevole al sistema nel corso degli ultimi anni, non è la sola leva economica di cui ha beneficiato il sistema. Rispetto allo stesso periodo del 2023, i ricavi dei primi sei gruppi sono in crescita del 9% circa, superando quasi la cifra di 35 miliardi di euro, con una variazione positiva di circa 3 miliardi.

I ricavi da commissione

A rendere florida la voce delle entrate non sono i soli ricavi da tassi di interesse, che passano da 18,3 miliardi di euro a fine giugno 2023 a 20,2 miliardi di euro nei primi sei mesi del 2024 (+11%), ma anche la parte commissionale. Così come gli altri proventi che crescono rispettivamente del 6,5% e del 3,9%.

Se i ricavi da commissioni toccavano quota 11,2 miliardi nei primi sei mesi del 2023, le banche accumulano ben 11,9 miliardi di euro nel 2024 attingendo dalle attività non strettamente creditizie. Se a ciò si aggiunge il compenso complessivo della gestione delle attività finanziarie, che passano da 2,6 miliardi di euro a giugno del 2023 a 2,7 miliardi di euro nello stesso periodo del 2024, il conto economico delle banche è ben solido per coprire una scarsa crescita dei costi.

Costi e utili per le banche

In tutto, i costi per le banche aumentano in un anno di circa il 2,4%. E passano da 13,9 miliardi dello stesso periodo dello scorso, a 14,2 miliardi di euro nei primi sei mesi dell’anno in corso. Una crescita al di sotto del mezzo miliardo di euro. Gli utili complessivi incassati dai primi grandi gruppi sfiorano quota 13 miliardi a giugno 2024, con una crescita raddoppiata rispetto a quella dei ricavi e pari al 19,5%. Sull’ammontare totale, il grosso del guadagno è quello dei primi tre gruppi ma gli altri seguono a ruota, con risultati altrettanto positivi e con una crescita media del 7,1%.

I numeri emersi dalle semestrali 2024 dei sei principali gruppi bancari italiani che fanno seguito a un 2023 altrettanto ‘d’oro’ restituiscono una fotografia ben chiara. Ovvero che gli istituti di credito sono ben posizionati per difendersi dall’inversione della politica monetaria. Una politica già peraltro avviata. E questo può accadere in virtù di uno stato di benessere del settore che favorisce anche il soddisfacimento dei bisogni di famiglie e imprese e sostiene la crescita dell’economia.

 

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Giappone, Invest in Italy: il Tour Mondiale Vespucci

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Vespucci, la nave dell'Invest in Italy
Foto X @sole24ore

Si è tenuto a Tokyo, capitale del Giappone, l’evento ‘Invest in Italy: where innovating is tradition’. Si è trattato di un incontro nell’ambito del Tour Mondiale di Nave Amerigo Vespucci tramite il quale il ministero del Made in Italy (Mimit), guidato da Adolfo Urso, ha presentato prospettive e credenziali dell’Italia. L’obiettivo è stato quello di presentare un’attrattiva per la società e la cultura nipponica, al fine di convogliare interesse, progetti ed investimenti economici e finanziari verso il nostro Paese.

Al roundtable del 28 agosto hanno partecipato, per parte italiana, il viceministro Valentino Valentini, l’Ambasciatore d’Italia in Giappone Gianluigi Benedetti, il Commissario Generale per l’Italia a Expo 2025 Mario Vattani e il Capo Dipartimento Imprese e coordinatore dello Sportello Unico attrazione investimenti esteri del governo italiano, Amedeo Teti. Lo comunica il ministero in una nota.

Giappone una terra “amica”

La delegazione giapponese era guidata dal viceministro del Meti Nobuhiro Yoshida e hanno partecipato ai lavori rappresentanti di alcune società nipponiche, presenti con importanti investimenti in Italia. Fra queste: Denso, Ebara, Hitachi, Ihi, Marelli Holdings, Marubeni, Mitsui, Mitsubishi, Nippon Sanso Holdings, Ntt Data Group, Shionogi.

Durante l’evento di presentazione di ‘Invest in Italy‘ gli stakeholder del Giappone hanno potuto in primo luogo analizzare le nuove opportunità di investimento in Italia. Per altro in questa fase cruciale di trasformazione industriale e tecnologica verso un’economia sostenibile e digitalizzata.

Al tempo stesso hanno potuto apprezzare l’attività del nuovo Sportello Unico ‘Invest in Italy‘. Che rappresenta l’interfaccia singola a livello nazionale per gli investitori esteri che li accompagna e li supporta in tutti gli adempimenti e le pratiche utili alla concreta realizzazione dell’investimento. Le relazioni bilaterali tra Italia e Giappone, ricorda la nota del Mimit, si sono intensificate significativamente negli ultimi anni. Oggi si contano 557 investimenti diretti giapponesi in Italia che impiegano oltre 58mila dipendenti e generano un fatturato complessivo di oltre 31 miliardi di euro.

Cosenza, i giapponesi portano 500 posti di lavoro

In occasione dell’evento, Ntt Data, multinazionale giapponese che si occupa di system integration, ha annunciato un nuovo investimento in Italia per la costruzione del suo nuovo Polo a Cosenza, che vedrà occupate oltre 500 persone. L’investimento si rivela di importanza strategica per il gruppo perché legato allo sviluppo delle attività in essere a supporto dei clienti. E anche di un nuovo Lab sull’Intelligenza Artificiale, connesso all’ambizioso progetto Ai Metamorphosis. Che si pone l’obiettivo di guidare le aziende in una evoluzione che ne impatta l’intera organizzazione.

Il settore AI in Italia

Il Giappone è un Paese all’avanguardia sui software di Intelligenza Artificiale. E non ha caso le sue aziende scelgono l’Italia. Da noi, infatti, secondo l’Osservatorio Artificial Intelligence del Politecnico di Milano, il mercato dell’AI è in forte crescita. Si considera che ci sia stato nel 2023, lo scorso anno, un aumento del 52% del fatturato. Un valore che ha raggiunto quota 760 milioni di euro. Il programma AI Metamorphosis nasce internamente in NTT DATA Italia, per poi essere lanciato sul mercato con l’obiettivo di accompagnare le grandi organizzazioni italiane in quest’evoluzione abilitata dall’AI dopo aver testato, sperimentato, sviluppato le competenze e le soluzioni da offrire ai clienti.

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Commissione Ue, l’Italia indica Fitto quale candidato commissario

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Fitto Roma candidato commissario Ue
Raffaele Fitto. Foto Ansa/Angelo Carconi

In Consiglio dei ministri, il 30 agosto, Giorgia Meloni ha confermato che sarà Raffaele Fitto il candidato commissario europeo indicato dal suo esecutivo. E ha spiegato di non aver motivo di dubitare che all’Italia sarà riservato “un ruolo adeguato” nella nuova squadra di Ursula von der Leyen, “nonostante molti italiani che tifano contro”.

Ma mentre nella sala scatta l’applauso per il ministro, va in scena il cortocircuito sul comunicato stampa congiunto del Centrodestra. Con la Lega che trasmette (“per errore” assicura il suo ufficio stampa) un testo con un passaggio diverso sull’Ucraina, di fatto insidiando il tentativo di mostrare compattezza dopo il vertice di tre ore fra i leader concluso poco prima.

Il Consiglio dei ministri

Nella riunione ristretta, la premier, Matteo Salvini, Antonio Tajani e Maurizio Lupi rinnovano il “patto di coalizione, garanzia di efficacia e concretezza dell’azione di Governo“. Portare a compimento le riforme, attuare il “programma votato dai cittadini“, una legge di bilancio “seria ed equilibrata” che “confermerà alcune priorità come la riduzione delle tasse, il sostegno a giovani, famiglie e natalità, e interventi per le imprese che assumono“. Sono questi gli impegni snocciolati, con la garanzia di “totale sintonia su tutti i dossier, a partire dalla politica estera“.

Al di là del giallo del passaggio sull’Ucraina, nel comunicato non si fa riferimento ai temi che creano fibrillazioni nel Centrodestra, e su cui non è mancato il confronto nel vertice. Ovvero balneari, nomine Rai, pensioni o cittadinanza, su cui FI conferma l’intenzione di presentare una proposta organica. E nemmeno le Regionali, con la maggioranza che prepara una serie di sondaggi sulla candidatura migliore per la Liguria, e il governo che “raccomanda” alle Regioni un election day autunnale.

Chiuso il vertice, il Cdm è aperto da una lunga introduzione di Meloni. Parte dall’indicazione di Fitto, anticipata poco prima al telefono ai leader delle opposizioni. La partita a Bruxelles non è chiusa, e Meloni (che sabato prossimo volerà a Parigi per le Paralimpiadi, dopo l’intervento a Cernobbio) insiste per una vicepresidenza esecutiva.

Fitto e le concessioni balneari

Non è una questione di “simpatia o antipatia verso il nostro Governo“. All’Italia spetta in quanto “nazione fondatrice, seconda manifattura e terza economia europea, terzo Stato membro per popolazione, con primati in tantissimi campi“. L’Italia, inoltre, “oggi può contare anche su una ritrovata stabilità politica e una solidità economica che pochi altri hanno nel resto d’Europa“.

Raffaele Fitto ha un’ultima missione a Roma: la riforma delle concessioni balneari. Si rischia di scontentare gli imprenditori, è il tenore del ragionamento condiviso dalla premier e dal ministro. Tuttavia o ci si adegua adesso alla direttiva europea (magari con indennizzi e prelazioni) o poi arriva la sentenza della Corte di giustizia. E allora partono subito le gare in regime di libera concorrenza europea. Potrebbe bastare una decina di giorni per un sfornare un decreto ad hoc. Invece la nuova gestione del PNRR post Fitto si definirà più avanti. Ogni soluzione è aperta: dall’interim di Meloni allo spacchettamento delle deleghe, anche se continuano sullo sfondo voci di un rimpasto a novembre.

 

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Diritto globale necessario per tutti: disconnessione dal lavoro

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Diritto alla disconnessione
Lavoro da casa @Foto Crediti Envato Elements - DirittoLavoro

In Australia è stato introdotto il diritto alla disconnessione per tutelare il tempo libero dei lavoratori fuori dall’orario di lavoro.

L’Australia ha introdotto il diritto alla disconnessione unendosi a paesi quali Francia, Spagna, Belgio, Argentina e Messico. La misura è atta a tutelare il tempo libero dei lavoratori. In sostanza, i dipendenti possono ignorare mail e chiamate di lavoro se fuori dall’orario di lavoro, senza dover temere alcuna forma di ripercussione. La nuova legge è entrata in vigore il 26 agosto e mira a ridurre anche il rischio di burnout.

Dettagli sul diritto alla disconnessione nel mondo

Con l’introduzione della nuova legge sul diritto alla disconnessione, l’Australia si unisce ad un numero sempre più alto di paesi che intendono regolamentare in maniera più chiara i diritti dei lavoratori. Il fenomeno è nato in Francia nel 2017 con la Loi Travail. Quest’ultima ha stabilito, per prima, che i dipendenti non dovessero essere costretti a rispondere a richieste lavorative fuori orario. A seguire la Francia sono stati, presto, l’Italia con la legge 81/2017, la Spagna nel 2018, e il Belgio nel 2022. E come dimostra il recente caso dell’Australia, anche fuori dall’Europa altri paesi stanno iniziando a riconoscere questo diritto comprendendone l’importanza.

La pandemia da Covid-19, difatti, ha contribuito a stringere il confine tra vita privata e lavoro. Pertanto questo diritto, ad oggi, sembra farsi sempre più fondamentale per ristabilire un equilibrio importante. In particolare, uno studio dell’Australia Institute ha dimostrato che nel 2023 i lavoratori australiani hanno accumulato in media 281 ore di straordinari non pagati, a dimostrazione di quanto il lavoro sia diventato ‘invadente’ della vita privata. A tal proposito, la nuova normativa stabilisce che la violazione di questo diritto possa comportare multe fino a 19mila dollari australiani (circa 12.000 euro) per il dipendente e fino a 94.000 (circa 57.000 euro) per l’azienda.

Criticità ed esigenza fondamentale per tutti

Volendo rivolgere uno sguardo più preciso verso l’Italia, è interessante sapere che nel nostro Paese il primo riferimento al diritto alla disconnessione è stato introdotto con la Legge n. 81 del 22 maggio 2017, che disciplina il lavoro agile. L’art. 19 specifica che gli accordi di smart working tra dipendete e azienda devono includere un riferimento al riposo del lavoratore e ad altre misure per garantire la disconnessione dagli strumenti tecnologici a casa. Tuttavia, la Legge citata non stabilisce ancora un tempo di disconnessione garantito e uguale per tutti i lavoratori.

Ad onor del vero, è bene specificare che, anche in Australia, il diritto alla disconnessione ha sollevato alcune perplessità. In merito, l’Australian Industry Group, rappresentante dei datori di lavoro, ha espresso riserve sulla nuova legge, descrivendola come “affrettata, mal concepita e confusa“. In sostanza il timore è che questo diritto possa andare a compromettere la flessibilità nel lavoro e, di conseguenza, rallentare l’economia. A tal proposito, la Fair Work Commission stabilirà, caso per caso, quando un rifiuto di rispondere si presenti in modo ragionevole. In definitiva, nonostante le possibilità criticità, l’auspicio è questo diritto possa estendersi in tutti gli altri paesi e a livello globale riconoscendolo come diritto fondamentale per ogni lavoratore.

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Smartphone, è l’era di quelli “intelligenti”: ascoltano e parlano. Che fine fa la riservatezza?

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Smartphone intelligenti ultima generazione
Foto Ansa/Epa

Gli smartphone non sono semplici telefonini evoluti. Ma veri e propri computer tascabili che hanno determinato una mutazione antropologica, secondo molti osservatori, nei comportamenti e nell’attitudine umana. 

Non è difficile ricordare i primi modelli di smartphone. Erano ingombranti, con schermi piccoli e limitate funzionalità. Ora, con schermi ad alta definizione, fotocamere dalla qualità pari a quella di una reflex e processori potenti, questi dispositivi ci consentono di fare molto di più che semplici chiamate. La sensazione di avere tutto a portata di mano, attraverso app diverse, ha cambiato il nostro approccio all’informazione e alla comunicazione.

Smartphone intelligenti?

Adesso però i devices sono entrati nell’era dell’Intelligenza Artificiale. E gli smartphone di oggi si stanno evolvendo per ascoltare, parlare e interagire con noi. Secondo modalità che un tempo sembravano impossibili. Funzionalità come il riconoscimento vocale e l’assistente personale virtuale sono solo alcuni dei passi che ci portano verso un’era in cui i nostri dispositivi non saranno più solo strumenti, ma veri e propri membri della nostra quotidianità.

Tuttavia assieme a questa evoluzione avanza anche una serie di timori. Qualcuno potrebbe sentirsi sopraffatto dall’idea che i propri dispositivi sappiano così tanto su di noi e possano ascoltare in qualsiasi momento. Con l’avvento degli smartphone che ascoltano e comunicano in modo sempre più sofisticato, ci troviamo di fronte a una vera e propria rivoluzione. Non si tratta solo di un progresso tecnico, ma di un cambiamento profondo nelle dinamiche delle nostre interazioni quotidiane. Questi dispositivi, dotati di microfoni sensibili e tecnologie avanzate di riconoscimento vocale, sono in grado di percepire i nostri comandi vocali e rispondere in maniera quasi umana.

Un telefono che ascolta e risponde

Immaginate di parlare con il vostro smartphone come se fosse un amico fidato. Vi basta semplicemente rivolgergli una domanda a voce e il dispositivo è pronto a fornirvi una risposta dettagliata. Questa interazione non solo semplifica le nostre vite, ma offre anche una connessione più immediata e personale con la tecnologia.

Ma come ci sentiamo realmente riguardo a questa opportunità di comunicazione? Molti di noi possono provare una sensazione di meraviglia di fronte a queste capacità. Tuttavia, è altrettanto possibile che sorgano timori. L’idea che il nostro dispositivo possa “ascoltarci” in qualsiasi momento può generare un certo disagio, così come la consapevolezza che le conversazioni possano essere potenzialmente registrate o analizzate.

Le caratteristiche dei nuovi smartphone

È fondamentale comprendere che gran parte delle funzionalità avanzate degli smartphone sono progettate per servire il nostro benessere. Gli assistenti virtuali possono aiutarci nella gestione delle attività quotidiane, fornendo promemoria e risposte rapide alle domande più frequenti. Questo solo ci permette di liberare tempo prezioso per dedicarci ad attività che amiamo e che ci gratificano.

Le caratteristiche principali degli smartphone basati sull’intelligenza artificiale includono innanzitutto miglioramenti della fotocamera. Perché l’intelligenza artificiale ottimizza le impostazioni al fine di consentirci di realizzare scatti perfetti. Può riconoscere le scene, regolare l’illuminazione e persino suggerire gli angoli migliori. Ci sono poi gli assistenti vocali: Google Assistant e Siri, ad esempio, offrono operazioni a mani libere, risposta a domande, impostazione di promemoria e controllo di dispositivi domestici intelligenti.

Altro aspetto fondamentale è la gestione della batteria dello smartphone. L’intelligenza artificiale monitora i modelli di utilizzo per ottimizzare la durata della batteria e così garantisce che il dispositivo duri più a lungo con una singola carica. Infine le prestazioni delle app. L’intelligenza artificiale migliora le prestazioni delle app allocando le risorse dove necessario, riducendo i ritardi e migliorando l’esperienza dell’utente.

 

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Al Sud più pensioni che stipendi. E presto sarà così in tutta Italia

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Pensioni Italia stipendi
Foto X @LaCnews24

Nel Mezzogiorno si pagano più pensioni che stipendi. Tuttavia, nel giro di qualche anno, questa strano sorpasso è destinato a compiersi anche nel resto d’Italia. Lo sottolinea una analisi dell’Ufficio studi della Cgia che ha elaborato i dati dell’Inps e dell’Istat. Secondo alcune previsioni, entro il 2028 sono destinati a uscire dal mercato del lavoro per raggiunti limiti di età 2,9 milioni di italiani, di cui 2,1 milioni sono attualmente occupati nelle regioni centro-settentrionali.

È evidente, spiega la Cgia, visto la grave crisi demografica in atto, che difficilmente riusciremo a rimpiazzare tutti questi lavoratori. Insomma, gli assegni erogati dall’Inps sono destinati a superare le buste paga degli operai e degli impiegati occupati nelle nostre fabbriche e nei nostri uffici, anche nelle ripartizioni geografiche del Centro e del Nord. Un fenomeno che metterà così a rischio la sostenibilità economica del nostro sistema sanitario e previdenziale.

Pensioni, Lecce la più squilibrata

Gli ultimi dati disponibili sono riferiti al 2022 e mostrano che se il numero dei lavoratori dipendenti e degli autonomi sfiorava i 23,1 milioni, gli assegni corrisposti per le pensioni erano poco meno di 22,8 milioni (saldo pari a +327mila). Nel frattempo – continua la Cgia – “il numero degli addetti in Italia è aumentato. E in attesa che l’Inps aggiorni le proprie statistiche, è altrettanto ragionevole ritenere che anche il numero delle pensioni corrisposte in questo ultimo anno e mezzo sia cresciuto. Addirittura in misura superiore all’incremento dei lavoratori attivi“.

Dall’analisi del saldo tra il numero di occupati e le pensioni erogate nel 2022, la provincia più ‘squilibrata’ d’Italia è Lecce: la differenza è pari a -97mila. Seguono Napoli con -92mila, Messina con -87mila, Reggio Calabria con -85mila e Palermo con -74mila. Bisogna segnalare che l’elevato numero di assegni di pensione nel Sud e nelle Isole non si può ascrivere alla eccessiva presenza delle pensioni di vecchiaia/anticipate, ma, invece, all’elevata diffusione dei trattamenti sociali o di inabilità.

Denatalità e invecchiamento

Un risultato preoccupante che dimostra con tutta la sua evidenza gli effetti provocati in questi ultimi decenni da 4 fenomeni strettamente correlati fra di loro. Ossia la denatalità, il progressivo invecchiamento della popolazione, un tasso di occupazione molto inferiore alla media Ue e la presenza di troppi lavoratori irregolari. La combinazione di questi fattori ha ridotto progressivamente il numero dei contribuenti attivi. Di conseguenza ha ingrossato la platea dei percettori di welfare. Un problema che non riguarda solo l’Italia: attanaglia tutti i principali paesi del mondo occidentale.

Nei prossimi anni la situazione è prevista in netto peggioramento in tutta Italia, anche nelle zone più avanzate economicamente. Tuttavia, già oggi ci sono 11 province settentrionali che al pari della quasi totalità di quelle meridionali registrano un numero di pensioni superiore alle buste paga corrisposte dagli imprenditori ai propri collaboratori.

Il problema c’è anche al Nord

Si tratta di Sondrio (saldo pari a -1.000), Gorizia (-2mila), Imperia (-4mila), La Spezia (-6mila), Vercelli (-8mila), Rovigo (-9mila), Savona (-12mila), Biella (-13mila), Alessandria (-13mila), Ferrara (-15mila) e Genova (-20mila).

Tutte le 4 province della Liguria presentano un risultato anticipato dal segno meno, mentre in Piemonte sono 3 su 8. Delle 107 province d’Italia monitorate in questa analisi dell’Ufficio studi della CGIA, solo 47 presentano un saldo positivo. Le uniche realtà territoriali del Mezzogiorno che registrano una differenza anticipata dal segno più sono Cagliari (+10mila) e Ragusa (+9mila).

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Mike Lynch, chi è il magnate al centro del giallo sul naufragio del Bayesian

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Lynch naufragio Palermo
Mike Lynch. Foto X @JovemPanNews

L’inabissamento del veliero Bayesian di Mike Lynch, il 19 agosto a Palermo, è una vicenda che sembra portare con sé molti misteri. Già definito una spy story, il naufragio ha per principale vittima e protagonista il 59enne tycoon britannico. Solo due mesi fa Lynch aveva evitato una condanna a 25 anni di carcere negli Stati Uniti, dove rischiava di finire i suoi giorni, assolto da una presunta maxi frode.

Ora è fra le 6 vittime accertate (15 i sopravvissuti e la figlia 18enne di Lynch, Hannah, dispersa) del devastante naufragio della sua amata barca a vela. Il Bayesian, inabissatosi durante una crociera di lusso nel Mediterraneo, davanti alla costa siciliana, trae il nome dal teorema di Bayes. Ovvero una formula del Settecento, in base alla quale si sostiene che con la giusta comprensione delle probabilità, la maggior parte dei risultati sono prevedibili.

Lynch e la Autonomy

Il nome di quel super yacht, di cui è proprietaria tramite una compagnia la moglie Angela Bacares sopravvissuta alla tragedia, lo avrebbe scelto lo stesso Lynch, appunto in onore del teorema di Bayes per il calcolo delle probabilità. Fu l’argomento della sua tesi di dottorato a Cambridge e costituì la base di Autonomy. Vale a dire della società di software che fondò nel 1996 e vendette a Hewlett-Packard (Hp) per 11 miliardi di dollari nel 2011, guadagnando 800 milioni di dollari.

Da lì, dunque, da Autonomy, era cominciata la sua scalata fino a diventare il “Bill Gates britannico” grazie alla crescita della compagnia. Autonomy si quotò in Borsa a Bruxelles nel 1998 e il suo rapido successo, unito al boom delle dotcom nel 2000, portò allo sbarco alla Borsa di Londra, dove entrò a far parte del FTSE 100 e quindi delle principali società del Regno Unito. Fino alle vendita nel 2011 per 11 miliardi di dollari al colosso americano Hewlett-Packard (Hp).

I guai legali derivati dal successo

Fu l’apice del successo per il tycoon di umili origini nato a Londra e cresciuto nell’Essex, figlio di un pompiere e di un’infermiera irlandesi. Ma anche l’inizio della sua discesa verso gli inferi dei problemi legali derivati proprio da quell’accordo. Sul fronte civile, nel 2022 l’Hp aveva vinto una causa multimiliardaria per frode di fronte all’Alta corte di Londra.

Qualcuno aveva ‘gonfiato‘ i conti di Autonomy al fine di spingere la società statunitense ad acquisirla. Sul fronte penale Lynch ha subito addirittura l’estradizione dalla Gran Bretagna verso gli States l’anno scorso per affrontare un difficilissimo processo a San Francisco con ben 15 capi d’imputazione. Lo scorso giugno la giuria ha assolto il magnate. Un’assoluzione contro tutti i pronostici. Lynch aveva dichiarato che per lui cominciava una seconda vita, anche perché, a causa dei suoi problemi di salute ai polmoni temeva di non uscire dal carcere vivo in caso di condanna.

Oltre ad Autonomy, Lynch ha creato altre società. Negli anni in cui era al centro della scena pubblica, prima di finire sui giornali per le accuse di frode, il tycoon ha ricoperto un incarico di consulenza governativa per il Council for Science and Technology (Cst) e occupato posti nei Consigli di amministrazione della Bbc e della British Library. Oltre a ricevere la prestigiosa onorificenza dell’Ordine dell’impero britannico (Obe) nel 2006.

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INPS, i supporti per le donne vittime di violenza

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Guida INPS violenza di genere
INPS, supporto per le donne vittime di violenza @Foto Crediti X/INPS - DirittoLavoro

Dall’INPS arriva la nuova guida che spiega tutti i supporti e le agevolazioni per donne vittime di violenza. Si tratta di sostegni, servizi e tutele disponibili.

Dal portale ufficiale dell’INPS arriva una guida di supporto per le donne vittime di violenza. Uno strumento che fornisce informazioni utili e importanti sui servizi e sulle prestazioni che l’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale offre alle vittime di stalking, violenza o abusi. La guida è rivolta a tutte le donne, sposate o nubili, lavoratrici, studentesse o disoccupate, con figli o senza, che abbiano deciso di denunciare o che non lo abbiano ancora fatto.

L’INPS offre l’astensione dal lavoro per le vittime di violenza

Uno dei principali mezzi a disposizione delle donne vittime di violenza di genere è il numero verde 1522. Servizio disponibile h24, totalmente gratuito e accessibile da rete fissa o mobile. Offre un supporto in diverse lingue ed è disponibile per tutte le donne in situazioni di pericolo. A tal proposito, l’informazione riguardante l’1522 è visibile anche presso gli Uffici Relazioni con il Pubblico delle sedi INPS. Fatta questa importante premessa, è utile conoscere anche tutti i servizi in merito offerti dall’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale.

Innanzitutto, è bene sapere che per le lavoratrici inserite in percorsi di protezione, l’INPS riconosce il diritto all’astensione dal lavoro per un massimo di 90 giorni nell’arco di tre anni. Tale misura appena descritta si applica a diverse categorie rientranti nel lavoro pubblico e privato, per le lavoratrici con contratti di collaborazione coordinata e continuativa, per le apprendiste ed anche per le lavoratrici agricole, domestiche o autonome. La domanda per tale congedo può essere presentata online sul sito dell’INPS dalla donna inserita nel percorso di protezione. Tale misura consente alle donne vittime di violenza di poter assentarsi dal lavoro, qualora sia necessario un periodo di allontanamento previsto dal percorso di protezione e riabilitazione.

Tutti i supporti disponibili

Per quanto riguarda la richiesta di ISEE, le madri che appartengono ad un percorso di protezione dei Centri Antiviolenza possono non includere il reddito dell’altro genitore. Questo quando quest’ultimo è stato privato di potestà genitoriale o è soggetto ad un provvedimento di allontanamento dalla residenza di famiglia. Tale misura consente alle vittime di violenza una valutazione economica più equa e la possibilità di accedere a prestazioni senza particolari limitazioni. Tra le misure offerte dall’INPS rientra anche il Reddito di Libertà. Prestazione pensata per favorire l’autonomia e l’emancipazione delle donne vittime di violenza. Si tratta di in un contributo di 400 euro al mese, erogato per massimo 12 mesi e in grado di offrire un supporto alle donne che hanno bisogno di ricominciare.

Inoltre, l’Assegno di Inclusione, pensato per i nuclei familiari in condizioni di svantaggio, si riferisce anche alle donne vittime di violenza. Per accedere a questo servizio è necessario comprovare la propria situazione economica e partecipare ad un percorso personale di inclusione lavorativa e sociale. Con la sua guida, l’INPS si mostra concretamente vicina alle donne in situazioni di pericolo, offrendo loro un riscatto sociale e una via di fuga legale.

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Novità per lavorare oggi nel mondo dell’arte

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Arte, posizioni lavorative aperte
Artista @Foto Crediti Envato Elements - DirittoLavoro

Svariate le proposte oggi per poter lavorare nel mondo dell’arte. Molte le posizioni aperte in Italia e le offerte si dirigono a diversi professionisti del settore.

Sono molteplici, ad oggi, i bandi in tutta Italia e inerenti al mondo dell’arte. I professionisti a cui si indirizzano le posizioni aperte sono: artisti, progettisti, comunicatori, grafici, designer, video maker, esperti di social media, scrittori e stagisti di galleria. Le offerte arrivano da diverse Regioni ed in particolare da NPAK, Artàporter e Fondazione CR Firenze.

Le posizioni lavorative aperte da NPAK

Si parte da NPAK – Armenian Center for Contemporary Experimental Art dove, presso la sua storica sede, si tiene il Festival of Installation Art dedicato all’arte contemporanea sperimentale. In questo caso l’offerta di lavoro si indirizza ad artisti che vogliono mettersi in gioco nell’arte all’avanguardia che sia scultura, pittura, installazione o qualsiasi forma di arte performativa. Il festival è indipendente, senza fondi e su base volontaria, ma rappresenta un’opportunità per sostenere la ricerca e lo sviluppo di giovani artisti emergenti locali. Il bando scade il 31 agosto 2024 e l’edizione di quest’anno è incentrata sul tema Feeling, curata da Giorgio Granata.

Lavorare nel sociale

WorldSBK (superbike) si presenta come una vera e propria celebrazione delle competizioni motociclistiche ad alte prestazioni. In collaborazione con Artàporter, lancia la call for artist dal titolo We Make Excitement. Nello specifico si tratta di un contest rivolto a tutti i digital artist che vogliono cimentarsi nella creazione della copertina per l’edizione speciale dei WorldSBK 2024 Official Programmes. La scadenza è il 27 agosto 2024.

Online anche il bando di Social Innovation Jam 6, il quale ha l’obiettivo di selezionare progettisti, comunicatori, grafici, designer, video maker, esperti di social media, scrittori under 35. Le professioni ricercate dovranno affiancare cinque organizzazioni non profit che intendono progettare campagne di crowdfunding, selezionate, a loro volta, da Fondazione CR Firenze. Le campagne sopracitate saranno lanciate in inverno o primavera 2025 e per i partecipanti è previsto un percorso formativo, gratuito e personalizzato, attraverso lo studio di un caso concreto su progettazione. La scadenza è per il 6 settembre 2024.

L’arte sostenibile

Infine, il Comune di Calatafimi Segesta, in collaborazione con il Parco Archeologico di Segesta, indice la seconda edizione dell’EcoArt Festival Calatafimi – Segesta 2024. Nello specifico si tratta di un concorso nato per promuovere la sostenibilità ambientale attraverso l’arte e la creatività. Questa iniziativa mira a sensibilizzare la comunità sulle tematiche che si legano al riciclo, al riuso dei materiali di scarto e più in generale alla salvaguardia dell’ambiente.

Tale obiettivo è promosso attraverso opere d’arte realizzate utilizzando materiali recuperati da scarti o oggetti dismessi. Il bando, pertanto, si indirizza ad artisti che siano in grado di realizzare un opera d’arte servendosi di qualsiasi supporto, purché si tratti di materiale di scarto. La forma d’arte scelta può spaziare dalla pittura, alla scultura, alla fotografia, alla street-art o qualsiasi altra espressione artistica. L’EcoArt Festival Calatafimi – Segesta 2024 si svolgerà dal 23 al 28 settembre e prevede due concorsi: nel centro storico di Calatafimi Segesta e all’interno del Parco Archeologico di Segesta. Per entrambi i concorsi la scadenza del bando è il 30 agosto 2024.

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Italia, redditi più alti dell’inflazione nel primo trimestre 2024

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meloni redditi italiani
Foto X @PagellaPolitica

In Italia nel primo trimestre dell’anno i redditi sono saliti più dell’inflazione. Lo certifica l’Ocse spiegando che nei paesi dell’area il reddito familiare reale pro capite è aumentato dello 0,9% nel primo trimestre dell’anno, rispetto allo 0,3% di quello precedente, mentre il Pil reale pro capite è cresciuto dello 0,3%.

L’Italia registra l’incremento più marcato dei redditi (3,4%), trainato da un aumento della retribuzione dei dipendenti e dei trasferimenti sociali. Un risultato che registra la soddisfazione della maggioranza e anche dello stesso Governo. La premier Giorgia Meloni spiega che si tratta del “frutto delle politiche del Governo che hanno concentrato gran parte delle risorse disponibili al rinnovo dei contratti. Ad aumentare le pensioni, a sostenere i salari attraverso il taglio del cuneo contributivo e la riduzione dell’Irpef, e per rafforzare i trasferimenti sociali in natura“. “C’è ancora moltissimo da fare – segnala la premier sui suoi canali social – ma questi segnali ci dicono che siamo sulla strada giusta. Continuiamo a lavorare con determinazione per un’Italia sempre più giusta e prospera“.

I redditi nel nostro Paese

Il risultato è ancora più significativo considerando il calo dello 0,5% del trimestre precedente. Il Pil pro capite dell’Italia nel trimestre è salito dello 0,4% dopo +0,1% negli ultimi tre mesi del 2023. Anche la Germania ha registrato un robusto incremento dei redditi pro capite rispetto al trimestre precedente (1,4% contro 0,1%), in parte guidato da un aumento dei redditi da lavoro dipendente, mentre il Pil reale pro capite è salito dello 0,2% dopo -0,6% nel trimestre precedente. Bene anche in Canada dove il reddito ha registrato un +0,6%, dopo -0,5% del quarto trimestre del 2023, mentre il Pil è diminuito per il quarto trimestre consecutivo (-0,2%).

Lievemente inferiore al dato precedente, quello della Francia dove i redditi reali pro capite hanno registrato una crescita dello 0,6% (dopo +0,9%), grazie soprattutto alle prestazioni pensionistiche di base per tenere il passo con l’inflazione. Più contenuti gli incrementi del Regno Unito e degli Stati Uniti dove il reddito è salito del +0,3% e +0,2% (dopo +0,5% e +0,1%), mentre il Pil pro capite è salito dello 0,5% per la Gran Bretagna e dello 0,2% per gli Usa.

Come si spiega il caso Italia

Il “caso Italia” si spiega con più fattori. L’Ocse sottolinea che l’aumento dei redditi è stato sostenuto principalmente da un incremento delle retribuzione dei lavoratori dipendenti e dai trasferimenti sociali alle famiglie. Soprattutto grazie al rinnovo di diversi contratti nazionali tra la fine del 2023 e l’inizio del 2024, l’inizio di quest’anno ha portato un balzo del 2,8% delle retribuzioni medie lorde dei lavoratori dipendenti. Con i settori legno-carta-stampa (+8,5%), credito e assicurazioni (+7,1%) e metalmeccanico (+6,1%) che hanno avuto i migliori rialzi.

Allo stesso tempo l’Italia ha beneficiato più di altri della discesa dell’inflazione, che resta molto più bassa della media della zona euro. L’ultimo dato, quello di luglio, indica un aumento annuo dei prezzi dell’1,7%, contro una media dell’area euro del 2,6% e tassi ancora molto elevati in alcuni Paesi del Nord Europa. In Belgio l’inflazione è salita fino al 5,5%. Infine il balzo in avanti del primo trimestre arriva dopo un calo leggero (dello 0,5%) alla fine del 2023, in controtendenza con una crescita dello 0,3% nella media dell’area Ocse.

 

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