martedì, Settembre 3, 2024
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Forma scritta del contratto a tempo determinato

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Forma scritta del contratto a tempo determinato:  Secondo l’art. 1, comma 2, del D.L.vo n. 368/2001 e succ.mod., l’apposizione del termine al contratto a tempo determinato è priva di effetto se non risulta, direttamente o indirettamente da atto scritto nel quale sono specificate le ragioni di carattere tecnico, produttivo, organizzativo o sostitutivo per i quali si è ricorsi a tale forma particolare di contratto.

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Valutazione dei rischi

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 Secondo l’art. 3, lett. d) del D.L.vo n. 368/2001, non  si possono assumere lavoratori con contratto a termine qualora le imprese “non abbiano effettuato la valutazione dei rischi ai sensi dell’articolo 4 del decreto legislativo 19 settembre 1994, n. 626, e successive modificazioni” (cioè art. 28 del D.Lgs. n. 81/2008, T.U. Sicurezza).

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Licenziamenti collettivi e cassa integrazione guadagni

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Sospensione dal lavoro con criteri generici in caso di CIGS

 La lettera b) dell’art. 3 del D.L.vo n. 368/2001 stabilisce che, fatta salva l’esistenza di una diversa disposizione degli accordi sindacali, è vietata l’assunzione di lavoratori a tempo determinato presso “unità produttive nelle quali si sia proceduto, entro i sei mesi precedenti, a licenziamenti collettivi … che abbiano riguardato lavoratori adibiti alle stesse mansioni cui si riferisce il contratto di lavoro a tempo determinato“.

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Sostituzione di lavoratori in sciopero

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Si tratta di uno dei casi in cui è tassativamente vietato ricorrere all’uso del contratto di lavoro a termine previsti dall’art. 3, lett. a) del D.L.vo n. 368/2001.

Il fine di tale divieto è quello di non rendere vano l’esercizio del diritto di sciopero dei lavoratori costituzionalmente garantito dall’art. 40 il quale prevede che “Il diritto di sciopero si esercita nell’ambito delle leggi che lo regolano“. Pertanto la violazione di tale statuizione da parte del datore di lavoro comporta due tipi di conseguenze:

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Divieto di utilizzo di contratti a tempo determinato

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Divieto di utilizzo di contratti a tempo determinato

L’art. 3 del D.L.vo n, 368/2001 stabilisce i casi in cui è tassativamente vietato ricorrere all’uso del contratto di lavoro a tempo determinato. Al riguardo l’orientamento consolidato in giurisprudenza stabilisce che il rapporto di lavoro a tempo determinato stipulato in violazione del citato art. 3 si converte automaticamente in rapporto di lavoro a tempo indeterminato.

Si riporta di seguito, per praticità, il testo integrale dell’art. 3 del D.L.vo n. 368/2001:

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Introduzione alla Sezione “Contratto a termine”

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Nuova riforma del lavoro

 Introduzione alla Sezione “Contratto a termine”

Nei decenni passati l’apposizione di un termine alla durata del contratto di lavoro era consentita soltanto in via residuale e con limiti assai rigorosi, oggi invece costituisce una pratica molto diffusa e regolamentata ex novo dal D.L.vo n. 368 del 06.09.2001, emanato in attuazione della Direttiva 1999/70/CE relativa all’accordo quadro sul lavoro a tempo determinato concluso dall’UNICE, dal CEEP e dal CES.

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Nuovo Codice Deontologico Forense

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Nuovo Codice Deontologico Forense: Il nuovo Codice Deontologico, approvato dal Consiglio Nazionale Forense e in attesa di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, ha introdotto cambiamenti molto importanti per coloro che esercitano la professione forense.

Alla luce di tali norme, infatti, l’avvocato avrà il dovere di:

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Pensione sicura agli avvocati

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Pensione sicura agli avvocati

La Sezione Lavoro della Corte Suprema di Cassazione con una importantissima pronuncia del dicembre scorso (sentenza n. 26962/13, pubblicata il 02.12.2013) ha affermato il seguente principio: “non si può negare la pensione all’avvocato solo perchè il professionista non ha versato alla Cassa Forense tutti i contributi, magari in epoche ormai lontane” e ciò perchè non esiste alcuna norma di previdenza forense che stabilisca l’annullamento delle annualità in cui il versamento è stato inferiore al dovuto.

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Lavoratori stagionali: migliorano le condizioni

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Lavoratori stagionali: migliorano le condizioni

Ogni anno più di 100.000 lavoratori arrivano in Europa per lavorare in quei settori che abbisognano di manodopera stagionale come il settore dell’agricoltura e del turismo. Lo scorso mercoledì 5 febbraio, il Parlamento di Strasburgo ha votato le prime norme dell’UE in materia di lavoratori stagionali non europei che mirano a porre fine allo sfruttamento dei lavoratori stagionali e a stabilire dignitose condizioni di lavoro per i lavoratori migranti.

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Boom di abogados in Italia: abuso del diritto del Trattato UE?

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Boom di abogados in Italia: abuso del diritto del Trattato UE?

 Il Consiglio Nazionale Forense ha reso noti in questi giorni i dati di una rilevazione effettuata dall’Ufficio Studi del Consiglio presso tutti i Consigli dell’Ordine presenti sul territorio italiano. Da tale rilevazione è emerco che ben il 92% degli avvocati iscritti nell’elenco degli avvocati stabiliti sia di nazionalità italiana e che tra questi l’83% ha conseguito il titolo in Spagna e il 4% in Romania. Ciò significa che – a detta del Consiglio – su un totale di avvocati stabiliti pari a 3759, 3452 sono di nazionalità italiana e che gli Ordini forensi che contano il maggior numero di avvocati stabiliti di nazionalità italiana iscritti nell’elenco speciale sono: Roma (1058), Milano (314), Latina (129) e Foggia (126).

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