Opportunità di lavoro bioeconomia:
Altro settore che offre opportunità di lavoro è quello della bioeconomia di società come Novamont, Eni e BioOn. Le figure più ricercate in quella che viene definita chimica verde sono gli agronomi e gli ingegneri biotech.
È quanto risulta da un articolo contenuto nella Rubrica Lavoro & Carriere del Sole 24 Ore di oggi, 27 luglio 2015, (Firma: Maria Cristina Ceresa; Titolo “La chimica verde punta su agronomi e ingegneri biotech. I piani di recruiting di Novamont, Eni e BioOn”).
Ecco l’articolo.
Un unico settore – quello della bioeconomia – con 4 grandi opportunità: di lavoro; di sviluppo di mercato sia interno sia esterno ai nostri confini; di benessere ambientale; d’indipendenza dall’importazione di fonti fossili. Non male per essere ancora un comparto di nicchia.
Sfide e incessante ricerca sono gli ingredienti della chimica verde. Il che prevede una sempre più stretta collaborazione con i centri di sviluppo pubblici e gli atenei che oggi si stanno organizzando in reti trasversali all’interno dei propri dipartimenti. Interessante è l’esperienza avviata in Lombardia con il Cluster della Chimica verde che ha visto come promotori l’Università Statale e il Politecnico di Milano. Quotate anche le Università di Bologna, Bari e i due atenei di Sassari e Cagliari.
Collaborazioni a tutto tondo che per Novamont significa “lavoro multidisciplinare con il mondo agricolo – spiega Giulia Gregori, responsabile sviluppo strategico dell’azienda – con quello della ricerca e con le istituzioni locali, con il singolo territorio che diventa un laboratorio in grado di assorbire processi di innovazione sistemica, aumentando così le potenzialità di crescita per tutti».
Ma una volta portata a casa la laurea a chi inviare il proprio curriculum cercando di fare breccia? Potrebbe essere interessante selezionare le big one che hanno sicuramente aperti più fronti che poi vuol dire progetti in campo legati ai biopolimeri, biocarburanti, biocombustibili, biolubrificanti. «Nel 2013 abbiamo investito in R&S il 7,2% del fatturato – dice Gregori di Novamont -. È grazie a questo approccio che oggi disponiamo di un portafoglio di circa 1.000 brevetti». Con Versalis, la società chimica di Eni, Novamont ha poi dato vita a una joint venture – Matrìca – che lavora prevalentemente sui bio-monomeri e sui bio-intermedi, con applicazioni negli additivi per gomme e polimeri (oli estensori e plastificanti), oltre che nell’agricoltura, nel personal care e cosmesi; sui bio-lubrificanti (oli idraulici e oli motore) e su prodotti biodegradabili utilizzati nei campi di perforazione petrolifera. Al momento si ricercano laureati con massimo dei voti, e/o con dottorati, in particolare in agronomia, biotecnologie, ingegneria, chimica. Tra i requisiti: forte propensione all’innovazione, elasticità, disponibilità a trasferimenti. Proposti stage e contratti di assunzione a tempo indeterminato, con sistemi di remunerazione in linea con i livelli di mercato e del comparto della chimica tradizionale. Sedi di lavoro: Milano, Novara, Mantova, Ravenna; ma anche sedi di progetti come Porto Torres, in Sardegna (per informazioni: matrica.it; versalis.eni.com)
«Investimenti in ricerca e sviluppo sono vitali – sostiene Fabrizio Adani, docente della Statale di Milano settore chimica agraria – avendo però in mente un progetto industriale completo. I piccoli per competere devono aggregarsi e fare massa critica per sviluppare progetti con appeal di mercato».
Mercato estero, soprattutto, che è comunque affamato di chimica “buona”: «Un recente studio americano – menziona Gregori riferendosi al settore delle industrie biobased – ha dimostrato che queste contribuiscono all’economia americana per 369 miliardi di dollari e 4 milioni di posti di lavoro, con grandi potenzialità di crescita».
Con questi tassi, la BioOn (Spa quotata in Borsa con 24 dipendenti a oggi e un business plan che ne prevede 50 a primavera 2016) ha deciso di organizzarsi in una Ip company licenziataria di brevetti. «La nostra è una società che finanzia ricerca industriale – spiega il presidente Marco Astorri – : la richiesta è e sarà così alta che noi non saremo mai in grado di produrre da soli. Per cui tutte le ricerche sono finanziate per avere come scopo la produzione industriale del ritrovato e la disponibilità su scala mondiale». Il che vuol dire essere disponibili ad avere sempre la valigia in mano.
Al momenti si cercano 10 figure tra diplomati in chimica, meccanica e laureati in chimica e ingegneria chimica. Tra i requisiti: flessibilità e predisposizione al lavoro fuori sede in Europa, Usa, Sudamerica, Asia. Offerti contratti a tempo indeterminato .