Brutte notizie, economicamente parlando, per la Germania e, a cascata, per l’Europa. Il Governo tedesco ha tagliato le stime sul Pil del 2024 affermando che la “più grande economia europea subirà una contrazione per il secondo anno consecutivo prima che la ripresa inizi nel 2025”. L’esecutivo stima che il Pil si contrarrà dello 0,2% nel 2024, un netto taglio rispetto all’espansione dello 0,3% prevista in precedenza. Nel 2025, il governo prevede una crescita dell’economia dell’1,1%, rispetto all’1% precedente.
La revisione al ribasso delle previsioni arriva dopo una serie di eventi negativi che hanno pesato sulla ripresa economica della Germania. In particolare il congelamento annunciato a settembre di un importante progetto del gigante Intel. E l’annuncio di Volkswagen di possibili chiusure di stabilimenti e licenziamenti. L’economia tedesca, che ha a lungo beneficiato di energia a basso costo grazie agli accordi di fornitura di gas russo e di esportazioni sostenute, in particolare verso la Cina, sta ora sentendo il peso della guerra in Ucraina e della debolezza della domanda globale, in un contesto di tendenze protezionistiche.
Il destino della Germania
“La Germania e l’Europa sono coinvolte nelle crisi tra Cina e Stati Uniti e devono imparare a far sentire la propria voce” ha dichiarato alla stampa il ministro dell’Economia Robert Habeck. Allo stesso tempo, la Germania sta affrontando sfide strutturali come l’invecchiamento della popolazione, l’aumento della concorrenza cinese, una burocrazia ingombrante e una complessa transizione ecologica. Questi problemi “stanno iniziando a pesare” ha insistito il ministro, aggiungendo che il Governo del cancelliere Scholz sta prendendo l’iniziativa per rafforzare l’attività economica.
A causa dei suoi problemi strutturali irrisolti, l’economia tedesca “non ha visto una crescita significativa dal 2018“, prima che la crisi di Covid scuotesse le cose, secondo Habeck. Il ministro dei Verdi ha anche attaccato la regola del “freno al debito” sancita dalla Costituzione, che limita le risorse dello Stato per gli investimenti. Secondo il ministro, “con un maggiore margine di manovra (di bilancio), la nostra economia potrebbe finalmente uscire dall’impasse“. Anche l’industria chiede l’abolizione della norma.
Sul fronte economico, nonostante l’euforia del torneo di calcio europeo e gli aumenti salariali, i consumi privati stentano a decollare. E ciò perché anche in Germania c’è un clima di incertezza prevalente. Aumenta, inoltre, la disoccupazione, che incoraggia i consumatori a risparmiare per precauzione. La debolezza della domanda estera e la politica monetaria restrittiva continuano a pesare sull’attività. E gli indicatori anticipatori dell’industria mostrano che la fase di debolezza continuerà nella seconda metà dell’anno, secondo il Ministero dell’Economia.
La ricetta del Governo Scholz
Secondo il ministero, a partire dalla fine del 2024 lo slancio della crescita economica in Germania dovrebbe riprendere. Il governo del Cancelliere Olaf Scholz, ancora molto impopolare, conta sulla sua “iniziativa per la crescita” proposta quest’estate, che comprende un pacchetto di misure da attuare rapidamente. Il piano prevede agevolazioni fiscali, una riduzione permanente dei prezzi dell’energia per l’industria, una riduzione della burocrazia e incentivi per mantenere gli anziani nel mercato del lavoro e attirare lavoratori qualificati dall’estero per far fronte alla carenza di manodopera.
Il piano del Governo rimane “insufficiente per rilanciare l’economia“, ha commentato Peter Adrian, presidente della Camera di Commercio e Industria tedesca (DIHK). Cinque importanti istituti (DIW, Ifo, IfW Kiel, IWH e RWI) avevano già stimato a settembre che la crescita non sarebbe tornata al ritmo pre-pandemico e avevano già abbassato le loro previsioni annuali. Queste vanno ora dalla stagnazione a una leggera recessione. Per i prossimi due anni, questi istituti sono meno ottimisti di Berlino, prevedendo una debole ripresa con aumenti del Pil dello 0,8% nel 2025 e dell’1,3% nel 2026.