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Altro che mobilità green: le auto elettriche non sfondano. Costano troppo, mancano quasi completamente le stazioni di ricarica, alcuni pezzi di ricambio hanno prezzi esagerati. Ed è anche per questo che oltre il 60% degli italiani sono attenti allo sviluppo sostenibile ma soltanto il 16% opterebbe per veicoli completamente elettrici.

Lo rivela la quarta edizione dello studio Future of Automotive Mobility di Arthur D. Little. Si tratta di una fotografia dettagliata dei principali mercati che mette in luce le principali tendenze e sfide del settore a livello globale. Basato su una ricerca che ha coinvolto oltre 16mila consumatori in 25 Paesi, lo studio dimostra come le previsioni fatte nell’ultimo decennio rispetto a una mobilità connessa, autonoma, condivisa ed elettrica siano ancora lontane dalla realtà. Molto lontane.

Non piace l’auto troppo autonoma

Nonostante la transizione verso auto e mobilità elettrica stia comunque accelerando, il 44% degli attuali guidatori di veicoli a combustione interna (ICE), a livello globale, intende mantenere lo stesso tipo di motore per il prossimo acquisto. Se quindi, da un lato i veicoli sono sempre più connessi, i consumatori nutrono ancora preoccupazioni legate alla sicurezza rispetto a soluzioni spinte di guida autonoma. Preferiscono un’assistenza alla guida rispetto a una guida autonoma totale.

Lo studio evidenzia anche un crescente divario. Da un lato ci sono i mercati automobilistici ‘maturi’ di Nord America, Europa e Nord Est Asiatico: i consumatori sono meno propensi a innovazioni legate alla digitalizzazione e alla guida autonoma. E poi ci sono i mercati emergenti come Cina, India, Sud-Est Asiatico e Medio Oriente, dove la proprietà dell’auto continua a crescere e i consumatori sono più aperti alle nuove tecnologie.

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Sul fronte elettrificazione dell’auto, i mercati maturi (esclusi gli Stati Uniti) stanno rapidamente adottando veicoli elettrici, mentre nei mercati emergenti, a eccezione della Cina, l’adozione procede più lentamente. Il campione di utenti analizzato rappresenta oltre l’80% delle immatricolazioni globali di auto nuove, e si basa su 10 milioni di osservazioni individuali.

Il mercato dei veicoli in Italia

E l’Italia? Alla Stampa Giancarlo Agresti, Partner di Arthur D. Little Italia, ha rilasciato alcune dichiarazioni. “Dal 2015, anno in cui è stato lanciato il primo studio sul futuro dell’automotive, anche in Italia è sempre più evidente che il futuro non possa prescindere dall’impegno verso la sostenibilità e la digitalizzazione del settore. Tuttavia, ancora numerosi ostacoli si incontrano nel percorso verso la completa transizione a una mobilità connessa, autonoma, condivisa ed elettrica. L’edizione 2024 del nostro studio analizza ed esplora le principali sfide e opportunità del settore automobilistico, e ci aiuta a comprendere le scelte dei consumatori per poter identificare le migliori soluzioni per il pubblico e il privato”.

In Italia, il 75% dei consumatori sceglie una “nuova auto” per il prossimo acquisto: si tratta di una percentuale significativamente più alta rispetto alla media europea, dove soltanto il 60% opta un’auto nuova. Dal punto di vista della sostenibilità, per oltre il 60% degli intervistati la sostenibilità è importante o anche molto importante al momento dell’acquisto del prossimo veicolo (rispetto al 50% della media Europea).

Gli italiani restano fortemente legati alla proprietà dell’auto. Con il 63% degli intervistati che non rinuncerebbe al proprio veicolo, pur prendendo in considerazione l’ampia offerta di nuovi servizi di mobilità. Questo dato è in linea con i mercati europei e altri mercati maturi. Mentre nei mercati emergenti i consumatori sono più propensi a rinunciare (25% in India, 40% nel sud-est asiatico) alla proprietà.

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