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Un’intesa sull’agricoltura rigenerativa sostenibile ad alta tecnologia fra Italia e Algeria si è concretizzata il 6 luglio scorso nell’ambito del cosiddetto Piano Mattei. L’accordo rappresenta il più grande investimento del genere fatto sinora dall’Italia in Nord Africa. Un’area dove il Governo italiano è impegnato con un’azione ad ampio raggio che coinvolge diversi Paesi della sponda sud del Mediterraneo. 

Nell’ambito del Piano Mattei per l’Africae a seguito dell’incontro bilaterale del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, con il Presidente della Repubblica di Algeria, Abdelmadjid Tebboune, a margine del Vertice del G7 di Borgo Egnazia, è stata firmata ad Algeri un’intesa nel campo dell’agricoltura rigenerativa ad alta tecnologia“. Il tutto “alla presenza dei rispettivi ministri dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida e Youcef Cherfa“. Così Palazzo Chigi in una nota.

Cosa prevede l’intesa con l’Algeria

L’accordo sull’agricoltura rigenerativa prevede una concessione strategica da parte del Governo algerino di 36mila ettari, che la società Bonifiche Ferraresi S.p.A. recupererà all’uso agricolo, creando un’intera filiera produttiva. Le attività cominceranno già nel 2024 tramite la creazione di pozzi e una prima semina di cereali. Una volta a regime nel 2028, la coltivazione sarà di cereali, e nello specifico grano duro e tenero, per circa il 70% della superficie. La restante parte sarà dedicata ai legumi.

Le produzioni avranno come sbocco il mercato locale. I primi interventi per il 2024 prevedono la costruzione di pozzi, fondamentali per la realizzazione di un moderno sistema di irrigazione a goccia, essenziale per ottimizzare l’utilizzo e adeguare l’attività agricola ai cambiamenti climatici che stanno interessando l’Algeria, tra i Paesi più colpiti dal surriscaldamento globale della Terra. Inoltre, sarà avviata la prima fase delle attività agricole con la semina a cereali dei primi 3mila ettari, sul totale dei 36mila concessi, già a partire dal prossimo novembre 2024.

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Cos’è l’agricoltura rigenerativa

L’agricoltura rigenerativa è un sistema di pratiche agricole che mira a migliorare e ripristinare la salute del suolo, la biodiversità e l’ecosistema complessivo, piuttosto che semplicemente mantenere il livello attuale di produttività. Questo approccio va oltre le pratiche agricole sostenibili tradizionali e mira non solo a ridurre l’impatto negativo sull’ambiente, ma anche a invertire i danni causati da pratiche agricole intensive e inquinanti.

Il Piano Mattei per l’Africa

L’agricoltura rigenerativa non solo produce cibo in modo sostenibile, ma contribuisce anche alla lotta contro il cambiamento climatico. Tali pratiche agricole, infatti, consentono di sequestrare carbonio nel suolo e migliorare la resilienza degli ecosistemi agricoli agli eventi climatici estremi.

Il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, ha affermato che “si tratta del primo segno tangibile dell’impegno italiano in Africa nel quadro del Piano Mattei“. Ovvero di un progetto, quello dell’intesa con l’Algeria per lo sviluppo dell’agricoltura rigenerativa, che mette in condizione una grande impresa italiana come Bonifiche Ferraresi “rappresentata dal suo Ad Federico Vecchioni di creare e consolidare una partnership forte tra due nazioni“.

Il tutto grazie a “un elemento che tende alla sicurezza alimentare attraverso la produzione, la formazione e il valore dei prodotti che verranno realizzati” ha detto ancora il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste. “Si tratta di un investimento che garantisce autosufficienza alimentare, qualità dei prodotti e difesa dell’ambiente, perché gli agricoltori sono i primi ambientalisti del pianeta“.

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