Concluso il periodo scolastico, subentra la possibilità della Naspi per alcune categorie di insegnanti. A tal proposito, è utile capire chi e quando può richiederla.
Quando si parla di Naspi rivolta agli insegnanti, si fa riferimento al personale precario o a chi abbia perso il lavoro in modo involontario. L’Inps, riconosciuta la situazione, attribuisce un’indennità pari alla metà dei contribuiti che l’insegnante ha versato nel corso dell’ultimo quadriennio. Tuttavia, è bene precisare che esistono dei requisiti precisi. Infatti, in termini di contribuiti, ad esempio, l’insegnante deve aver versato almeno 13 settimane di contribuiti negli ultimi quattro anni.
A quali insegnanti spetta la disoccupazione
Con il termine dell’anno scolastico, giugno, molti degli insegnanti che hanno un contratto a termine giungeranno alla scadenza naturale di quest’ultimo. In questo caso, sarà possibile richiedere la Naspi. Essendo una situazione che coinvolge principalmente la pubblica amministrazione, è importante fare una doverosa precisazione. La Naspi, infatti, spetta solo agli insegnanti che hanno sottoscritto un contratto a tempo determinato, mentre non possono accedere alla disoccupazione gli insegnanti con contratto indeterminato, anche dopo essere stati licenziati.
Per i precari, si accede alla disoccupazione dopo licenziamento, dopo la scadenza del contratto, quando il docente si dimette per giusta causa ed infine quando l’insegnante si dimette nel periodo tutelato di maternità e paternità. Per quanto concerne l’anno 2024 il requisito fondamentale è aver raggiunto almeno 13 settimane di contributi, nel quadriennio precedente alla richiesta di disoccupazione. La Naspi può essere percepita, inoltre, anche dagli insegnanti che hanno effettuato una supplenza breve. In questo ultimo caso il docente deve aver maturato i requisiti richiesti nell’arco dei quattro anni precedenti.
Naspi insegnanti: importi e durata
Importante sapere che la condizione per percepire la Naspi è l’essere totalmente disoccupati. Dunque, se alla scadenza del contratto l’insegnante ha comunque altri contratti in corso non potrà percepire l’indennità. Gli importi per i beneficiari, inoltre, possono essere variabili. In sostanza, se la retribuzione media è pari a 1.425,21 euro, si ha diritto al 75% di questo importo. Nel caso in cui sia superiore, spetta il 75% di 1.425,21 euro a cui si deve aggiungere il 25% della differenza della media ottenuta e 1.425,21 euro. Tuttavia, l’indennità non potrà superare i 1.550,42 euro.
Per quanto riguarda la richiesta per la Naspi, che gli insegnati possono effettuare in autonomia, non deve essere presentata oltre i 68 giorni dal termine del rapporto di lavoro. Se le tempistiche vengono superate si perde il diritto all’indennità. La domanda può essere presentata il giorno dopo la scadenza del contratto, ma il sussidio arriverà a partire dall’ottavo giorno di disoccupazione. Se l’istanza è inoltrata al trascorrere dell’ottavo giorno, l’indennità spetterà dal giorno successivo rispetto a quando è stata trasmessa l’istanza.
Infine, per quanto riguarda la durata, la Naspi per gli insegnanti si basa sui contribuiti versati (pari a metà delle settimane versate negli ultimi quattro anni). Tuttavia, non può superare le 24 mensilità. In sostanza, per gli insegnanti precari della scuola pubblica la disoccupazione copre fino a settembre, ovvero fino al periodo dell’eventuale prossimo incarico.