La Commissione Europea ha approvato la proroga al Bonus assunzioni decontribuzione Sud che sarà esteso al 30 giungo 2024. A renderlo noto un comunicato stampa ufficiale del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
Il Bonus decontribuzione Sud si presenta come un’agevolazione introdotta dalla legge n. 178 del 2020 (Legge di Bilancio 2021) e si configura come Aiuto di Stato. Tuttavia, per essere resa effettiva necessita dell’autorizzazione della Commissione Europea, nonostante si tratti di una misura prevista fino al 2029. Tale agevolazione prevede un esonero contributivo, massimo del 30%, sulle assunzioni per i datori di lavoro privati che si trovano nel Mezzogiorno d’Italia.
Come nasce la misura
Il Bonus decontribuzione Sud è stato introdotto per contenere gli effetti sull’occupazione scaturiti dall’emergenza Coronavirus. Una misura che, all’epoca, è nata per sostenere soprattutto le Regioni con situazioni più critiche di disagio socio-economico. La legge di bilancio 2021 (articolo 1, comma 161 Legge 178/2020) ha poi esteso questo esonero sino al 31 dicembre 2029, con la previsione però di una diversa modulazione dell’intensità della misura. Nel dettaglio, la percentuale di sgravio è del 30% dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro, esclusi premi e contributi dovuti all’INAIL, sino al 31 dicembre 2025. Passa al 20% per gli anni 2026 e 2027 e al 10% per gli anni 2028 e 2029.
L’agevolazione prevista dal Bonus decontribuzione Sud non prevede un tetto massimo ed è cumulabile con altri bonus, esoneri o sgravi previsti dalla normativa vigente. Salvo che non sia previsto un divieto di cumulo dalle altre misure. Come preme sottolineare, questa agevolazione si intende applicare per il lungo periodo, al fine di accorciare il possibile divario territoriale.
Il Bonus decontribuzione Sud nel 2024
Il Bonus decontribuzione Sud riguarda i contratti di lavoro dipendente in corso e si applica nel periodo dal 1° gennaio 2023 al 1° dicembre 2023. Come accennato, con l’approvazione della Commissione Europea, l’agevolazione si proroga fino al 30 giugno 2024 con le stesse misure previste per il 2023. Le Regioni interessate restano quelle in cui hanno sede le aziende che nel 2018 presentavano un prodotto interno lordo pro capite inferiore al 75% della media EU27 e compreso tra il 75% e il 90% e un tasso di occupazione inferiore alla media nazionale. Accedono al Bonus, dunque, i datori di lavoro che hanno lavoratori in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna. A prescindere dalla loro collocazione, invece, sono esclusi i datori di lavoro nel settore agricolo e i rapporti di lavoro domestico.
La Legge di Bilancio 2021 prevede, inoltre, che la misura non si applichi agli enti pubblici economici, così come agli IACP trasformati in enti pubblici economici. Non usufruiscono del Bonus decontribuzione Sud neanche gli enti trasformati in società di capitali o a capitale interamente pubblico, per effetto di procedimenti di privatizzazione. Escluse anche le ex istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza trasformate in associazioni o fondazioni di diritto privato e iscritte nel registro delle persone giuridiche. Infine, non possono usufruire della misura nemmeno le aziende speciali costituite anche in consorzio, i consorzi di bonifica, i consorzi industriali, gli enti ecclesiastici e gli enti morali. Come chiarisce il Messaggio n. 170 del 15 gennaio 2021, l’INPS spiega anche che la Decontribuzione Sud si applica in ordine alla tredicesima mensilità. Questo, però, solo se l’erogazione della mensilità aggiuntiva si verifichi nell’anno in corso.