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Naspi per i licenziamenti collettivi e assegno ricollocazione:

Dal prossimo anno verranno eliminate l’indennità di mobilità e la cassa integrazione in deroga, come voluto dalla riforma degli ammortizzatori sociali di cui al jobs act, per dare spazio alla Naspi per i licenziamenti collettivi e l’assegno di ricollocazione.

Ad affrontare l’argomento Naspi e le novità che arriveranno con l’anno nuovo è anche l’articolo pubblicato oggi (21.11.2016) dal Sole 24 Ore (Firma: Francesca Barbieri, Titolo: Paracadute Naspi per 60mila lavoratori) che vi proponiamo.

Ecco l’articolo.

Stop all’indennità di mobilità e alla cassa integrazione in deroga. Disco verde, invece, per la Naspi nei licenziamenti collettivi e per l’assegno di ricollocazione. Il puzzle della riforma degli ammortizzatori sociali prevista dal Jobs act dovrebbe completarsi l’anno prossimo, con alcuni tasselli che prenderanno il posto di altri e con l’obiettivo dichiarato di stringere il legame tra sussidi passivi e politiche attive. Insomma, non si aiuteranno più i disoccupati con un semplice assegno, ma si cercherà di offrire loro strumenti utili a ritrovare un lavoro.

Giorni contati per la mobilità

A fine 2016 andrà in soffitta l’indennità di mobilità, finora riconosciuta ai lavoratori che perdono il posto a causa di un licenziamento collettivo: quest’anno, in base ai dati Inps, i beneficiari della mobilità sono stati in media oltre 160mila (si veda il grafico sotto); tutti proseguiranno con le regole attuali fino al termine del periodo autorizzato, anche se la scadenza dovesse verificarsi nel 2017 o oltre.

Da gennaio, invece, per chi sarà coinvolto da un licenziamento collettivo si aprirà il paracadute della Naspi, la nuova assicurazione sociale per l’impiego introdotta a maggio 2015, che diventerà il sostegno universale in caso di disoccupazione, visto che con il 2016 esce di scena anche l’indennità speciale edile. La platea dei potenziali interessati – prendendo a riferimento l’ultimo dato Inps sulle nuove prestazioni di mobilità ordinaria riferito al 2015 – è di circa 60mila lavoratori.

Mobilità e Naspi si differenziano per sistema di calcolo e durata. La prima equivale al 100% dell’assegno di Cig straordinaria percepito o che sarebbe spettato nel periodo precedente il licenziamento (80% dello stipendio), importo che scende all’80% dopo 12 mesi. La seconda, invece, è il 75% della retribuzione: se questa supera 1.195 euro mensili (rivalutati annualmente), l’indennità è aumentata del 25% della quota eccedente il tetto. Per la Naspi è previsto un décalage del 3% a partire dal quarto mese. Per entrambi i sussidi ci sono dei massimali.

La mobilità nel 2016 ha durate variabili in base a età e area geografica: dai 12 mesi per un under 50 al Centro-Nord ai 24 mesi per un over 50 al Sud. La Naspi spetta invece per la metà del numero di settimane di contribuzione degli ultimi quattro anni, fino a un massimo di 24 mesi.

Naspi e mobilità a confronto

Le due indennità, come si vede, sono molto diverse per calcolo, durata, area di residenza: a seconda dei casi, passando dall’una all’altra si può perdere o guadagnare. Prendiamo, per esempio, un lavoratore di 57 anni, residente al Nord, con uno stipendio di 2.400 euro: se va in mobilità nel 2016 riceve un’indennità complessiva (18 mesi) di circa 18.800 euro; se invece il licenziamento collettivo si verifica nel 2017, avrà un assegno Naspi (24 mesi) di 21.850 euro. Lo stesso lavoratore – se residente al Sud – nel 2016 avrebbe diritto a un’indennità di mobilità per 24 mesi e un totale di 24.400 euro, nel 2017 invece avrebbe lo stesso assegno Naspi per 24 mesi e 21.850 euro complessivi.

A fine anno termina anche la possibilità per i collaboratori coordinati e continuativi di richiedere l’indennità Dis-Coll, ma potrebbe arrivare una proroga della sperimentazione a tutto il 2017 con la legge di Bilancio in discussione in Parlamento.

Arriva il buono ricollocazione

Sul versante delle politiche attive manca ancora all’appello, ma dovrebbe andare a regime nel 2017, l’assegno di ricollocazione, un voucher spendibile in servizi per ritrovare un impiego, il primo passo per legare a doppio filo il sussidio monetario alle politiche attive.

Non ne beneficeranno tutti: nella fase sperimentale (che ha un bugdet di 32 milioni) ci sarà un’estrazione che premierà tra i 10mila e i 20mila disoccupati. Per partecipare bisognerà iscriversi al “portale unico registrazione persone in cerca di lavoro”, in fase di avvio, e comunicare di essere disoccupati e disponibili a un lavoro e alle iniziative dei servizi per l’impiego. Tra i requisiti anche la titolarità della Naspi da almeno 4 mesi. L’Anpal (Agenzia nazionale delle politiche attive) estrarrà fra i 10mila e i 20mila disoccupati cui spetterà questo buono con un valore tra i mille e i 5mila euro.

«Entro fine novembre metteremo a disposizione di cittadini e imprese il portale delle politiche attive Anpal – spiega il presidente Maurizio Del Conte – e avvieremo la sperimentazione dell’assegno di ricollocazione, prima vera misura nazionale di accompagnamento personalizzato al lavoro. Finalmente vediamo i frutti del tanto lavoro fatto negli ultimi mesi».

Dovrebbe così prendere slancio la nuova organizzazione del mercato del lavoro e la definizione dei percorsi di politica attiva che finora hanno faticato a vedere la luce, con i disoccupati che continuano a recarsi fisicamente ai centri per l’impiego per l’accertamento del loro status, in assenza del sistema informativo.

«I centri per l’impiego -commenta Guglielmo Loy, segretario confederale Uil – continuano a dover scontare le incertezze di una norma che non ha fatto chiarezza sulle funzioni, sulle responsabilità organizzative e soprattutto sul necessario ampliamento di risorse economiche e umane. Senza contare le incertezze politiche, l’esito del referendum costituzionale e il ruolo che dovranno svolgere le Regioni». Un primo passo in avanti è stato comunque fatto con la previsione all’interno del disegno di legge di Bilancio di un accantonamento di risorse pari a 220 milioni per il funzionamento dei centri per l’impiego.

Cig in deroga a fine corsa

Passando alle tutele “in costanza di rapporto di lavoro”, la cassa integrazione in deroga, che per quasi dieci anni ha funzionato come paracadute per gli esclusi dal perimetro di Cigo e Cigs, a dicembre arriverà a fine corsa: in realtà, il decreto legislativo 185/2016, correttivo del Jobs act, ha previsto trattamenti residuali per specifiche finalità o per chiudere programmi già avviati, così come quella di concedere interventi di cassa straordinaria – in deroga ai princìpi generali – alle imprese che si trovano nelle aree di crisi industriale complessa.

LA PAROLA CHIAVE

M&A

Sono le attività di fusione e acquisizione, in inglese «mergers and acquisitions». Attraverso le operazioni di acquisizione le aziende intraprendono un percorso di crescita per via esterna, rilevando la partecipazione di controllo di un’altra società o il complesso aziendale della stessa. Le acquisizioni possono aver luogo con due modalità diverse: consensualmente o tramite scalata ostile; quest’ultima è possibile solo se la società target è quotata e nessun azionista controlla la maggioranza assoluta delle azioni.

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