Assegno di Inclusione, attenzione a non commettere questo serio errore: puoi perdere il beneficio e finisci nei guai.
Tra i benefici che il Governo ha introdotto negli ultimi anni, c’è anche l’Assegno di Inclusione (AdI). Si tratta di un beneficio il cui obiettivo è quello di contrastare la povertà, supportare i più fragili, e aiutare persone a reintrodursi nel mondo del lavoro.
Per poterlo ottenere ci sono dei requisiti specifici da avere, che quest’anno hanno subìto delle modifiche. Nello specifico, c’è una nuova soglia ISEE per accedervi, aumentata da 9.360 euro a 10.140 euro.
Il reddito del nucleo familiare passa da 6.000 a 6.500 euro. Per famiglie al cui interno ci sono membri over 67 o disabili, la soglia va da 7.650 euro a 8.190 euro. Inoltre, per famiglie che vivono in affitto, si è innalzata la soglia di accesso all’AdI, che ora è di max 10.140 euro.
Il valore massimo dell’integrazione del reddito per nuclei che vivono in affitto, con contratto registrato, è ora di 3.640 euro, di 1.950 euro per famiglie al cui interno ci sono individui la cui età è over 67 anni o disabili.
L’AdI è un sostegno molto utile per persone sole e famiglie, e sopratutto per chi ha difficoltà a livello economico. Tuttavia, occhio a non fare sciocchezze, contravvenendo alle regole prefissate per poterlo percepire. Un errore in particolare, può essere punito davvero molto severamente.
AdI, attenzione a non commettere questo grave errore: le possibili conseguenze
Chi accede all’Assegno di Inclusione può integrare con un impiego che non porti a oltrepassare, però, la soglia prefissata per continuare a percepire il sostegno.

Per evitare abusi, c’è, per l’appunto, una soglia da non superare, per ciò che concerne il reddito. Se si desidera accedere al sussidio, il nucleo familiare non deve oltrepassare un reddito annuo di 6.500 euro, o 8.190 euro, se la famiglia ha al suo interno over 67 o disabili. Se si vuole continuare a percepire l’AdI, si può svolgere un impiego che non porti a guadagnare oltre 3.000 euro annui e non deve essere un lavoro stabile.
Da qui, si comprende bene che lavorare in nero è un errore da non commettere, perché è qualcosa che sfugge al controllo del Fisco e quindi non è possibile verificare se la persona rispetta le suddette regole, per continuare a percepire il sussidio in questione.
La punizione per chi commette questa violazione prevede gravi conseguenze, in quanto si dichiara il falso o si omettono importanti dettagli reddituali. Se si dichiara il falso o si portano documenti con info mendaci per avere l’AdI, si rischia il carcere da 2 a 6 anni.
Idem se non si comunicano variazioni di reddito/patrimonio, si rischia la prigione da 1 a 3 anni. Ovviamente il sussidio viene revocato, e bisognerà anche rimborsare del denaro che si è ottenuto indebitamente.