Legge 104: ci sono casi in cui anche chi è in congedo straordinario può perdere il posto di lavoro. Ecco a cosa devi fare attenzione
Quando si parla di Legge 104, si affronta uno dei pilastri del diritto del lavoro e della tutela sociale in Italia. La normativa, infatti, rappresenta un punto fermo per i lavoratori che si trovano nella delicata situazione di dover assistere un familiare con grave disabilità.
La Legge 104 del 1992 offre diversi strumenti di sostegno, tra cui i permessi retribuiti e il congedo straordinario, che permettono ai lavoratori dipendenti di conciliare la vita professionale con le necessità legate all’assistenza dei propri cari.
Licenziamento durante il congedo per Legge 1014
Il congedo straordinario previsto dalla Legge 104 consente di assentarsi dal lavoro fino a un massimo di due anni, conservando il posto e la retribuzione, nei limiti stabiliti dall’INPS. Questo diritto spetta non solo al coniuge o al partner unito civilmente della persona disabile, ma anche ai genitori, ai figli conviventi e, in assenza di queste figure, a fratelli e sorelle conviventi. La finalità è chiara: garantire una vicinanza concreta al familiare in difficoltà, senza il rischio di perdere il proprio impiego.
Però, è bene chiarire un aspetto su cui spesso ci sono dubbi. Il congedo straordinario non offre un’immunità totale rispetto ai licenziamenti. Infatti, se da un lato il datore di lavoro non può licenziare un dipendente semplicemente perché ha usufruito della 104 o del congedo stesso, dall’altro lato esistono circostanze ben precise in cui il recesso può avvenire legittimamente anche durante la fruizione del congedo.

In primo luogo, parliamo dei casi di giusta causa o giustificato motivo soggettivo. Se, ad esempio, il lavoratore si rende protagonista di gravi violazioni disciplinari o comportamenti scorretti tali da ledere il vincolo fiduciario con il datore di lavoro, il licenziamento può scattare anche in pieno congedo straordinario. Lo stesso vale in caso di truffa o abuso della normativa: pensiamo ai casi, purtroppo non isolati, di chi utilizza il congedo non per assistere il familiare ma per scopi personali, incorrendo in veri e propri reati di indebita percezione di prestazioni.
Licenziamento collettivo e legge 104
Non solo. Anche il giustificato motivo oggettivo, legato a ristrutturazioni aziendali, cessazioni di attività o crisi economiche che comportano esuberi di personale, può portare al licenziamento di chi si trova in congedo straordinario. In questi casi, infatti, l’azienda può avviare le procedure di riduzione del personale coinvolgendo tutti i dipendenti, compresi coloro che stanno usufruendo delle tutele offerte dalla Legge 104.
Però, va specificato che tali situazioni devono sempre essere supportate da prove concrete e che il lavoratore mantiene comunque il diritto di impugnare il licenziamento, se ritiene che sia illegittimo o che ci sia stata una discriminazione legata all’utilizzo della 104.
E’ essenziale comprendere che la Legge 104 rappresenta un fondamentale strumento di tutela, ma non rende il lavoratore completamente “inattaccabile” sul piano contrattuale. La consapevolezza dei propri diritti e doveri, come sempre, è l’arma migliore per muoversi con sicurezza in ambito lavorativo e far valere le proprie ragioni in ogni circostanza.