Attenzione a come vengono usati i soldi erogati con l’Assegno Unico erogato dall’INPS. Si rischia una multa salata, fino a 3.000 euro.
L’Assegno Unico Universale (AUU) è un aiuto economico di fondamentale importanza per le famiglie italiane, sempre più in difficoltà a far quadrare i conti alla luce dei rincari degli ultimi anni (a partire dalle bollette di luce e gas, costate centinaia di euro in più da ottobre 2024 a gennaio di quest’anno). L’Assegno Unico spetta alle famiglie con figli a carico fino a 21 anni di età (nessun limite invece per i figli disabili).
Bisogna però fare attenzione a come utilizzare nella corretta maniera il beneficio economico, soprattutto quando i genitori sono separati o divorziati. Sì, perché la Cassazione ha confermato nel 2023 che facendo alcune spese si rischia di commettere un reato. Infatti le somme percepite con l’Assegno devono essere usare per il supporto della famiglia nella sua crescita.
In altre parole l’AUU – erogato dall’INPS – è concepito come uno strumento assistenziale per le famiglie con figli a carico. Ne consegue che non potrà essere usato per qualsivoglia finalità, ma solo per assicurare un migliore tenore di vita ai figli. Non certo per sostenere le spese strettamente personali dei genitori.
Assegno Unico, attenzione a queste spese: rischio multa (e non solo) fino a 3.000 euro
In caso di separazione o divorzio capita spesso che le due parti si mettano d’accordo perché sia il genitore collocatario a ricevere l’importo integrale dell’Assegno Unico. Ma cosa succede se invece è il genitore non affidatario a riceverlo e utilizza il denaro per sé e non per i figli? A questa domanda ha già dato una risposta la Cassazione nel 2023.

I giudici della Suprema Corte hanno affermato che il coniuge separato che usa per il proprio tornaconto l’assegno familiare percepito per i figli minori affidati all’altro coniuge separato (in questo caso la moglie) e con lui conviventi si rende colpevole del reato di appropriazione indebita.
Il genitore che usa per scopi strettamente personali può essere denunciato per il reato di appropriazione indebita previsto dall’articolo 646 del Codice penale che punisce chi procura a sé o ad altri un ingiusto profitto appropriandosi del denaro o di un bene mobile altrui di cui ha, a qualsiasi titolo, il possesso.
Le conseguenze di chi si rende colpevole del reato di appropriazione indebita non sono per nulla trascurabili. Il responsabile va incontro a una condanna penale da due a cinque anni di reclusione e a una multa da mille a 3.000 euro. Insomma, si rischia non poco nel fare le spese sbagliate con le somme dell’Assegno Unico Universale.