Comprare case rappresenta oggi una dura sfida economica, non soltanto per molti italiani ma più in generale per i cittadini dei 38 Paesi Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico). Soprattutto per quelli della Ue. E il fatto che la Banca centrale europea abbia tagliato i tassi d’interesse di 25 punti base per la terza volta in 4 mesi non è molto consolante. Sì, vero, il costo di mutui e prestiti è più basso ma i prezzi delle abitazioni sono cresciuti in media del 50% negli ultimi 10 anni.
Secondo quanto riporta il Financial Times, la metà degli abitanti dei Paesi Ocse ha affermato di essere insoddisfatto della disponibilità di alloggi a prezzi accessibili. In effetti i costi delle case hanno subito un forte rialzo. Stando a Statista.com, dal 2015 i prezzi medi delle case nell’Unione europea sono aumentati di circa il 50%, contribuendo così a una significativa diminuzione degli acquisti. Nelle città italiane medio-grandi il prezzo medio al metro quadro di un’abitazione supera i 1.800 euro, con un incremento del +2,2% solo nell’ultimo anno.
A Firenze, città d’arte fra le più visitate al mondo, e a Milano, al centro dell’area geografica a più alta produttività d’Europa, i prezzi possono raddoppiare. O addirittura triplicare, rendendo questa spesa un obiettivo sempre più difficile da raggiungere. Nonostante la cultura dell’acquisto di case (prima casa e/o seconda) sia profondamente radicata, oggi molti giovani italiani si trovano di fronte a numerosi ostacoli economici per poter accedere alla proprietà, dovendo spesso ripiegare sull’affitto.
I costi degli affitti
Sempre stando a quanto indicato da Statista.com, alla fine del 2023 il costo medio di un affitto in Italia era di 12,7 euro al metro quadro. Con le grandi città a fare da protagoniste per via dei prezzi più alti e della forte concorrenza sul mercato immobiliare. I dati che abbiamo riportato, anche quelli sui prezzi delle case, sono citati dall’Agi e si riferiscono a un’indagine condotta sui siti internazionali da Espresso Communication per conto di APEP – Associazione Professionale per le Esecuzioni della Provincia di Padova.
In una dichiarazione all’Agi, Bruno Saglietti, notaio e presidente di APEP, ha detto che “le aste giudiziarie possono rappresentare una soluzione per coloro che incontrano difficoltà nell’acquisto di un’abitazione. Permettono un risparmio fino al 25% sul valore totale dell’immobile“. Fermo restando, però, che “i prezzi elevati non facilitano i giovani che devono trasferirsi per motivi di studio o lavoro. Costringendoli a ricorrere all’affitto: un sistema che possiamo considerare un vero investimento“.
Le case che vanno all’asta
A livello nazionale i dati dell’Associazione Professionale per le Esecuzioni mostrano che nei primi 6 mesi del 2024 la principale tipologia d’immobile in asta è stata l’appartamento. Si registra un aumento della partecipazione di cittadini privati alle aste rispetto allo stesso periodo del 2023. Quest’anno, infatti, la partecipazione di una persona fisica a un’asta immobiliare ha raggiunto l’82% dei presenti, rispetto al 76% dell’anno precedente.
“Con l’attuale andamento del mercato immobiliare e i tassi d’interesse ancora elevati, è probabile che sempre più persone si rivolgeranno alle aste giudiziarie come una soluzione concreta per acquistare casa a prezzi più vantaggiosi” ha detto ancora Saglietti all’Agi. “In futuro, se questo sistema dovesse essere maggiormente supportato da politiche pubbliche, potrebbe diventare uno dei principali strumenti per chi cerca d’acquistare case in un contesto economico difficile“.