Una tassa di scopo sulle sigarette, aumentando di 5 euro il costo di un singolo pacchetto da 20. Porterebbe un’iniezione di 13,8 miliardi di euro per sostenere il Servizio sanitario nazionale, sempre più in crisi. Sono queste le risorse preziose che si potrebbero ottenere con una misura che salverebbe le casse della sanità pubblica. E che contribuirebbe a evitare ogni anno migliaia di casi di tumore al polmone e altre neoplasie.
In una conferenza stampa al Senato, l’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom) ha lanciato il 4 ottobre la campagna SOStenereSSN – promossa da Aiom, Fondazione Aiom e Panorama della Sanità. E ha dichiarato guerra aperta al fumo, incassando l’appoggio della vicepresidente del Senato, Domenica Castellone (M5S), che ha annunciato emendamenti alla manovra che andranno in questa direzione.
Le sigarette provocano tumori
Il fumo, spiega il presidente Aiom Francesco Perrone, “è la causa del 90% dei casi di tumore al polmone, pari a 40mila nuove diagnosi nel 2023. Chiediamo alle Istituzioni di approvare una tassa di scopo sulle sigarette. L’obiettivo è ridurre il consumo di tabacco e disporre di ulteriori risorse, fino a 13,8 miliardi, da destinare al finanziamento del Ssn. Il tabagismo è un fattore di rischio anche per altre neoplasie, per malattie cardiovascolari e respiratorie“.
Secondo le stime Aiom, in Italia sono attribuibili a questa cattiva abitudine oltre 93mila morti ogni anno, con costi pari a oltre 26 miliardi di euro. Il 24,5% degli adulti (18-69enni) fuma e l’abitudine è sempre più diffusa soprattutto nelle donne, a cui corrisponde un progressivo aumento della mortalità per carcinoma polmonare. “Bisogna diffondere un messaggio chiaro: è necessario interrompere l’abitudine al fumo, perché non esiste una soglia sotto la quale le sigarette non risultino dannose”, avverte il presidente di Fondazione Aiom Saverio Cinieri.
Un pacchetto costa meno che in altri Paesi
Vanno anche sfatate delle false convinzioni, come quella che i prezzi siano già molto alti. Se in Italia nel 2021 un pacchetto costava circa 6 euro, in Inghilterra costava 12 euro, in Francia 9, in Romania 8, in Olanda 6,90, in Polonia e Germania 6,46. Solo in Spagna il costo è minore e pari a 5,54 euro.
Nel 2024, però, un pacchetto di uno dei maggiori marchi di sigarette in Italia ha il costo di 6,20 euro contro i 12,50 della Francia. Anche gli Usa hanno stabilito costi alti, intorno agli 8 dollari. Altro falso mito è che gli italiani si ribellerebbero ad una tassa di scopo sulle ‘bionde’. Secondo un’indagine del 2024 dell’Istituto Mario Negri di Milano, infatti, il 62% dei connazionali si dice favorevole a tale misura, finalizzando i ricavi al Ssn.
Una strategia la cui validità è attestata da istituzioni europee: “Anche la Banca mondiale – afferma Silvano Gallus, capo del Laboratorio di ricerca sugli stili di vita del Mario Negri – considera l’aumento del prezzo tramite aumento della tassazione una delle più importanti strategie da attuare in un programma governativo di controllo del tabagismo. È stato calcolato che ad un aumento del 10% del prezzo corrisponda il 4% di riduzione dei consumi“.
Emendamenti nella manovra
La proposta ha ottenuto il pieno appoggio di Castellone, che ha annunciato emendamenti in tal senso nella manovra ma anche nel decreto contro le violenze ai sanitari appena arrivato al Senato. Ma c’è una ulteriore possibile strada per arrivare a realizzare questa misura: “Ho proposto pure di utilizzare la possibilità che oggi c’è, grazie ad un cambio di regolamento del Senato. Il quale prevede che se ci sono proposte di iniziativa popolare che raccolgono 50mila firme, queste vengano discusse in Aula al Senato entro tre mesi dalla data in cui sono depositate. Possiamo coinvolgere i cittadini su questo argomento”.