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As Roma, aleggia di nuovo la cessione: quanto vale il club

Roma tifosi calcio

Foto X @Juezcentral

Due allenatori-bandiera cambiati in 9 mesi (Mourinho e De Rossi), i tifosi infuriati, una proprietà sfuggente che non sembra capace di scaldare la piazza: la Roma è nei guai. Ma non solo sportivamente parlando (i giallorossi sono quart’ultimi in classifica). Il problema è che secondo molti sta crollando tutto. Dan e Ryan Friedkin sarebbero di nuovo sul punto di vendere la proprietà. Ma anche ammesso che si tratti di rumors attendibili, chi comprerebbe un club tanto prestigioso quanto complesso da gestire?

Ripartiamo dall’estate. Un momento di svolta nella vicenda Roma è lo scorso il 19 luglio. È il giorno in cui salta ufficialmente la trattativa per l’acquisizione dell’Everton, la seconda squadra di Liverpool, in Inghilterra. “Dopo un periodo di trattativa in esclusiva, le discussioni tra Blue Heaven Holdings e The Friedkin Group su una potenziale vendita di una quota di maggioranza nell’Everton si sono concluse e The Friedkin Group non procederà con l’acquisto del Club“. Si pensa che i Friedkin vogliano tornare a concentrare i loro sforzi solo sulla Roma.

I difficili rapporti Souloukou-De Rossi

Senza l’Everton, anche se potrebbero esserci ancora sviluppi in vista, ma sempre con gli arabi alla finestra, la società affronta il mercato e continua la sua metamorfosi. I Friedkin investono, e tanto, ma lo fanno con una serie di frizioni con la guida tecnica che hanno scelto. I rapporti tra la Ceo Lina Souloukou e Daniele De Rossi si complicano soprattutto quando le scelte gestionali entrano in conflitto con le esigenze del campo. Come per i casi di Paulo Dybala e Nicola Zalewski. Quanto pesa la voce della Ceo, che è quella della proprietà, e quanto pesa quella dell’allenatore, si chiedono tifosi e osservatori? Fino a che punto il progetto industriale può funzionare senza le garanzie tecniche?

L’offerta da 840 milioni c’era…

A questo punto, e siamo agli ultimi giorni, entrano in gioco direttamente Dan e Ryan Friedkin, i patron del club giallorosso. Comunicano che il progetto triennale con De Rossi, avviato a giugno, non c’è più. Tutto svanisce dietro una svolta poco comprensibile. E ora il tam tam nella Roma, avverte Massimiliano Gallo sul Napolista, è che i Friedkin sono rimasti in trappola. Perché l’offerta dagli arabi per vendere loro la Roma l’avevano avuta. Era l’agosto 2023. Offerta formale: 840 milioni di euro, ma i Friedkin hanno detto no. La bollarono come offerta inadeguata. Da quel momento, non ne hanno più indovinata una.

Erano reduci dalla vittoria in Conference League e dalla bruciante sconfitta in finale di Europa League. In panchina avevano ancora José Mourinho. I proprietari della Roma sfidarono la piazza esonerando il portoghese: era il 16 gennaio 2024, appena 8 mesi fa. In panchina arrivò De Rossi e all’inizio i risultati arrivarono. La squadra si è poi fermata in semifinale di Europa League. In campionato è finita al sesto posto. Ma nella nuova stagione in corso De Rossi è durato 4 giornate di campionato in cui la Roma ha totalizzato tre punti.

In mezzo, un calciomercato ricco con gli arrivi dell’ucraino Dovbyk (capocannoniere della Liga), il francese Koné, Soulé dalla Juventus. Mercato ricco, quello della Roma, ma anche tormentato con la mancata cessione di Dybala che ha rifiutato l’offerta araba. Dall’aprile del 2023 alla guida del club c’è l’amministratrice delegata greca Lina Souloukou. È lei la figura dirigenziale oggi considerata la principale responsabile dell’esonero di De Rossi. Ma è soltanto una dipendente, per quanto di lusso. Fa già da parafulmine alla rabbia dei tifosi, che però hanno messo nel mirino la proprietà americana. E gli arabi intanto stanno a guardare: difficile che, se interpellati, offrano la stessa cifra di un anno fa, vicina al miliardo. Chi troppo vuole nulla stringe.

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