È un anno al cardiopalma per Campari. Dopo la mazzata dell’apertura di un fascicolo d’inchiesta da parte della procura di Milano per sospetta maxi evasione fiscale da un miliardo di euro, sono arrivate le improvvise dimissioni dell’amministratore delegato Matteo Fantacchiotti, sembra per motivi personali.
Il 18 settembre il Consiglio di amministrazione ha reso noto il cambio al vertice. Fantacchiotti aveva preso le redini del gruppo ad aprile ma ora il Cda ha deciso di nominare Paolo Marchesini (Chief Financial and Operating Officer) e Fabio Di Fede (General Counsel and Business Development Officer) come amministratori delegati a interim. Entrambi sono inoltre membri esecutivi di un Comitato per la Transizione della Leadership, a presiedere il quale sarà Bob Kunze-Concewitz, amministratore non esecutivo.
Tale comitato, insieme al Comitato Remunerazione e Nomine, sarà anche responsabile per l’identificazione del nuovo Chief Executive Officer. Da proporre poi al Cda dopo una valutazione di profili sia interni che esterni, in linea con le best practice della governance.
Campari, trimestri ultra performanti
Un’impalcatura’ un po’ esagerata, forse, che denuncia una non indifferente ‘burocrazia’ interna al Gruppo Campari. Basterà la spinta della nomenclatura di una grande società qual è Campari a tenere alta l’immagine del gruppo? Un segnale più confortante è arrivato in questi giorni da Lagfin SCA, azionista di maggioranza di Campari. Secondo quanto riporta Morningstar, c’è l’intenzione di rilevare 100 milioni di euro di azioni ordinarie poiché l’attuale prezzo di mercato non rifletterebbe il vero valore del gruppo.
Incoraggianti sono anche i commenti degli analisti, fiduciosi che l’azienda abbia le spalle sufficientemente larghe. Verushka Shetty, analista di Morningstar, nella sua nota del 18 settembre conferma la stima del fair value (il valore teorico del titolo in Borsa) a 7,54 euro e un rating pari a 4 stelle. “Malgrado che la partenza di Fantacchiotti sia stata improvvisa – argomenta Shetty – non ci aspettiamo alcun cambiamento sostanziale nelle attività dell’azienda mentre inizia la ricerca di un nuovo Ceo. Negli ultimi trimestri, Campari ha mostrato un’impressionante sovraperformance della linea di business rispetto ai concorrenti più grandi, in un contesto di debolezza dei consumi”.
Le dimissioni di Fantacchiotti
Per quanto riguarda le dimissioni di Fantacchiotti, bisogna dire che sono poche le dichiarazioni ufficiali. Entrambe le parti, l’ex ad e Campari, hanno raggiunto un comune accordo per quanto concerne la risoluzione del contratto all’origine del quale ci sarebbero motivi personali. “È stato per me un privilegio essere parte di Campari Group per quasi cinque anni e guidare questa organizzazione da aprile 2024” ha commentato Fantacchiotti.
Di recente però l’ex ad ha rilasciato dichiarazioni circa la debolezza del mercato americano degli alcolici, il che avrebbe contribuito a un crollo del titolo Campari, che ha ormai raggiunto i livelli più bassi dal giugno 2020. Gli analisti sono fiduciosi sulla solidità del marchio. Ma c’è da lavorare sodo.
Come afferma il presidente e primo azionista Campari, Luca Garavoglia, citato dal Qn: “La nostra ambizione di crescita rimane fortissima. Abbiamo davanti un futuro solido, grazie alla nostra organizzazione, alla presenza globale e al nostro portafoglio unico, con da alcune delle marche più ammirate di tutto il settore, sostenute dall’impegno costante di un team di professionisti“. Futuro solido, dunque. Ma sofferto, e non poco. Vedi alla voce: inchiesta della Procura di Milano.