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Dal Vaticano il Papa invoca un mondo in cui i ricchi agiscano di più e con maggior decisione per aiutare i più poveri, rinunciando almeno in parte a lusso, comodità e ostentazione della ricchezza. “Dicono che dovrebbero esserci più tasse per i milionari, davvero!”, ha detto Francesco in un discorso a braccio il 20 settembre. “Le persone economicamente forti dovrebbero fare di più, dovrebbero aprirsi a condividere i beni che hanno. È difficile che questo avvenga, ma per Dio tutto è possibile”.

Le parole del Papa si sono poi trasformate in un vero proprio appello. “Se questa piccolissima percentuale di miliardari, che accumulano la maggior parte della ricchezza del pianeta, fossero propensi a condividerla, non a cederla, a condividerla in modo fraterno, sarebbe un bene per tutti. Ma anche per loro stessi in primis“. “Chiedo dunque ai privilegiati del mondo che facciano questo passo per essere molto più felici loro stessi“. Bergoglio ha poi confidato che qualche confratello lo rimprovera sostenendo che dovrebbe essere meno duro coi ricchi. “Ma Gesù – ha detto il Pontefice – lo è stato di più“.

Obiettivo deficit zero in Vaticano

La notizia però non si esaurisce qui. Perché il 20 settembre è stata resa nota una lettera con cui Francesco si è rivolto al Collegio cardinalizio tirando le somme sulle riforme in corso. E dicendo che “è doveroso uno sforzo ulteriore da parte di tutti affinché un ‘deficit zero’ non sia solo un obiettivo teorico, ma una meta effettivamente realizzabile“.

Del resto sarebbe incoerenza per il Pontefice invocare più tasse su milionari e miliardari senza al tempo stesso razionalizzare sprechi e spese nella Santa Sede. Una questione molto delicata che ha generato decenni di scandali. Dalle finanze opache dello Ior, la banca del Vaticano, alla condanna del cardinale Giovanni Angelo Becciu, ritenuto corresponsabile della compravendita truffaldina di un palazzo di lusso nel cuore di Londra, in Sloan Avenue.

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La riforma – scrive adesso il Papa ai cardinali – ha posto le basi per l’attuazione di politiche etiche che consentano di migliorare il rendimento economico del patrimonio esistente. A ciò si accompagna l’esigenza che ciascuna Istituzione si adoperi per reperire risorse esterne per la propria missione, facendosi esempio di una gestione trasparente e responsabile al servizio della Chiesa“.

Il Papa: “Dare un esempio concreto

Sul versante della riduzione dei costi – osserva il Papa – occorre dare un esempio concreto affinché il nostro servizio sia realizzato con spirito di essenzialità. Evitando il superfluo e selezionando bene le nostre priorità, favorendo la collaborazione reciproca e le sinergie. Dobbiamo essere consapevoli che oggi siamo di fronte a decisioni strategiche da assumere con grande responsabilità, perché siamo chiamati a garantire il futuro della Missione. Le Istituzioni della Santa Sede hanno molto da imparare dalla solidarietà delle buone famiglie“.

Il Papa, nella lettera ai cardinali indica la strada da seguire: “Gli Enti che registrano un avanzo dovrebbero contribuire a coprire il deficit generale. Questo significa avere cura del bene della nostra comunità, agendo con generosità, nel senso evangelico del termine, come presupposto indispensabile per chiedere generosità anche all’esterno“. In conclusione, Bergoglio chiede “di accogliere questo messaggio con coraggio, spirito di servizio. E di sostenere con convinzione, lealtà e generosità le riforme in corso, contribuendo in modo propositivo con le Vostre conoscenze ed esperienze al processo di riforma“.

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