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La Federal Reserve americana, detta Fed, ha tagliato i tassi di interesse di mezzo punto (50 punti base) e lo farà ancora. Così, nel ‘day after’ di giovedì 19 settembre le principali borse europee hanno avviato le contrattazioni all’insegna degli acquisti. L’indice Euro Stoxx 50 si è trovato dopo pochi minuti di scambi in rialzo dell’1,1%, mentre a Piazza Affari l’indice Ftse Mib ha mostrato in apertura un progresso dello 0,9% in area 33.900 punti.

Positivi anche il Dax tedesco (+0,8%), il Cac40 francese (+1,4%) e l’Ibex35 spagnolo (+0,9%). Sul paniere principale di Piazza Affari, acquisti in particolare su Brunello Cucinelli: +2,62%; Stellantis: +2,90% e Interpump Group: +2,11%. La Fed ha dunque aperto una nuova era: il taglio dei tassi di interesse di mezzo punto rappresenta il primo intervento del genere sull’economia statunitense (e a catena su quella di tutto l’Occidente) dal 2020 a oggi. La decisione di portare il costo del denaro a una forchetta compresa fra il 4,75% e il 5% punta a prevenire il fatto che il graduale raffreddamento del mercato del lavoro si trasformi in un completo stop.

La Fed e l’incubo recessione

Non solo, però. Perché mostra anche la determinazione della banca americana a raggiungere l’obiettivo di un ‘atterraggio morbido per l’economia‘. La Fed, in sostanza, vuole evitare che gli Usa e di conseguenza l’Europa precipitino nella tanto temuta recessione. Ecco perché, sicuramente, i tassi scenderanno di altro mezzo punto entro la fine dell’anno.

L’economia è forte e siamo impegnati a mantenerla così forte” ha detto il presidente della Fed, Jerome Powell. La crescita media del Pil degli Stati Uniti dovrebbe restare “solida” al +2% con un tasso di disoccupazione al 4,4% alla fine di quest’anno. E con un’inflazione al 2,1% nel 2025. “I rischi al rialzo per l’inflazione sono calati“, ha aggiunto Powell.

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Mentre a Borsa di Wall Street a New York ha ingranato la marcia positiva e l’oro ha toccato nuovi record, sembra che l’approccio paziente che la Fed ha adottato nell’ultimo anno abbia dato i suoi frutti sul fronte dei prezzi. Nell’annunciare la sua storica decisione, la banca centrale americana ha ribadito il suo “impegno alla massima occupazione e a un’inflazione al 2%“. Ovvero gli obiettivi stabiliti nel suo mandato.

Stop alla campagna di rialzi

Dopo un’aggressiva campagna di rialzi dei tassi – 11 dagli inizi del 2022 – per fermare la galoppata dell’inflazione negli Usa, la Fed ha quindi aperto l’era dell’allentamento monetario. E ha teso la mano ai cittadini degli Stati Uniti, alle prese da anni con un elevato costo del denaro. In America i mutui e le carte di credito sono divenuti sempre più costosi e le compravendite immobiliari sono rallentate. Adesso la sforbiciata di 50 punti base ai tassi d’interesse potrà causare un’accelerazione della crescita degli investimenti. In ogni caso servirà tempo per vederne gli effetti.

Fra un mese e mezzo le elezioni Usa

Il taglio che la Fed ha apportato aiuterà l’economia a meno di 2 mesi dalle presidenziali  americane del 5 novembre, esponendo la banca centrale a critiche. Con la decisione presa, Jerome Powell scontenta quei democratici che chiedevano un taglio di 75 punti base. Così come non accontenta tutti i repubblicani che premevano, invece, per rimandare ogni decisione a dopo il voto. La prossima riunione della Fed cade proprio il giorno dopo le elezioni, il 6 novembre, liberando le mani all’Istituto, anche se i risultati – secondo gli osservatori – non saranno ancora noti.

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