Se vuole aumentare la propria produttività, e quindi, nel lungo periodo, preservare il proprio modello sociale, l’Ue deve “cambiare radicalmente”, dice Mario Draghi. L’ex premier ha illustrato nei giorni scorsi il suo rapporto sulla competitività in Europa e il messaggio non poteva essere più chiaro.
Per Draghi “siamo già in modalità crisi. Non riconoscerlo significa ignorare la realtà“. Si tratta dunque di un vero e proprio allarme. L’ex presidente della Bce ha redatto un rapporto in 2 documenti: uno riassuntivo di circa 60 pagine e l’altro approfondito, di oltre 300 pagine. “Questo rapporto – dice Draghi – arriva in un momento difficile per il nostro continente. Dobbiamo abbandonare l’illusione che solo rimandando si possa preservare il consenso. In realtà procrastinare ha solo prodotto una crescita più lenta. E di certo non ha prodotto alcun consenso. Siamo arrivati al punto in cui, senza agire, dovremo sacrificare il nostro benessere, il nostro ambiente o la nostra libertà“.
L’Europa deve produrre di più
Mario Draghi afferma che “se l’Europa non potrà diventare più produttiva saremo costretti a scegliere. Non saremo in grado di diventare, allo stesso tempo, leader nelle nuove tecnologie, un faro della responsabilità climatica e un attore indipendente sulla scena mondiale. Non saremo in grado di finanziare il nostro modello sociale. Dovremo ridimensionare alcune, se non tutte, le nostre ambizioni. Questa è una sfida esistenziale“.
“I valori fondamentali dell’Europa – aggiunge – sono prosperità, equità, libertà, pace e democrazia in un ambiente sostenibile. L’Ue esiste per garantire che gli europei possano sempre beneficiare di questi diritti fondamentali. Se l’Europa non sarà più in grado di fornirli ai suoi cittadini, o se dovrà barattare l’uno con l’altro, avrà perso la sua ragion d’essere. L’unico modo per affrontare questa sfida è crescere e diventare più produttivi, preservando i nostri valori di equità e inclusione sociale. E l’unico modo per diventare più produttiva è che l’Europa cambi radicalmente“.
Draghi e la lenta agonia della Ue
L’Unione europea deve agire per riformarsi, se non vuole spegnersi in una “lenta agonia“. “Non è così – risponde a chi gli chiede se il messaggio sia del tipo ‘fate questo o morirete’ – è piuttosto: fatelo, o sarà una lenta agonia“. Per Draghi, “dobbiamo assumere una nuova posizione nei confronti della cooperazione: rimuovendo gli ostacoli, armonizzando regole e leggi e coordinando le politiche. Ci sono diversi ambiti in cui possiamo procedere. Ma quello che non possiamo fare è non andare avanti affatto“.
“La nostra fiducia che riusciremo ad andare avanti – aggiunge – dovrebbe essere forte. Mai in passato la dimensione dei nostri Paesi è apparsa così piccola e inadeguata rispetto alla portata delle sfide. Da molto tempo l’autoconservazione non era un problema simile, che riguarda tutti. Le ragioni per una risposta unitaria non sono mai state così convincenti. Nella nostra unità troveremo la forza per riformare“, conclude.
Draghi sottolinea infine che l’Unione europea dovrebbe prevedere forme di “finanziamento congiunto” per i “beni collettivi europei fondamentali“, magari emettendo “safe asset” europei (titoli obbligazionari a basso rischio). Dato che i soli capitali privati non potranno coprire il cospicuo fabbisogno di investimenti che il Vecchio Continente avrà nei prossimi anni.