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In un contesto di crisi economica per molti cittadini, le banche italiane non sembrano avere grossi problemi. Anzi: le semestrali segnano bilanci da record. Nei primi 6 mesi del 2024 i primi sei gruppi bancari italiani vanno a gonfie vele. Intesa Sanpaolo, UniCredit, Banco Bpm, Bper, Monte dei Paschi e Credem sembrano inarrestabili.

Il risultato complessivo è di 35 miliardi di euro per i ricavi e di utili netti a due cifre che toccano quasi i 13 miliardi. I dati sono del sindacato bancario Fabi elaborati dall’Adnkronos. A ingrassare il conto economico delle banche non è la sola crescita del ‘fatturato’, ma anche un’attenta gestione dei costi che, affiancata a una robusta patrimonializzazione, rende il sistema attraente nella galassia finanziaria europea. Attenta gestione dei costi in realtà è quasi un neologismo, perché implica anche taglio dei posti di lavoro, persone licenziate o messe in mobilità, e chiusura progressiva degli sportelli al pubblico.

La situazione delle banche

Il contributo dei tassi di interesse estremamente positivi, molto favorevole al sistema nel corso degli ultimi anni, non è la sola leva economica di cui ha beneficiato il sistema. Rispetto allo stesso periodo del 2023, i ricavi dei primi sei gruppi sono in crescita del 9% circa, superando quasi la cifra di 35 miliardi di euro, con una variazione positiva di circa 3 miliardi.

I ricavi da commissione

A rendere florida la voce delle entrate non sono i soli ricavi da tassi di interesse, che passano da 18,3 miliardi di euro a fine giugno 2023 a 20,2 miliardi di euro nei primi sei mesi del 2024 (+11%), ma anche la parte commissionale. Così come gli altri proventi che crescono rispettivamente del 6,5% e del 3,9%.

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Se i ricavi da commissioni toccavano quota 11,2 miliardi nei primi sei mesi del 2023, le banche accumulano ben 11,9 miliardi di euro nel 2024 attingendo dalle attività non strettamente creditizie. Se a ciò si aggiunge il compenso complessivo della gestione delle attività finanziarie, che passano da 2,6 miliardi di euro a giugno del 2023 a 2,7 miliardi di euro nello stesso periodo del 2024, il conto economico delle banche è ben solido per coprire una scarsa crescita dei costi.

Costi e utili per le banche

In tutto, i costi per le banche aumentano in un anno di circa il 2,4%. E passano da 13,9 miliardi dello stesso periodo dello scorso, a 14,2 miliardi di euro nei primi sei mesi dell’anno in corso. Una crescita al di sotto del mezzo miliardo di euro. Gli utili complessivi incassati dai primi grandi gruppi sfiorano quota 13 miliardi a giugno 2024, con una crescita raddoppiata rispetto a quella dei ricavi e pari al 19,5%. Sull’ammontare totale, il grosso del guadagno è quello dei primi tre gruppi ma gli altri seguono a ruota, con risultati altrettanto positivi e con una crescita media del 7,1%.

I numeri emersi dalle semestrali 2024 dei sei principali gruppi bancari italiani che fanno seguito a un 2023 altrettanto ‘d’oro’ restituiscono una fotografia ben chiara. Ovvero che gli istituti di credito sono ben posizionati per difendersi dall’inversione della politica monetaria. Una politica già peraltro avviata. E questo può accadere in virtù di uno stato di benessere del settore che favorisce anche il soddisfacimento dei bisogni di famiglie e imprese e sostiene la crescita dell’economia.

 

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