In Consiglio dei ministri, il 30 agosto, Giorgia Meloni ha confermato che sarà Raffaele Fitto il candidato commissario europeo indicato dal suo esecutivo. E ha spiegato di non aver motivo di dubitare che all’Italia sarà riservato “un ruolo adeguato” nella nuova squadra di Ursula von der Leyen, “nonostante molti italiani che tifano contro”.
Ma mentre nella sala scatta l’applauso per il ministro, va in scena il cortocircuito sul comunicato stampa congiunto del Centrodestra. Con la Lega che trasmette (“per errore” assicura il suo ufficio stampa) un testo con un passaggio diverso sull’Ucraina, di fatto insidiando il tentativo di mostrare compattezza dopo il vertice di tre ore fra i leader concluso poco prima.
Il Consiglio dei ministri
Nella riunione ristretta, la premier, Matteo Salvini, Antonio Tajani e Maurizio Lupi rinnovano il “patto di coalizione, garanzia di efficacia e concretezza dell’azione di Governo“. Portare a compimento le riforme, attuare il “programma votato dai cittadini“, una legge di bilancio “seria ed equilibrata” che “confermerà alcune priorità come la riduzione delle tasse, il sostegno a giovani, famiglie e natalità, e interventi per le imprese che assumono“. Sono questi gli impegni snocciolati, con la garanzia di “totale sintonia su tutti i dossier, a partire dalla politica estera“.
Al di là del giallo del passaggio sull’Ucraina, nel comunicato non si fa riferimento ai temi che creano fibrillazioni nel Centrodestra, e su cui non è mancato il confronto nel vertice. Ovvero balneari, nomine Rai, pensioni o cittadinanza, su cui FI conferma l’intenzione di presentare una proposta organica. E nemmeno le Regionali, con la maggioranza che prepara una serie di sondaggi sulla candidatura migliore per la Liguria, e il governo che “raccomanda” alle Regioni un election day autunnale.
Chiuso il vertice, il Cdm è aperto da una lunga introduzione di Meloni. Parte dall’indicazione di Fitto, anticipata poco prima al telefono ai leader delle opposizioni. La partita a Bruxelles non è chiusa, e Meloni (che sabato prossimo volerà a Parigi per le Paralimpiadi, dopo l’intervento a Cernobbio) insiste per una vicepresidenza esecutiva.
Fitto e le concessioni balneari
Non è una questione di “simpatia o antipatia verso il nostro Governo“. All’Italia spetta in quanto “nazione fondatrice, seconda manifattura e terza economia europea, terzo Stato membro per popolazione, con primati in tantissimi campi“. L’Italia, inoltre, “oggi può contare anche su una ritrovata stabilità politica e una solidità economica che pochi altri hanno nel resto d’Europa“.
Raffaele Fitto ha un’ultima missione a Roma: la riforma delle concessioni balneari. Si rischia di scontentare gli imprenditori, è il tenore del ragionamento condiviso dalla premier e dal ministro. Tuttavia o ci si adegua adesso alla direttiva europea (magari con indennizzi e prelazioni) o poi arriva la sentenza della Corte di giustizia. E allora partono subito le gare in regime di libera concorrenza europea. Potrebbe bastare una decina di giorni per un sfornare un decreto ad hoc. Invece la nuova gestione del PNRR post Fitto si definirà più avanti. Ogni soluzione è aperta: dall’interim di Meloni allo spacchettamento delle deleghe, anche se continuano sullo sfondo voci di un rimpasto a novembre.