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In Australia è stato introdotto il diritto alla disconnessione per tutelare il tempo libero dei lavoratori fuori dall’orario di lavoro.

L’Australia ha introdotto il diritto alla disconnessione unendosi a paesi quali Francia, Spagna, Belgio, Argentina e Messico. La misura è atta a tutelare il tempo libero dei lavoratori. In sostanza, i dipendenti possono ignorare mail e chiamate di lavoro se fuori dall’orario di lavoro, senza dover temere alcuna forma di ripercussione. La nuova legge è entrata in vigore il 26 agosto e mira a ridurre anche il rischio di burnout.

Dettagli sul diritto alla disconnessione nel mondo

Con l’introduzione della nuova legge sul diritto alla disconnessione, l’Australia si unisce ad un numero sempre più alto di paesi che intendono regolamentare in maniera più chiara i diritti dei lavoratori. Il fenomeno è nato in Francia nel 2017 con la Loi Travail. Quest’ultima ha stabilito, per prima, che i dipendenti non dovessero essere costretti a rispondere a richieste lavorative fuori orario. A seguire la Francia sono stati, presto, l’Italia con la legge 81/2017, la Spagna nel 2018, e il Belgio nel 2022. E come dimostra il recente caso dell’Australia, anche fuori dall’Europa altri paesi stanno iniziando a riconoscere questo diritto comprendendone l’importanza.

La pandemia da Covid-19, difatti, ha contribuito a stringere il confine tra vita privata e lavoro. Pertanto questo diritto, ad oggi, sembra farsi sempre più fondamentale per ristabilire un equilibrio importante. In particolare, uno studio dell’Australia Institute ha dimostrato che nel 2023 i lavoratori australiani hanno accumulato in media 281 ore di straordinari non pagati, a dimostrazione di quanto il lavoro sia diventato ‘invadente’ della vita privata. A tal proposito, la nuova normativa stabilisce che la violazione di questo diritto possa comportare multe fino a 19mila dollari australiani (circa 12.000 euro) per il dipendente e fino a 94.000 (circa 57.000 euro) per l’azienda.

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Criticità ed esigenza fondamentale per tutti

Volendo rivolgere uno sguardo più preciso verso l’Italia, è interessante sapere che nel nostro Paese il primo riferimento al diritto alla disconnessione è stato introdotto con la Legge n. 81 del 22 maggio 2017, che disciplina il lavoro agile. L’art. 19 specifica che gli accordi di smart working tra dipendete e azienda devono includere un riferimento al riposo del lavoratore e ad altre misure per garantire la disconnessione dagli strumenti tecnologici a casa. Tuttavia, la Legge citata non stabilisce ancora un tempo di disconnessione garantito e uguale per tutti i lavoratori.

Ad onor del vero, è bene specificare che, anche in Australia, il diritto alla disconnessione ha sollevato alcune perplessità. In merito, l’Australian Industry Group, rappresentante dei datori di lavoro, ha espresso riserve sulla nuova legge, descrivendola come “affrettata, mal concepita e confusa“. In sostanza il timore è che questo diritto possa andare a compromettere la flessibilità nel lavoro e, di conseguenza, rallentare l’economia. A tal proposito, la Fair Work Commission stabilirà, caso per caso, quando un rifiuto di rispondere si presenti in modo ragionevole. In definitiva, nonostante le possibilità criticità, l’auspicio è questo diritto possa estendersi in tutti gli altri paesi e a livello globale riconoscendolo come diritto fondamentale per ogni lavoratore.

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