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In Italia nel primo trimestre dell’anno i redditi sono saliti più dell’inflazione. Lo certifica l’Ocse spiegando che nei paesi dell’area il reddito familiare reale pro capite è aumentato dello 0,9% nel primo trimestre dell’anno, rispetto allo 0,3% di quello precedente, mentre il Pil reale pro capite è cresciuto dello 0,3%.

L’Italia registra l’incremento più marcato dei redditi (3,4%), trainato da un aumento della retribuzione dei dipendenti e dei trasferimenti sociali. Un risultato che registra la soddisfazione della maggioranza e anche dello stesso Governo. La premier Giorgia Meloni spiega che si tratta del “frutto delle politiche del Governo che hanno concentrato gran parte delle risorse disponibili al rinnovo dei contratti. Ad aumentare le pensioni, a sostenere i salari attraverso il taglio del cuneo contributivo e la riduzione dell’Irpef, e per rafforzare i trasferimenti sociali in natura“. “C’è ancora moltissimo da fare – segnala la premier sui suoi canali social – ma questi segnali ci dicono che siamo sulla strada giusta. Continuiamo a lavorare con determinazione per un’Italia sempre più giusta e prospera“.

I redditi nel nostro Paese

Il risultato è ancora più significativo considerando il calo dello 0,5% del trimestre precedente. Il Pil pro capite dell’Italia nel trimestre è salito dello 0,4% dopo +0,1% negli ultimi tre mesi del 2023. Anche la Germania ha registrato un robusto incremento dei redditi pro capite rispetto al trimestre precedente (1,4% contro 0,1%), in parte guidato da un aumento dei redditi da lavoro dipendente, mentre il Pil reale pro capite è salito dello 0,2% dopo -0,6% nel trimestre precedente. Bene anche in Canada dove il reddito ha registrato un +0,6%, dopo -0,5% del quarto trimestre del 2023, mentre il Pil è diminuito per il quarto trimestre consecutivo (-0,2%).

Lievemente inferiore al dato precedente, quello della Francia dove i redditi reali pro capite hanno registrato una crescita dello 0,6% (dopo +0,9%), grazie soprattutto alle prestazioni pensionistiche di base per tenere il passo con l’inflazione. Più contenuti gli incrementi del Regno Unito e degli Stati Uniti dove il reddito è salito del +0,3% e +0,2% (dopo +0,5% e +0,1%), mentre il Pil pro capite è salito dello 0,5% per la Gran Bretagna e dello 0,2% per gli Usa.

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Come si spiega il caso Italia

Il “caso Italia” si spiega con più fattori. L’Ocse sottolinea che l’aumento dei redditi è stato sostenuto principalmente da un incremento delle retribuzione dei lavoratori dipendenti e dai trasferimenti sociali alle famiglie. Soprattutto grazie al rinnovo di diversi contratti nazionali tra la fine del 2023 e l’inizio del 2024, l’inizio di quest’anno ha portato un balzo del 2,8% delle retribuzioni medie lorde dei lavoratori dipendenti. Con i settori legno-carta-stampa (+8,5%), credito e assicurazioni (+7,1%) e metalmeccanico (+6,1%) che hanno avuto i migliori rialzi.

Allo stesso tempo l’Italia ha beneficiato più di altri della discesa dell’inflazione, che resta molto più bassa della media della zona euro. L’ultimo dato, quello di luglio, indica un aumento annuo dei prezzi dell’1,7%, contro una media dell’area euro del 2,6% e tassi ancora molto elevati in alcuni Paesi del Nord Europa. In Belgio l’inflazione è salita fino al 5,5%. Infine il balzo in avanti del primo trimestre arriva dopo un calo leggero (dello 0,5%) alla fine del 2023, in controtendenza con una crescita dello 0,3% nella media dell’area Ocse.

 

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