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Perlopiù dimenticato da molti italiani, l’ex premier Mario Draghi potrebbe presto assurgere a un ruolo preminente nei nuovi organismi europei che saranno rinnovati entro l’estate. A cominciare dalla Commissione e dal Consiglio europeo. E l’ex presidente della Bce di fatto sembra prepararsi, indicando quelle che sono le sue priorità per la Ue.  

In occasione del conferimento, il 14 giugno, del Premio Carlo V dal re di Spagna Felipe VI, Draghi non si è sottratto dal commentare l’attuale situazione in Europa, indirizzando ai 27 qualche invito. Soprattutto in materie di produttività e crescita. L’Unione europea per far fronte a tutti i cambiamenti, dovrà “crescere più velocemente e meglio” ha dichiarato l’ex premier. “E il modo principale per ottenere una crescita più rapida è aumentare la nostra produttività” ha detto l’ex premier. Il “processo di costruzione europea è durato secoli” ma “oggi dobbiamo affrontare sfide fondamentali sul nostro futuro“.

Draghi e il gap tecnologico

Il gap di produttività con gli Stati Uniti a cui l’ex presidente della Bce ha fatto riferimento è legato soprattutto alla tecnologia. Tuttavia “il divario potrebbe aumentare ulteriormente con il rapido sviluppo e la diffusione dell’intelligenza artificiale. Circa il 70% dei modelli fondamentali di intelligenza artificiale viene sviluppato negli Stati Uniti e solo 3 aziende statunitensi rappresentano il 65% del mercato globale del cloud computing. Per iniziare a colmare questo divario è necessaria una serie di azioni politiche. Prima di tutto, dobbiamo ridurre il prezzo dell’energia” ha spiegato Draghi.

L’Europa ha bisogno di adottare risposte urgenti sul mercato del lavoro, sulla difesa comune, sulla concorrenza sleale dall’estero e sul quadro geopolitico. Mentre il ritmo dell’innovazione tecnologica e del cambiamento climaticostanno accelerando e siamo sempre più esposti al peggioramento delle relazioni internazionali. Queste decisioni saranno anche rilevanti dal punto di vista politico e finanziario. E potrebbero anche richiedere un livello di cooperazione mai visto prima tra gli Stati membri e l’Unione Europea“.

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Il progetto per la nuova Europa

Draghi ha anticipato diversi aspetti chiave della sua relazione alla presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen, che gli ha conferito un mandato per analizzare il tema della competitività in Europa. “Delineerà una politica industriale che punti agli obiettivi chiave per i nostri cittadini europei” ha spiegato. Il rapporto, ha proseguito Draghi, suggerirà politiche “che punteranno innanzitutto aumentare la produttività, preservando la competitività delle nostre industrie nel mondo e la concorrenza in Europa. E anche a continuare la decarbonizzazione delle nostre economie in un modo che porti a minori prezzi dell’energia e maggiore sicurezza energetica.

Secondo Draghi occorre inoltre puntare a “riorientare la nostra economia in un mondo meno stabile. In particolare sviluppando capacità nel settore della difesa e una politica commerciale che possa rispondere alle nostre necessità geopolitiche. Tutto questo per ridurre “le dipendenze verso paesi su cui non possiamo fare più affidamento. E come ho detto – ha proseguito Draghi – mantenere alti livelli di protezione sociale e di redistribuzione in Europa è una questione non negoziabile“.

Oggi – ha concluso Draghi – questi passi appaiono impegnativi. Ma sono fiducioso che abbiamo la determinazione, il senso di responsabilità e la solidarietà per compierli. Per difendere la nostra occupazione, il nostro clima, i nostri valori, la nostra inclusione e equità sociale e la nostra indipendenza. Già a febbraio Draghi aveva suonato un campanello d’allarme sulla necessità di cambiamenti nella Ue. Adesso, argomenta, è davvero il tempo delle scelte.

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