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Nel 2024 sono subentrate ex festività che meritano di essere regolate in busta paga. Scopriamo insieme quali sono e come verranno retribuite.

Ogni anno, nel nostro Paese, esistono festività confermate. Ma può succedere che alcune siano soppresse, in questo caso è bene capire in che modo vengano effettivamente retribuite. Infatti, essendo state in calendario in precedenza, la legge stabilisce che siano retribuite al lavoratore in termini di giorni di permesso o di retribuzione. Quando si parla di ex festività si fa riferimento a date in cui un lavoratore dipendente, in passato, poteva astenersi dal lavoro. Oggi questi giorni sono normali giornate lavorative. Rispetto al 2024, le festività soppresse sono principalmente tre. Ovvero: San Giuseppe, 19 marzo, Ascensione del Signore, 9 maggio e Corpus Domini, 30 maggio. Non più considerata come festivo anche il 4 novembre, Giornata dell’Unità Nazionale.

Ex festività: retribuzione, permessi e tipologie di contratto

Al 2024, le date sopracitate non rientrano più nel calendario delle festività. Di conseguenza, il lavoratore ha diritto ad altre forme di remunerazione che sostituiscono, difatti, l’astensione dal lavoro. Bene sapere che, in ogni caso, è necessario fare riferimento al CCNL specifico applicato, ovvero al Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro stipulato tra il dipendente e l’azienda presso la quale lavora. In tal caso, la retribuzione può essere conteggiata in ore oppure in giornate. Nel caso in cui si tratti di conteggio orario, si parla di 32 ore per le ex festività che sono indicate in busta paga. Visionando quest’ultima, si può verificare la reale sussistenza del pagamento citato. In certi casi la somma è indicata in una sezione apposita in busta paga, in altri casi è indicata tra i permessi.

Facendo riferimento alla retribuzione a giornate, invece, l’ex festività quest’anno 2024 conta di quattro giorni, compreso il 4 novembre. Tali giornate si possono tramutare in ferie, anche con fruizione consecutiva, se il lavoratore dipendente ne fa richiesta specifica. I pagamenti, è bene specificare, tengono conto del lavoro svolto durante l’anno e del momento in cui ricadano le date. Di conseguenza, il dipendente ha diritto al pagamento ‘extra’ se le ex festività ricadono in giorni feriali. Quando l’ex festività coincide con la domenica, il lavoratore accede al pagamento previsto per la domenica. Se invece ricade di sabato, è importante capire se il dato contratto considera questo giorno come feriale o festivo.

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Esistono casi in cui le ex festività rientrano trai permessi retribuiti. In questo ultimo caso la procedura è uguale ad ogni altro tipo di permesso. Per il 2024 si parla di 32 ore da poter utilizzare o da cui ricavare una retribuzione monetaria. Infatti, se tali ore non sono utilizzate dal dipendente, considerando che rientrano tra i permessi retribuiti, il datore di lavoro è tenuto a pagare un’indennità sostitutiva. Analogamente a quanto detto in precedenza, anche in questo caso, per verificare se le ex festività assumono il ruolo di permessi è necessario visionare il proprio contratto e conseguentemente la busta paga mensile. Infine, vale la pena sottolineare che anche nel caso del contratto part-time le festività equivalgono a 32 ore (per il 2024), ma sono proporzionate alle effettive ore di lavoro.

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