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Lunedì 17 giugno scadono i termini per il versamento dell’acconto Imu, l’imposta municipale unica su seconde case, fabbricati e terreni. Secondo un’analisi della Uil il tributo quest’anno costerà in media 1.022 euro ma con differenze sensibili tra le varie zone d’Italia. Dai dati di Confedilizia si rimarca invece come il gettito annuale dell’Imu sia attualmente di circa 22 miliardi di euro. Nei grandi centri l’imposta quest’anno sarà superiore ai 2mila euro. Roma, Siena e Padova guidano la classifica dei capoluoghi più cari, ultima Catanzaro.

Il 17 giugno (cadendo il 16 di domenica), si versa dunque la metà dell’importo dovuto: circa 11 miliardi di euro. Nel 2024, considerando anche la seconda rata da pagare il 16 dicembre, il peso dell’Imu raggiungerà – dal 2012, anno della sua istituzione con la manovra Monti – la cifra di quasi 300 miliardi di euro in 13 anni. Il calcolo è dell’associazione dei proprietari, che evidenzia come l’imposta sia “dovuta persino per gli immobili inagibili e inabitabili. Sia pure con base imponibile ridotta alla metà“. Inoltre “eliminare – simbolicamente – questa forma di tassazione particolarmente odiosa costerebbe poco più di 50 milioni di euro“.

L’Imu come una patrimoniale

Tra il 2011 e il 2022 gli immobili ridotti alla condizione di ruderi sono più che raddoppiati, passando da 278.121 a 610.085 (+119%). Si tratta di immobili, appartenenti per il 90% a persone fisiche, che raggiungono condizioni di fatiscenza per il semplice trascorrere del tempo. Ma anche per effetto di atti concreti dei proprietari finalizzati a evitare almeno il pagamento dell’Imu, afferma ancora Confedilizia.

Toglierla nei piccoli borghi

L’Imu, come tutte le patrimoniali, è un’imposta progressivamente espropriativa dei beni che colpisce” dichiara il presidente Giorgio Spaziani Testa. “Il fatto che questi beni siano gli immobili, vale a dire la tradizionale forma di investimento degli italiani, rende particolarmente pesante l’impatto del tributo, anche sul piano sociale. Chiediamo al Governo di avviare una graduale riduzione di questa imposta nemica del risparmio e della crescita. Si potrebbe cominciare eliminandola sulle case in affitto con i contratti a canone concordato, per estendere l’offerta abitativa, e sugli immobili dei piccoli centri, per agevolare la rinascita di borghi e aree interne. Si scelgano delle priorità, ma occorre iniziare“.

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Chi paga questa imposta

L’Imu (Imposta municipale propria) è una delle principali imposte sulla casa. A pagare sono i proprietari di immobili, ossia fabbricati, aree fabbricabili e terreni agricoli. L’obbligo di versamento ricade, inoltre, sul titolare del diritto reale di usufrutto, uso, abitazione, enfiteusi, superficie. Sul genitore assegnatario della casa familiare a seguito di provvedimento del giudice, sul concessionario nel caso di concessione di aree demaniali e sul locatario per gli immobili concessi in locazione finanziaria dal momento della consegna e per tutta la durata del contratto.

Come si calcola l’Imu

Resta confermato, anche per il 2024, l’esonero per le abitazioni principali non di lusso, così come le agevolazioni e riduzioni tra cui quella prevista in caso di comodato d’uso gratuito. L’Imu è dovuta in due rate, acconto e saldo. Il calcolo si basa sulle aliquote dell’anno precedente, ma è possibile utilizzare l’aliquota dell’anno in corso se risulta più vantaggiosa, pagando l’intero importo in un’unica soluzione entro lunedì 17 giugno. Il saldo, invece, è da pagare entro il 16 dicembre. Il versamento può essere effettuato tramite il Modello F24 (standard o semplificato), la piattaforma PagoPA, o tramite bollettino postale approvato.

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