L’Inps, l’Istituto nazionale della previdenza sociale, ha aggiornato la pagina “Pensami” con le nuove regole della legge di Bilancio. Inserendo i propri dati anagrafici, il tipo di lavoro che si svolge e i dettagli sulla tipologia di contribuzione, si può avere un’idea di quando si andrà in pensione e quanti anni di contributi saranno necessari.
Fondamentale segnalare eventuali attività usuranti, lavoro precoce, servizio militare, riscatto di titoli di studio universitari o accredito figurativo della maternità obbligatoria fuori dal rapporto di lavoro. Sono tutti elementi che possono cambiare il calcolo degli anni necessari per l’accesso alla pensione. In un messaggio, l’Inps ha sottolineato di avere aggiornato gli adeguamenti agli incrementi alla speranza di vita dei requisiti pensionistici sulla base dello scenario demografico Istat mediano (base 2022) relativo alle tendenze di medio-lungo periodo del sistema pensionistico.
Il calcolo dell’Inps
Dunque secondo l’Inps quando riuscirà ad andare in pensione un 30enne che ha iniziato a lavorare da poco? E con quanti anni di contributi? A queste domande risponde il simulatore Pensami, appena aggiornato con le nuove regole della legge di Bilancio. Chi ha oggi 30 anni e ha cominciato a lavorare da poco riuscirà ad andare in pensione tra i 66 anni e 8 mesi – nel caso abbia versato 20 anni di contributi e maturato un assegno superiore a una certa soglia – e i 74 anni.
Un caso specifico? Stando al simulatore, un uomo nato all’inizio del 1994 che ha cominciato a lavorare all’inizio del 2022 e abbia almeno 20 anni di contributi andrà in pensione di vecchiaia a dicembre del 2063. Ovvero con 69 anni e 10 mesi di età. Per effettuare la simulazione occorre inserire nella pagina Pensami i propri dati anagrafici e il tipo di lavoro che si è svolto. Inoltre si può indicare a quali fondi pensioni per dipendenti si è aderito, oppure a quali gestioni separate, o ancora a che casse professionali. Si arriva quindi su una pagina che mostra i tipi di pensione a cui, ad oggi, si potrebbe accedere, e quando.
Come funziona il simulatore
Nel simulatore l’Inps ricorda di inserire dati fondamentali come eventuali attività usuranti, lavoro precoce, servizio militare, riscatto di titoli di studio universitari. Perché appunto possono cambiare il calcolo degli anni necessari per l’accesso alla pensione. In particolare sono aggiornati gli adeguamenti agli incrementi alla speranza di vita dei requisiti pensionistici. Sulla base dello scenario demografico Istat mediano (base 2022) relativo alle tendenze di medio-lungo periodo del sistema pensionistico e socio-sanitario elaborato dalla Ragioneria Generale dello Stato e pubblicato a dicembre 2023 sul sito istituzionale del Ministero dell’Economia e delle finanze.
La spesa per le pensioni
Nonostante la stretta sull’accesso alla pensione, l’Italia è il secondo paese dell’Unione europea con la più alta spesa per pensioni rispetto al Pil. Secondo un documento Eurostat, sui dati relativi al 2021 in Italia il rapporto tra la spesa per le pensioni e il Pil ha toccato il 16,3%, secondo solo alla Grecia (16,4%). Nell’insieme dei paesi Ue la spesa per le pensioni è arrivata nel 2022 a 1.882 miliardi di euro, il 12,9% del Pil dell’Unione. Rispetto all’anno precedente la spesa complessiva è cresciuta del 2,8% ma il rapporto con il Pil è diminuito di 0,7 punti (nel 2020, anno però in cui il Pil è caduto a causa del Covid, era al 13,6%). Seguono l’Italia l’Austria (15%) e la Francia (14,9%).