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Come si ampiamente preannunciato, il Consiglio direttivo della Bce ha deciso di tagliare i tre tassi di interesse di riferimento. Per una porzione dello 0,25%. Una boccata d’ossigeno per le imprese come per le famiglie, che potranno fare acquisti risparmiando, in alcun casi non poco. “I tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale”, si legge nella nota diffusa al termine della riunione del 6 giugno, si porteranno “rispettivamente al 4,25%, al 4,50% e al 3,75%”. Si tratta, per il tasso di riferimento, del primo taglio negli ultimi 8 anni. Quello precedente risale al marzo 2016.

Per il tasso sui depositi, invece, la Bce ha effettuato la prima riduzione del costo del denaro dal 2019. È dal luglio 2022, quando si è verificata l’impennata dei prezzi, che la Banca centrale europea ha deciso di alzare il costo del denaro. Gli esperti della Bce stimano che la crescita economica aumenti allo 0,9% nel 2024, all’1,4% nel 2025 e all’1,6% nel 2026. L’inflazione complessiva si collocherebbe in media al 2,5% nel 2024, al 2,2% nel 2025 e all’1,9% nel 2026. L’inflazione al netto della componente energetica e alimentare si porterebbe in media al 2,8% nel 2024, al 2,2% nel 2025 e al 2,0% nel 2026.

Quali effetti sui mutui

Manterremo un approccio dipendente dai dati, decideremo riunione per riunione” ha dichiarato la presidente della Bce, Christine Lagarde. “Non siamo vincolati a un percorso prestabilito su tassi“. Così appunto Largade nel corso della conferenza stampa dopo la decisione sui tassi. “Sulla base di una valutazione aggiornata delle prospettive di inflazione, della dinamica dell’inflazione di fondo, e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria, è ora opportuno moderare il grado di restrizione della politica monetaria. Dopo 9 mesi di tassi di interesse invariati” ha spiegato.

Tassi, cosa cambia adesso

Dopo 10 rialzi consecutivi” la Bce ha lasciato i tassi fermi. “Ma nella riunione del 6 giugno è arrivata l’auspicata riduzione il costo del denaro, sceso al 4,25%“. Lo afferma la Fabi (Federazione autonoma bancari italiani) in un’analisi sulla scia del del taglio dei tassi deciso dalla Bce. La Federazione autonoma dei bancari ricorda che già da alcuni mesi le banche, “in previsione di un ritorno a una politica monetaria meno restrittiva da parte dell’Eurotower, hanno anticipato la prevista riduzione dei tassi. E la discesa potrebbe proseguire nei prossimi mesi“. E sottolinea che ne derivano “vantaggi più significativi per le famiglie, sia per comprare casa sia per comprare automobili o elettrodomestici.

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Infatti i “tassi sui mutui sono già diminuiti a una media del 3,69%, rispetto a livelli medi superiori al 5% del 2023“. E secondo il sindacato “potrebbero calare ancora al 3,45%. Una riduzione che comporterà, nel caso di un prestito immobiliare di 25 anni da 200.000 euro, un risparmio complessivo di quasi 62.000 euro (-17%)“, si legge nel report.

E ancora: “I tassi sul credito al consumo sono scesi a una media dell’8,93%, dopo picchi superiori al 14%, e potrebbero calare ancora all’8,5%. Vuol dire che un’auto da 25.000 euro comprata interamente a rate, con un finanziamento di 10 anni, costerà quasi 11.000 euro in meno (-22,2%) rispetto al 2023. Mentre per una lavatrice da 750 euro, con un credito di 5 anni, il risparmio, nei prossimi mesi, sarà di 155 euro (-14%)

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