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Le imprese come Zoom, che avevano registrato guadagni record durante la pandemia di Covid, stanno ora subendo perdite significative. Complessivamente hanno segnato un calo del valore di mercato di 1,5 miliardi di dollari. E ciò in quanto gli investitori hanno voltato le spalle a molti dei titoli che erano stati ‘premiati’ durante i primi lockdown.

Secondo i dati di S&P Global, riportati dal Financial Times, i gruppi aziendali tecnologici dominano ancora l’elenco delle 50 società con un valore di mercato superiore a 10 miliardi di dollari. Si tratta di big tech che avevano registrato i maggiori guadagni percentuali nel 2020: l’anno dell’esplosione della pandemia di Covid. Tuttavia, adesso, 4 anni più tardi, questi ‘vincitori’ – economicamente parlando – della pandemia hanno collettivamente perso più di un terzo del loro valore di mercato totale.

Il caso di Zoom

Ovvero, come sopra accennato, l’equivalente di 1,5 miliardi di dollari, dalla fine del 2020 a oggi. È il caso della società di videoconferenze Zoom, le cui azioni sono salite fino al +765% nel corso del solo anno 2020. Prima di allora Zoom non era così conosciuta dagli utenti, come oggi. Grazie al passaggio delle aziende allo smart working a causa del lockdown, quindi della chiusura di pressoché tutte le attività lavorative esterne, la società è stata al top delle connessioni alla sua piattaforma di riunioni virtuali.

Adesso, finito non tanto lo smart working – che anzi si è imposto come una nuova e diffusa modalità lavorativa – quanto piuttosto il massiccio ricorso a esso da parte delle aziende, Zoom è stata fra le società che più hanno perso. Dalla fine del 2020 a oggi le sue azioni sono scese di circa l’80%. Ciò significa un calo del valore di mercato di oltre 77 miliardi di dollari.

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Crollo per le cyclette

Fra i big che stanno perdendo di più non c’è però soltanto Zoom. C’è anche RingCentral. Si tratta di una società di comunicazione basata sul cloud, che aveva registrato un’impennata nel boom del lavoro a distanza del 2020. Ebbene, RingCentral ha perso circa quasi il 90% del suo valore, più di Zoom. E ciò in quanto che si trova a competere con giganti della tecnologia come Alphabet e Microsoft.

La perdita di valore delle azioni di Peloton, invece – un produttore di cyclette e tapis roulant – è stato di oltre il 97% dalla fine del 2020. Pari a una perdita di valore di mercato di circa 43 miliardi di dollari. Di conseguenza, oltre alle dimissioni dell’amministratore delegato Barry McCarthy, Peloton ha annunciato un taglio del 15% della sua forza lavoro, l’ultima di una serie di misure di risparmio.

Perché così tante perdite

Le forti perdite delle aziende tecnologiche come Zoom, ma non solo, sono dovute a una serie di motivi. In primo luogo al fatto che la forte accelerazione di tendenze come la videoconferenza e gli acquisti online si è rivelata meno duratura del previsto. Un maggior numero di lavoratori è tornato in ufficio; gli alti tassi di interesse sui prestiti finanziari e l’aumento dell’inflazione hanno colpito la domanda di e-commerce.

Il caso Tesla

In termini percentuali, Tesla è stata la più grande vincitrice del 2020. Il valore di mercato del produttore di auto elettriche è balzato del +787% a 669 miliardi di dollari alla fine di dicembre. Tuttavia in 3 anni e mezzo è scivolato a 589 miliardi di dollari. Sea, società Internet con sede a Singapore, si è piazzata al secondo posto. Il suo valore di mercato è balzato da 19 a 102 miliardi di dollari in seguito a un’impennata durante la pandemia. E questo per per tutte e tre le sue attività principali: giochi, commercio elettronico e pagamenti digitali. Da allora, però, l’azienda ha perso oltre il 60% del suo valore a fine 2020 a causa dei timori di un rallentamento della crescita. Anche i gruppi di e-commerce Shopify, JD.com e Chewy, che inizialmente hanno prosperato con l’aumento della spesa online, hanno subito forti perdite.

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