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Milano e tutto il Nord Italia – una delle zone più ricche d’Europa – è a rischio di ‘glaciazione’ demografica. I decessi superano di gran lunga le nascite, come del resto in tutta Italia, uno dei paesi più ‘vecchi’ del mondo. Se non arriveranno presto nuovi emigrati dall’estero e non ci sarà un’inversione nel trend negativo delle nascite, entro il 2040 mancheranno 2,3 milioni di residenti. Ciò significa che si restringerà il mercato interno, così come i consumi e gli investimenti.

I dati parlano chiaro. Tra 17 anni si passerà dai 27,4 milioni di abitanti del Nord (dato del 2023) a 25,1 milioni. Lo si afferma in uno studio della Fondazione Nordest, partendo dal record negativo di natalità registrato lo scorso anno nel nostro Paese. Gli effetti più pesanti si vedranno in Lombardia: -673mila residenti entro il 2040. Ma anche in Piemonte (-493mila) e in Veneto (-387mila). Per il Veneto in particolare la Fondazione Nordest ipotizza che la popolazione diminuirà dagli attuali 4.849.553 residenti ai 4.688.294 del 2030. Per scendere ulteriormente ai 4.461.849 del 2040: una perdita dell’8%.

Il Nord quasi senza bambini

Nel dettaglio, l’Istat ha certificato l’undicesimo anno di calo delle nascite 2013. Rispetto ai 577mila del 2008, nel 2023 sono nati appena 379mila bambini. Un crollo dei numeri differenziato a livello regionale con riduzioni importanti al Nord. “Il numero medio di figli per donna che scende da 1,24 nel 2022 a 1,20 nel 2023, diminuisce in tutto il territorio nazionale“. Al Nord passa da 1,26 nel 2022 a 1,21 nel 2023, nel Centro da 1,15 a 1,12; il Mezzogiorno, con un tasso di fecondità totale pari a 1,24, il più alto tra le ripartizioni territoriali, registra una flessione inferiore rispetto all’1,26 del 2022.

Nel 2023 i nati residenti in Italia sono stati, come detto, 379mila con un tasso di natalità pari al 6,4 per mille (era 6,7 per mille nel 2022). La diminuzione delle nascite rispetto al 2022 è di 14mila unità (-3,6%). Dal 2008, ultimo anno in cui si è assistito in Italia a un aumento delle nascite, il calo è di 197mila unità (-34,2%). Il numero medio di figli per donna scende così da 1,24 nel 2022 a 1,20 nel 2023, avvicinandosi di molto al minimo storico di 1,19 figli registrato nel lontano 1995.

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Residenti in calo in Italia

In Italia anche la popolazione residente è in lieve diminuzione. All’1 gennaio 2024 è pari a 58 milioni 990mila unità (dati provvisori), in calo di 7mila unità rispetto alla stessa data dell’anno precedente (-0,1 per mille abitanti). Confermando quanto già emerso nel 2022 (-33mila unità) prosegue il rallentamento del calo di popolazione che, dal 2014 al 2021 (-2,8 per mille in media annua), ha contraddistinto il nostro Paese nel suo insieme. La variazione della popolazione rivela un quadro eterogeneo. Nel Mezzogiorno la variazione è negativa (-4,1 per mille). Al Nord, invece, aumenta del 2,7 per mille. Stabile quella del Centro (+0,1 per mille).

Calano i decessi: nel 2023 sono 661mila, l’8% in meno sul 2022, con una diminuzione di 54mila unità sull’anno precedente. Il calo del numero totale coinvolge soprattutto la popolazione anziana. Il 75% della diminuzione rilevata interessa, in particolare, i cittadini con più di 80 anni, sia al Nord che altrove. Il calo della mortalità si traduce in un cospicuo balzo in avanti della speranza di vita alla nascita che si porta a 83,1 anni nel 2023, guadagnando sei mesi sul 2022. Tra gli uomini la speranza di vita alla nascita raggiunge gli 81,1 anni (+6 mesi sul 2022) mentre tra le donne si riscontra un dato di 85,2 anni e un guadagno sul 2022 leggermente inferiore a quello maschile (+5 mesi).

Ci sono più 80enni che bambini

All’1 gennaio 2024 la popolazione residente al Nord e in tutta Italia presenta un’età media di 46,6 anni, in crescita di due punti decimali (circa tre mesi) rispetto al primo gennaio 2023. La popolazione ultrasessantacinquenne, che nel suo insieme a inizio 2024 conta 14 milioni 358mila individui, costituisce il 24,3% della popolazione totale, contro il 24% dell’anno precedente. Aumenta il numero di ultraottantenni, i cosiddetti grandi anziani. Con 4 milioni 554mila persone, quasi 50mila in più rispetto a 12 mesi prima, questo contingente ha superato quello dei bambini sotto i 10 anni di età: 4 milioni 441mila individui. La Liguria è la regione più anziana. Il numero stimato di ultracentenari raggiunge a inizio 2024 il suo più alto livello storico, superando le 22mila e 500 unità, oltre 2mila in più rispetto all’anno precedente.

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