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Un secco botta e risposta tra i ministri Giorgetti e Tajani con al centro il tema del nuovo decreto sul Superbonus edilizio sta scuotendo il Governo Meloni. Il provvedimento è ora all’esame della Commissione Finanze del Senato. Il vicepremier forzista si è affrettato a stemperare i toni in tarda mattinata, l’11 maggio: “Giancarlo Giorgetti è un caro amico, ottimo ministro. Non è che per un emendamento traballa il Governo”.

Ha poi aggiunto che il confronto “è normale amministrazione“. Ma incombe l’assunto che ha dato adito allo scontro: “Rimane un principio in contrasto con la nostra civiltà giuridica: non si possono imporre norme con effetto retroattivo“. Non rinuncia comunque a una precisazione piccata, Tajani. “Anche il ministro Giorgetti se ne farà una ragione. Perché prima di votare un emendamento che non è del Governo, ma del Ministero, noi in Parlamento vogliamo valutare se è un emendamento che rispetta le regole fondamentali della nostra civiltà giuridica“.

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Superbonus e sismabonus

A innescare la miccia è stato il testo del decreto legge emendato dal Governo. Un testo che contiene la norma che prevede la ripartizione della detrazionein dieci quote annuali di pari importo” per le spese legate al Superbonus sostenute nell’anno 2024. La novità, quindi, sarà retroattiva fino al gennaio 2024 e si applicherà anche al sismabonus. La norma, che vale anche per gli studi finanziari, non tocca invece le persone fisiche.

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La retroattività non è piaciuta neppure alla Confindustria, sebbene l’associazione degli industriali ammetta e comprenda le ragioni di sostenibilità dei conti pubblici per le quali il Governo può disporre lo spalma-crediti per decreto legge a vigenza immediata. “Ma allora lo si applichi solo per crediti maturati da spese sostenute successivamente a quella data“, ha detto Maurizio Mareschini, numero due di Confindustria.

Parole ‘incendiarie’

Di prima mattina, l’11 maggio, avevano acceso gli animi sul Superbonus le parole di Giorgetti alla presentazione delle liste della Lega per le elezioni europee. “Tajani quando leggerà l’emendamento capirà il buon senso che l’ha ispirato” aveva asserito il ministro. “Credo che se ne farà una ragione anche lui, perché altrimenti dovremo andare a ridiscutere tante spese che abbiamo“. “Io ad esempio – ha aggiunto il ministro dell’Economia – non è che introduco il tema se è opportuno tenere tutte queste missioni militari che abbiamo nel mondo. Magari potremo ridispiegare nel Mediterraneo“.

Il testo dell’emendamento

La detraibilità in 10 anni delle spese per interventi col Superbonus riguarda un ammontare di detrazioni fruibili pari a quasi 12 miliardi tra il 2024 e il 2025. Emerge dalla relazione tecnica all’emendamento del Governo al decreto. “Ai fini della stima si considerano l’ammontare di detrazioni fruibili per l’anno 2024 pari a circa 6.211 milioni di euro e per l’anno 2025 pari a circa 5.780 milioni di euro. Scontati nelle previsioni di bilancio” si legge.

Le nuove norme non si applicano ai soggetti che abbiano acquistato le rate dei predetti crediti a un corrispettivo pari o superiore al 75% dell’importo delle corrispondenti detrazioni. In pratica, la norma non penalizza gli istituti finanziari che hanno acquistato i crediti senza un eccessivo sconto. Negli altri articoli dell’emendamento al decreto Superbonus si prevede un fondo da 35 milioni per il 2025 per gli interventi di riqualificazione nelle aree interessate da piccoli interventi sismici. E finanziamenti per 100 milioni per il 2025 la riqualificazione energetica e strutturale. Che a farla siano enti del terzo settore, onlus, organizzazioni di volontariato e dalle associazioni di promozione sociale.

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