Negli ultimi anni, dal 2021, i costi delle materie prime dell’energia sono in costante calo, tuttavia le bollette di luce e gas sono gravate da tariffe sempre più elevate. Un’analisi dell’Ufficio studi della Cgia di Mestre (Venezia), ossia della Associazione Artigiani e Piccole Imprese Mestre, ha dimostrato come per quanto riguarda lo scorso febbraio i costi di mercato del gas naturale – 28 euro a Megawatt Ora (Mwh) – e dell’energia elettrica – 87 euro – sono tornati agli stessi livelli del mese del giugno di 3 anni fa.
Eppure le bollette di luce e gas che ogni bimestre le famiglie italiane pagano sono aumentate paurosamente rispetto a tre anni fa. La Cgia ha calcolato l’aumento all’anno, ovvero non su base bimestrale ma appunto sui 12 mesi. Ebbene, in media le bollette sono cresciute di 328 euro (+26,2%), di cui 153 euro (+24,2%) per la luce e 175 euro (+28,1%) per il gas. In ogni caso, la differenza fra le varie zone d’Italia c’è, eccome. Si va da aumenti di oltre 450 euro al Nord ad aumenti di ‘soli’ 260 euro al Centro.
Bollette care oltre ogni limite
A livello territoriale è il Nord-Est l’area dell’Italia che ha subito i rincari più elevati. Sempre tra il 2021 e il 2023, infatti, in Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige l’aumento medio annuo per le tariffe di luce e gas è stato di +457 euro (+33,6%). Seguono il Nord-Ovest con +316 euro (+23,9%), il Mezzogiorno con +304 euro (+26,6%) e, infine, il Centro con +260 euro (+21,1%).
L’escalation dei prezzi della luce nel triennio ha interessato tutti. Ma come era prevedibile per gli utenti del mercato tutelato – circa un terzo del totale – la variazione (+34%) è stata inferiore rispetto a quella del mercato libero (+136,3%). Per il gas, invece, i dati che la Cgia di Mestre ha elaborato non consentono di calcolare la variazione dei prezzi tra mercato tutelato e mercato libero. I dati relativi all’anno 2023 consentono tuttavia una comparazione con il 2022.
E anche qui mentre i prezzi del “tutelato” sono stati in diminuzione (-31%) per il mercato libero c’è stato ancora un aumento (+6,7%). Gli ultimi dati disponibili (primo semestre 2023) evidenziano che mediamente il prezzo italiano dell’energia elettrica era pari a 378,2 euro per Megawatt Ora: il quarto più alto dell’Area Euro, dietro Germania (412,5 euro), Belgio (435) e Paesi Bassi (475). Per il gas, sempre nel primo semestre 2023 il prezzo italiano era pari a 98,1 euro per MWh, tra i più bassi dell’Eurozona.
“Quota fissa”, inflazione, mercato libero
Questi rincari sono avvenuti nonostante i prezzi delle materie prime siano sostanzialmente in calo dalla fine del 2022 e i Governi Draghi e Meloni abbiano erogato quasi 100 miliardi di euro per contrastare il caro-energia a famiglie e imprese. Secondo la Cgia, ciò è dovuto principalmente all’aumento “rilevante“, dice la Cgia, della quota fissa in bolletta. Ossia delle caparre e cauzioni in capo all’utente. Una misura decisa dai distributori e fornitori di energia per far fronte alla mancanza di liquidità che, soprattutto nel 2022, li ha colpiti.
Anche l’inflazione presente nel settore energetico ha concorso a far salire le bollette, avendo contribuito a impennare gli indici dei prezzi al consumo del gas del 60,4% e della luce del 93,1%. La Cgia di Mestre ha fatto altresì presente che da gennaio 2024 è terminato il servizio di tutela per il gas, secondo un progressivo piano di passaggio al mercato libero. Mentre per luglio 2024 è prevista la fine graduale di quello tutelato per l’energia elettrica. Tutti fattori che non necessariamente garantiranno una diminuzione delle tariffe in bolletta per gli utenti.