La Pac, la Politica agricola comune, è a una svolta. A Bruxelles il Consiglio Agricoltura dell’Unione europea, tenutosi lo scorso 26 febbraio, ha registrato il fatto che “le opzioni che la Commissione ha presentato vanno nella giusta direzione. Ora, però, occorre mettere a punto un calendario preciso per le decisioni da assumere ai fini di una reale semplificazione degli oneri burocratici della Pac in linea con le richieste degli agricoltori”.
Nella stessa giornata si è svolta nella capitale belga l’assemblea straordinaria di Confagricoltura che ha varato un pacchetto di proposte per semplificare la Pac e rilanciare la competitività del settore agricolo. Nella nota diffusa a conclusione della riunione ministeriale, è stato evidenziato che “il Consiglio ha insistito sulla necessità di una revisione degli atti fondamentali della Pac. La revisione dovrebbe cominciare al più presto. A questo proposito, il Consiglio ha sottolineato la propria determinazione e volontà politica di assicurare una risposta efficace alle preoccupazioni degli agricoltori“, afferma Confagricoltura.
Pac, i punti che gli agricoltori criticano
Insomma, nonostante la prossima scadenza della legislatura europea è ancora possibile raggiungere un accordo per modificare alcune disposizioni della Pac. Bisogna affrettarsi, però, perché a giugno ci sono le elezioni del Parlamento Ue. Confagricoltura rileva che le critiche espresse dai ministri hanno riguardato, in particolare, due obblighi da sempre contestati dall’organizzazione.
Ossia la rotazione obbligatoria delle colture e destinazione ai fini non produttivi dei terreni. La parola passa ora alla Commissione Ue che ha il potere d’iniziativa legislativa. La presidenza belga ha dichiarato che riferirà alla prossima riunione dei capi di Stato e di governo, in programma il 21 e 22 marzo. L’auspicio è che dai leader dei 27 Stati membri giunga l’invito all’Esecutivo di procedere celermente nella direzione indicata dai ministri dell’Agricoltura. Durante la riunione del Consiglio Agricoltura, è stata anche esaminata l’evoluzione delle importazioni agroalimentari dall’Ucraina.
Grano ucraino, boom di importazioni
In relazione alla Pac, la Commissione di Ursula von der Leyen ha presentato una proposta di regolamento per prorogare fino a giugno 2025 la sospensione dei dazi doganali. Sebbene con l’introduzione di “freni di emergenza” in caso di superamento di livelli prefissati per alcuni prodotti sensibili. Ad esempio pollame, uova e zucchero. Secondo Confagricoltura, la proposta della Commissione è insufficiente perché dovrebbe essere fatto il punto sulle conseguenze che l’aumento delle importazioni dall’Ucraina ha avuto in termini di contrazione dei prezzi per cereali e semi oleosi nella Ue. Stando ai dati della Commissione, gli arrivi di grano ucraino sono aumentati del 40% da gennaio a ottobre dello scorso anno rispetto allo stesso periodo del 2022.
Nei giorni scorsi, la Commissione Agricoltura del Parlamento europeo ha chiesto di includere cereali, semi oleosi e miele nella lista dei prodotti sensibili. E che il “freno di emergenza” – in buona sostanza il ripristino dei dazi alle dogane – si attivi in caso di superamento della media delle importazioni dall’Ucraina nel biennio 2021-2022. Confagricoltura ha invitato gli europarlamentari italiani a far blocco sulla posizione della Commissione Agricoltura per il rinnovo della Pac. Il sostegno all’Ucraina è naturalmente fuori discussione.
Oltre alla sospensione dei dazi, l’Unione ha attivato i “corridoi di solidarietà” per sostenere le esportazioni agroalimentari di Kiev e altre iniziative possono essere studiate. Ad esempio, l’acquisto di prodotti ucraini da parte della Ue per il successivo invio ai paesi meno avanzati dipendenti dalle importazioni per la copertura del fabbisogno alimentare interno. L’equilibrio sui mercati europei va, però, ristabilito.