Almeno 5 operai morti e 3 feriti di cui due gravi ma non in pericolo di vita nella strage sul lavoro a Firenze del 16 febbraio. Questo il primo bilancio del disastro. Al mattino, poco prima delle 9, è crollata una trave di cemento in un cantiere per la costruzione di un supermercato Esselunga in via Mariti nell’area dell’ex panificio militare. Si sono verificati altri crolli a catena che hanno travolto i lavoratori. Le speranze di trovare in vita i dispersi sono scarse.
Una delle vittime è Luigi Coclite, un 60enne originario di Teramo e residente a Collesalvetti, in provincia di Livorno. I tre feriti ricoverati all’ospedale Careggi sono tutti e tre originari della Romania: hanno 37, 48 e 51 anni. “Morire sul lavoro ancora oggi è inaccettabile e vergognoso” ha dichiarato la vice presidente della Fondazione Anmil ‘Sosteniamoli Subito’ Paola Batignani.
La donna è vedova di Alessandro Rosi, morto nel 2019 nel capannone di un’acciaieria di Cremona dove era stato allestito un cantiere per lavori di manutenzione. L’operaio rimase schiacciato da una trave. “Ma soprattutto quello che è grave – ha affermato Batignani – è che non siamo capaci di rispettare norme e mezzi di protezione che potrebbero salvare la vita di centinaia di lavoratori. Lasciamo invece che imprenditori senza scrupoli non ci rimettano nulla e la loro responsabilità finisca con un patteggiamento e nessuno paghi veramente per questa morti ingiuste ed evitabili“.
Morti sul lavoro in Italia, quanti sono
Quanti sono gli operai e i lavoratori italiani e stranieri che muoiono nel nostro Paese sui luoghi di lavoro? Si parla di una media di 3 morti al giorno. “Negli ultimi 15 anni sono stati 20mila” ha ricordato il 16 febbraio alla trasmissione Rai Il cavallo e la torre l’ex presidente dell’INPS, Tito Boeri. L’Italia è uno dei paesi europei con il maggior numero di vittime sul lavoro, le cosiddette morti bianche.
Boeri ha sottolineato come muoiano nel compimento delle loro funzioni 2,5 lavoratori ogni 100mila abitanti, a fronte di una media europea di 1,8 ogni 100mila abitanti. È vero che il nostro sistema conta anche i decessi “in itinere“, cioè considera morti sul lavoro anche coloro che restano vittime di incidenti lungo il percorso da e per i luoghi di lavoro. “Ma anche considerando questo – ha spiegato Boeri – resta sempre un valore troppo alto” quello delle vittime di incidenti sul lavoro in Italia.
Perché queste stragi
A cosa è dovuta questa piaga che appare inarrestabile? Da un lato a un sistema di subappalti e appalti al massimo ribasso che favorisce la non osservanza delle regole di sicurezza nei cantieri. Dall’altro alla pressoché totale assenza di controlli e alla carenza numerica di ispettori che vanno a verificare la situazione sui luoghi di lavoro. Ogni anno in Italia si passa al setaccio dei controlli sulla sicurezza soltanto l’1% delle aziende.
“Nel 2023 ci sono stati mille morti sul lavoro – ha dichiarato il segretario della Cgil, Maurizio Landini – e spesso questi incidenti sono prodotti dal sistema del subappalto e della logica degli appalti al massimo ribasso“. “Voglio ricordare però – ha aggiunto – che è stato questo Governo a modificare il codice degli appalti e a reintrodurre il subappalto a cascata“. Dura la risposta della Lega in una nota. “Sono disgustose le parole di Maurizio Landini, che commenta l’incidente sul lavoro a Firenze incolpando anche il nuovo codice degli appalti. Il segretario della Cgil ignora che le nuove norme sono state volute dall’Europa, tanto che l’Italia era a rischio infrazione, e che nulla c’entrano con la tragedia. Il livore ideologico della Cgil non si ferma neppure davanti alle tragedie“.