La NASPI (o disoccupazione), è un sussidio erogato dall’INPS ai lavoratori che hanno perso il lavoro involontariamente. Si tratta di un sostegno provvisorio con auspicabile reintroduzione nel mondo del lavoro. Esistono dei casi in cui, però, può essere percepita anche durante un nuovo impiego.
La NASPI (Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego), è un sussidio di disoccupazione erogata dall’INPS ai lavoratori che hanno perso il lavoro involontariamente. Il sostegno economico è provvisorio e auspica a fornire un aiuto economico fino ad nuova reintroduzione nel mondo del lavoro. Pertanto, in caso di nuovo lavoro, la disoccupazione è sospesa. Tuttavia, esistono degli estremi per i quali la NASPI continua ancora ad essere fornita, anche nel caso di una nuova occupazione. Di seguito osserviamo i casi nel dettaglio.
NASPI percepita da lavoratori a tempo determinato
Innanzitutto, vale la pena ricordare che la normativa prevede che la NASPI sia erogata solo nel caso in cui il lavoratore abbia perso il lavoro involontariamente. Quando si presenta la richiesta di disoccupazione, infatti, bisogno fare dichiarazione all’INPS della perdita di lavoro. Il sussidio è fornito solo a chi fa richiesta. E, nel caso in cui tra la domanda di disoccupazione e la ricezione effettiva della NASPI si trova un nuovo impiego, la ricezione dell’indennità sarà sospesa. Fare richiesta del sussidio significa anche comunicare la disponibilità ad un nuovo lavoro, che segue lo svolgimento anche di attività e progetti mirati al reinserimento.
Fatte queste dovute premesse, in linea generale, si può affermare che la NASPI non è compatibile con il lavoro. Infatti, svolgere un’attività in nero o con contratto mentre si riceve l’indennità è un illecito che prevede sanzioni. Di conseguenza, quando si inizia una nuova attività lavorativa è necessario fare delle dovute valutazioni. Innanzitutto, se si tratta di un contratto a tempo determinato occorre valutare lo stipendio. Qualora questo sia inferiore rispetto alla NASPI, allora si potrebbe avere diritto a continuare a ricevere un’indennità parziale. Di base, comunque, la NASPI può essere compatibile con il lavoro solo con un contratto dipendente a tempo determinato inferiore a 6 mesi con reddito inferiore a 8174,00 euro (come da Circolare numero 94 del 12/05/2015).
Lavoro autonomo e part-time
Per quanto riguarda, invece, le tipologie di contratto a tempo indeterminato l’indennità sarà sospesa a prescindere dal reddito. Nel caso di lavoro autonomo, la NASPI è compatibile con lo svolgimento di attività professionale o imprenditoriale (anche occasionale) dal quale derivi un reddito inferiore a 4.800 euro annui (5.000 euro per il lavoro occasionale accessorio). In questo caso il lavoratore deve, entro un mese dell’inizio dell’attività o entro un mese dalla domanda di NASPI in caso di lavoro preesistente, comunicare all’INPS il reddito annuo previsto. Qui l’indennità è ridotta dell’80% del reddito previsto, rapportato al periodo di tempo che intercorre tra l’inizio dell’attività e la fine dell’indennità.
Infine, esiste anche la possibilità di ricevere la NASPI in caso di lavoro part-time. Nel caso in cui il soggetto perda uno di due lavori part-time ha diritto a beneficiare della disoccupazione per quello perduto, continuando a svolgere anche l’altra attività purché essa non superi gli 8.145 euro annui. In definitiva vale la pena chiarire che, nel caso di qualsiasi dichiarazione falsa, si rischiano sanzioni importanti.