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La crescita dell’economia italiana sta rallentando: nel 2023 il Pil dell’Italia registrerà un aumento dello 0,7% e manterrà lo stesso passo nel 2024 per poi risalire all’1,2% nel 2025. Sono queste le previsioni contenute nell’ultimo Economic Outlook dell’Ocse, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico con sede a Parigi che riunisce 36 paesi membri di tutto il mondo.

L’Ocse in sostanza rivede al ribasso le stime per il Pil dell’anno in corso, inizialmente indicate a +0,8%. “La bassa crescita salariale e l’elevata inflazione hanno eroso i redditi reali è scritto nel rapporto. “Le condizioni finanziarie si sono inasprite e la maggior parte del sostegno fiscale eccezionale ha riguardato la crisi energetica, pesando sui consumi privati e sugli investimenti“.

Pil e inflazione

Il previsto calo dell’inflazione, i tagli mirati delle imposte sul reddito e la ripresa degli investimenti pubblici legati ai fondi New Generation EU (NGEU) compenseranno solo in parte questi ostacoli” sottolinea l’Ocse. I rischi, per il Pil ma non solo, sono dunque orientati al ribasso. “Il principale rischio al ribasso è un inasprimento delle condizioni finanziarie maggiore del previsto a causa della politica monetaria più restrittiva dell’area euro o di un aumento del premio per il rischio sui titoli di Stato italiani“.

Una crescita economica difficile

Anche la crescita globale è destinata a rimanere modesta, con l’impatto del necessario inasprimento della politica monetaria. Ma anche a causa della debolezza del commercio e del calo della fiducia delle imprese e dei consumatori che si fa sempre più sentire. L’Ocse prevede per il futuro prossimo una crescita del Pil mondiale del 2,9% nel 2023, seguita da un lieve rallentamento al 2,7% nel 2024 e da un lieve miglioramento al 3,0% nel 2025. Si prevede inoltre che l’Asia continuerà a rappresentare la maggior parte della crescita globale nel 2024-25, come ha fatto nel 2023.

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L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico rileva inoltre che anche in Italia “gli effetti dell’inasprimento monetario hanno iniziato a farsi sentire“. L’Ocse giudica “ampiamente neutrale” la politica di bilancio nella Penisola, prevedendo che “limiterà il rallentamento della crescita (del Pil, ndr.) ma ci sono margini per migliorare il bilancio più rapidamente di quanto attualmente previsto e per mettere le finanze pubbliche su un percorso più prudente.

“Contenere la spesa pubblica”

Le spese pubbliche devono essere contenute – si legge ancora nel capitolo dedicato all’Italia – anche guardando a opzioni per ridurre la spesa sulle pensioni. E aumentando l’ambizione delle spending review. La velocità di attuazione dei piani pubblici di investimento e delle riforme del PNRR sarà cruciale per sostenere la crescita e ridurre l’incidenza del debito“.

Sul Pil e le difficoltà di crescita dell’economia nostrana è intervenuta in prima persona la capoeconomista dell’Ocse, Clare Lombardelli. “Per quanto riguarda l’Italia, la sua situazione è simile a quella di altri paesi europei” ha dichiarato in conferenza stampa. “Con un restringimento della politica monetaria, prevediamo che i dati sulla crescita ritroveranno i loro migliori livelli nel 2025. Per l’Italia bisognerebbe porre l’accento sulla politica dell’offerta, accrescere la concorrenza nel settore dei servizi, in particolare i servizi alle imprese, riformare la giustizia civile“. “Queste riforme – ha aggiunto Lombardelli – sono in corso e consentiranno di rendere nuovamente dinamica l’attività economica”. Per l’Ocse è inoltre urgente “offrire maggiori opportunità di assistenza all’infanzia per favorire l’occupazione femminile”.

 

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