Quando si parla di lavoro irregolare, o in nero, a rischiare sanzioni importanti non sono soltanto i datori ma anche il lavoratore stesso che accetta tali condizioni d’impiego.
Il lavoro irregolare (o in nero) è un tipo di pratica assolutamente vietata e in quanto tale prevede importanti sanzioni per le aziende o le diverse tipologie di datore di lavoro che non somministrato un contratto regolare al dipendente. I rischi in fatto di sanzioni, oltre all’evidente assenza di tutela, sono però anche per il lavoratore che si sottopone a tale condizione.
Cosa rischiano i datori di lavoro irregolare
Il lavoro irregolare si caratterizza per essere privo di un regolare contratto e una successiva fattura. In questo modo l’azienda (ed ogni datore in generale) non deve versare né tasse, né contributi. Tuttavia, essendo la parte più debole, a farne le spese è proprio il dipendete che, privo di un contratto, non ha copertura assicurativa e nessun tipo di tutela, anche nel caso di licenziamento. Le sanzioni per il datore di lavoro che assume lavoratori in nero sono indicate del Decreto Semplificazioni (d.lgs. 151/2015) attuativo del Jobs Act.
Il decreto legislativo prevede importi per fasce, proporzionati a tutta la durata della violazione. Un datore di lavoro che impiega personale in maniera irregolare rischia sanzioni per ogni lavoratore occupato in nero. L’importo, nello specifico, è calcolato in base ai giorni effettivi di lavoro di ciascun lavoratore. Come si apprende dalla Legge Bilancio, nel dettaglio il datore rischia da 1.800€ a 10.800€ per ogni lavoratore irregolare fino a 30 giorni di impiego effettivo. Da 3.600€ a 24.600€ per ogni lavoratore irregolare con impiego effettivo compreso tra 31 e 60 giorni. Da 7.200€ a 43.200€ per ogni lavoratore irregolare con impiego effettivo superiore a 60 giorni.
Per quanto riguarda i lavoratori extracomunitari, senza permesso di soggiorno e impiegati irregolarmente, si può ricorrere anche in sanzioni, non solo pecuniarie, ma anche penali. Tuttavia, se il datore di lavoro si serve della diffida obbligatoria può ridurre le sanzioni previste. In questo caso il lavoratore deve essere regolarizzato entro 120 giorni con un contratto indeterminato o determinato (non inferiore a tre mesi).
Cosa rischia il dipendente
Come anticipato i rischi derivanti dal lavoro irregolare sono anche per i dipendenti. In alcuni casi, infatti, anche il lavoratore può essere sottoposto a sanzioni. Innanzitutto, quando scoperto è segnalato subito alla Procura della Repubblica e le sanzioni variano rispetto al fatto che il dipendente in nero percepisca o meno la disoccupazione. In sostanza se l’impiegato in nero ha presentato all’INPS, o ad un centro per l’impiego, lo status di disoccupato (ma non percepisce alcuna indennità) commette il reato di Falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico. Per questa è prevista una reclusione fino a 2 anni.
Invece, per il lavoratore in nero che percepisce l’indennità di disoccupazione, oppure beneficia di bonus e ammortizzatori sociali per il suo status da disoccupato, è prevista una contestazione per indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato. Anche in questo caso si va sul penale e la reclusione va dai 6 mesi ai 4 anni. Se, tuttavia la somma percepita è inferiore a 4mila euro si applica una sanzione amministrativa che va dai 5.164 ai 25.822 euro. A questo si aggiunge, ovviamente, l’obbligo a dover restituire quanto percepito indebitamente.
Denunciare
Il lavoro in nero è una violazione della legge e in quanto tale può essere denunciato. I fatti irregolari possono essere denunciati innanzitutto all’Ispettorato del Lavoro. Riportare i dati relativi alle attività e alla mansioni svolte. La denuncia non può essere anonima e occorre riportare l’indirizzo della ditta, il giorno di inizio del lavoro, gli orari di lavoro e la retribuzione percepita. Infine, si devono procurare prove ed eventuali testimoni.
In alternativa è possibile rivolgersi anche all’ufficio vertenze e legale di un sindacato per ottenere la consulenza delle associazioni di categoria. Infine, per denunciare il lavoro in nero si può sporgere denuncia presso la Guardia di Finanza. In conclusione, è bene precisare che, seppur non si può svolgere una denuncia in anonimo in quanto sono previste raccolte dati, l’identità del denunciante non sarà rivelata all’azienda.