Conoscere cosa s’intende per contributi figurativi INPS e conoscere quando e perché vengono usati è importantissimo. In certi casi, infatti, essi risultano necessari ed è fondamentale sapere chi e come effettua i versamenti.
Quando si parla di contributi figurativi INPS si fa riferimento a contribuiti, senza onere a carico del lavoratore, che sono accreditati per alcuni periodi in cui non ha prestato, come scrive direttamente INPS: “Attività lavorativa né dipendente né autonoma, ha percepito un’indennità a carico dell’INPS, ha percepito retribuzioni in misura ridotta“. Ovvero un lavoratore che, per diversi motivi che chiariremo, non può svolgere la propria attività lavorativa per un certo periodo di tempo, continua comunque a ricevere la contribuzione che serve a formare la pensione che sarà percepita al momento opportuno.
Come si ottengono i contributi figurativi
I contributi figurativi non prevedono un esborso da parte del dipendente o del datore di lavoro. La copertura è accreditata sul conto assicurativo della persona che ne ha fatto richiesta o che ne ha diritto d’ufficio. Si tratta di un’agevolazione pensata per i lavoratori come strumento economico/assicurativo importante per diversi fattori. Infatti, i contribuiti figurativi coprono il tempo in cui una persona non può versare i contribuiti obbligatori, integrano contributi che derivano da una retribuzione ridotta o incrementano la contribuzione per i lavori svolti nel settore agricolo. Inoltre, è bene sapere che i contribuiti figurativi possono essere ottenuti d’ufficio rispetto ad alcuni motivi o con una richiesta scritta per altri motivi.
Sono versati d’ufficio quando subentra la cassa integrazione, quando vi è un’assunzione con contratto di solidarietà, quando si svolgono lavori socialmente utili o come indennità di mobilità o disoccupazione. Sempre d’ufficio la contribuzione figurativa per assistenza antitubercolare a carico dell’INPS.
Perché qualcuno li rifiuta?
I contributi figurativi si possono richiedere con domanda apposita, invece, in caso di servizio militare, malattia e infortunio, assenza dal lavoro per donazione sangue, congedo per maternità durante il rapporto di lavoro. Ancora sempre su richiesta scritta, per maternità al di fuori del rapporto di lavoro, congedo parentale durante il rapporto di lavoro, riposi giornalieri, assenze dal lavoro per malattie dei figli minori o congedo per gravi motivi familiari. Rientrano sempre tra i contribuiti figurativi attraverso domanda apposita, il permesso retribuito ai sensi della legge 104/92 e congedo straordinario ai sensi della legge 388/2000. Ed infine, anche per periodi di aspettativa per lo svolgimento di funzioni pubbliche elettive o per l’assunzione di cariche sindacali.
In tutti questi casi elencati l’assenza da lavoro è ritenuta giustificata e quindi meritevole di un supporto alla persona. Tuttavia, è interessante chiarire che il lavoratore ha diritto anche a rinunciare ai contributi figurativi (ma solo quelli ottenibili per domanda). Anche se questo aspetto può apparire contraddittorio, esistono casi (come quando il contribuito figurativo può essere dannoso per il calcolo della pensione) che il rifiuto risulta, persino, necessario. Infine, per quanto riguarda le quote occorre chiarire che esse possono differire anche a seconda del tipo di contributi figurativi. Nel dettaglio, il calcolo cambia quando i contributi sono di copertura o di integrazione. Il calcolo, inoltre, può cambiare anche in base al motivo che giustifica la contribuzione.