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Patto anti-inflazione, si punta a coinvolgere il settore industriale

Sale l'indice dei prezzi in Italia. Foto Ansa/Matteo Corner

Con l’estate che volge al termine si torna a parlare di inflazione. E mentre le associazioni dei consumatori fanno i conti sulle stangate d’autunno che attendono famiglie e imprese, l’Italia cerca un’intesa collettiva. O, per meglio dire, un vero e proprio patto anti-inflazione. Si apre infatti qualche spiraglio sulla possibilità che anche il settore industriale aderisca al patto.

Alcune sigle dell’industria riuniranno nei prossimi giorni i propri consigli direttivi per approfondire la possibilità di partecipare all’accordo anti-inflazione. Un’intesa alla quale hanno già aderito la grande distribuzione organizzata e il commercio. Al momento non sono ancora previsti incontri al ministero delle Imprese e un dialogo potrebbe esserci prima della scadenza del 10 settembre per definire le linee guida dell’accordo che partirà dal primo ottobre e durerà un trimestre.

Inflazione, il protocollo di agosto

Lo scorso 4 agosto il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha sottoscritto un protocollo di intesa con i rappresentanti delle associazioni della distribuzione moderna e del commercio tradizionale. In base a questo protocollo, dal primo ottobre scatterà il trimestre anti-inflazione sul carrello della spesa. Entro il 10 settembre il Governo definirà un patto anti-inflazione con le associazioni che hanno sottoscritto l’accordo.

Il protocollo riguarda anche beni primari non alimentari come i prodotti per l’infanzia. Si delineano dunque le modalità del “trimestre anti-inflazione” – che durerà dal 1 ottobre al 31 dicembre – e che si baserà su prezzi calmierati per una selezione di articoli rientranti nel ‘carrello della spesa’. Tutto questo avverrà attraverso diverse modalità, ad esempio l’applicazione di prezzi fissi, oppure attività promozionali sui prodotti individuati. O ancora mediante iniziative sulla gamma di prodotti a marchio come carrelli a prezzo scontato o unico.

Chi ha siglato l’accordo

A siglare l’intesa contro l’inflazione sono stati dal un lato il ministro del Made in Italy, Adolfo Urso; dall’altro i rappresentanti di Federdistribuzione, Associazione Nazionale Cooperative dei Consumatori COOP, Associazione Nazionale Cooperative fra i Dettaglianti. Ma anche Confcommercio – Imprese per l’Italia, Federazione Italiana Esercenti settore Alimentare – Fiesa Confesercenti, Federfarma – Federazione nazionale unitaria dei titolari di farmacia italiana, A.S.SO.FARM. Federazione Aziende e Servizi Socio Farmaceutici.

Ci sono inoltre, nell’elenco, Federazione Farmacisti e Disabilità Onlus, Movimento Nazionale Liberi Farmacisti (MNLF) – Confederazione Unitaria delle Libere Parafarmacie Italiane (CULPI), Federazione Nazionale Parafarmacie Italiane, Unione Nazionale Farmacisti Titolari di Sola Parafarmacia (UNaFTISP). Ora il Governo Meloni punta a estendere l’intesa contro l’inflazione all’industria.

La reazione delle Borse

Se l’inflazione la si combatte a tavolino, in questa fine agosto sul fronte delle Borse europee e mondiali le cose vanno in maniera altalenante. L’ultima settimana di agosto è infatti cominciata all’insegna del buon rialzo di Tokyo. E questo, dopo gli attesi interventi dei presidenti di Federal Reserve e Banca centrale europea al simposio di Jackson Hole nella giornata di venerdì 25 agosto.

A Milano è in buon progresso il Ftse Mib, in linea con il resto del Vecchio Continente. La Borsa di Londra, invece, resterà chiusa. Terminano gli scambi in positivo le Borse cinesi dopo le ultime politiche di supporto di Pechino per stimolare il settore immobiliare e i mercati dei capitali presentate nel fine settimana. Domenica 27 agosto il ministero delle Finanze cinese ha annunciato il dimezzamento dell’imposta di bollo sulle transazioni in titoli. Un’imposta che adesso si assesta allo 0,05%, nel tentativo di stimolare il trading e aumentare la fiducia. Si tratta del primo taglio dell’imposta di bollo in Cina dal 2008.

 

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