Il Tribunale della Corte di giustizia dell’Unione Europea, con sentenza T 695_19, ha stabilito che il ricalcolo della pensione dei parlamentari italiani con l’applicazione del metodo contributivo è legittima, poiché così facendo non viene violato il principio di proporzionalità.
Il ricorso all’esame del Tribunale della Corte, introdotto da un ex membro del Parlamento europeo eletto in Italia ormai in pensione, ha ad oggetto “una domanda fondata sull’articolo 263 TFUE e diretta all’annullamento, in primo luogo, della nota dell’8 luglio 2019 del Parlamento relativa all’adeguamento dell’importo della pensione di cui beneficia il ricorrente a seguito dell’entrata in vigore, il 1° gennaio 2019, della deliberazione n. 14/2018 dell’Ufficio di Presidenza della Camera dei deputati, in secondo luogo, della nota dell’11 aprile 2019 redatta dal capo dell’unità «Retribuzione e diritti sociali dei deputati» della Direzione generale delle Finanze del Parlamento europeo, relativa all’applicazione delle pensioni cui ha diritto a seguito dell’entrata in vigore, il 1° gennaio 2019, della deliberazione n. 14/2018 dell’Ufficio di Presidenza della Camera dei deputati e, in terzo luogo, del parere SJ-0836/18 del Servizio giuridico del Parlamento dell’11 gennaio 2019”.
In base alle regole della deliberazione 14/2018, l’importo della pensione del ricorrente è stato ridotto a partire dal 1° gennaio 2019.
Il Tribunale della Corte di Giustizia ha respinto il ricorso sul presupposto che il ricalcolo della pensione non violano i diritti quesiti del pensionato “laddove le variazioni negli importi effettivamente versati derivino da evoluzioni legislative o regolamentari che non ledono il diritto a pensione propriamente detto”. Infatti, ad avviso del Tribunale, il ricalcolo dell’importo delle pensioni avendo lo scopo di “razionalizzare le spese pubbliche in un contesto di rigore di bilancio” rappresentano un interesse generale che giustifica la riduzione dei diritti fondamentali. Soprattutto quando le misure di austerità adottate per far fronte ad una grave crisi economica sono prese nell’interesse comune.
(Fonte: Corte di giustizia UE)