Si è tenuta oggi, 3 luglio 2018, nella Sala Stampa di Palazzo Chigi, la conferenza stampa, per la presentazione del decreto dignità, del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, del Vice Presidente del Consiglio e Ministro dello sviluppo economico e del lavoro e delle politiche sociali Luigi Di Maio e del Sottosegretario Giorgetti (v. il decreto legge approvato dal Consiglio dei Ministri recante DISPOSIZIONI URGENTI PER LA DIGNITA’ DEI LAVORATORI E DELLE IMPRESE).
Per quel che qui interessa il Presidente Conte ha evidenziato che è particolarmente lieto che il primo decreto legge di questo Governo, il decreto dignità, “sia dedicato e intitolato al recupero della dignità dei lavoratori, dei medesimi imprenditori e dei cittadini tutti”. Sono state adottate, ha proseguito Conte, “misure che contrastano la dimensione precaria del lavoro. Noi riteniamo che la dimensione precaria del lavoro sia una dimensione normativa esistenziale che non può protrarsi indefinitamente nel tempo e non può costituire l’unica unità di misura dei rapporti di lavoro ed è per questo che nel decreto abbiamo introdotto misure che non eliminano la possibilità di stipulare contratti di lavoro a t.d. ma sicuramente vogliono dare un segnale ben preciso che questi contratti non costituiscono la regola nel mercato del lavoro”.
Il Ministro del Lavoro Di Maio, che ha illustrato altresì il decreto dignità, da lui fortemente voluto, ha dichiarato che si parla di “dignità prima di tutto, perché per lo Stato le persone tornano ad essere persone, e non più numeri, non più indici non più bancomat, perché è di questo che si tratta come lo Stato considera i propri cittadini. Noi li consideriamo come delle persone con i loro problemi, le loro sofferenze e con un diritto alla dignità e a un trattamento dignitoso da parte dello Stato stesso quando fa le leggi, quando eroga i contributi quando deve difendere le parti più deboli, quando deve sburocratizzare per permettere alle aziende di vivere e di creare valore”.
Sul contrasto alla delocalizzazione
Il Presidente Conte, ha poi evidenziato che molto significative sono anche le misure adottate dal decreto dignità per contrastare la delocalizzazione delle attività produttive, delle attività imprenditoriali e per salvaguardare i livelli occupazionali “soprattutto ed in corrispondenza di quei casi in cui l’imprenditore beneficia di benefici di Stato e di benefici di sorta e poi evidentemente prima di un minimo di periodo di tempo, che abbiamo individuato in cinque anni, in realtà poi ne approfitta per spostare all’estero o trasferire all’estero la sua attività produttiva o un suo stabilimento”. Ovviamente questo Governo, ha rassicurato Conte, “non è in contrasto con il mondo imprenditoriale”, anzi verranno adottate “anche misure per incentivare le attività imprenditoriali e per favorire la crescita economica”. Conte infatti ha tenuto a precisare che questo Governo vuole “una sana alleanza con il mondo del lavoro e col mondo imprenditoriale”, ma sicuramente vuole anche “contrastare quelle iniziative che possono in qualche modo non apparire giustificate, perché basate su aiuti e benefici che sono evidentemente mirati per determinate finalità”.
Lotta dunque al precariato e alla delocalizzazione, vita breve per i contratti a termine (proroghe e ritorno alla causale), tornano gli indennizzi per licenziamenti ingiusti (fino a 36 mensilità), presto misure per la sburocratizzazione in favore delle imprese e prossimamente anche diminuzione del costo del lavoro per favore i contratti stabili.