Ticket obbligatorio per i licenziamenti, importo raddoppiato:
Il ticket obbligatorio per i licenziamenti, secondo la Legge di Bilancio 2018, è raddoppiato nell’importo e passa così dal 41% del massimale Naspi all’’81% dello stesso importo. Tenuti al versamento del ticket obbligatorio sono tutte le imprese che rientrano nel campo di applicazione della cassa integrazione guadagni straordinaria che procedono a licenziamenti collettivi.
E dell’aumento del ticket obbligatorio per i licenziamenti ci parla anche l’articolo pubblicato oggi (15.1.2018) dal Sole 24 Ore (Firma: G. Falasca; Titolo: “Una stretta per favorire gli incentivi all’esodo”) che di seguito riportiamo.
Raddoppia il ticket obbligatorio che devono pagare le imprese rientranti nel campo di applicazione della cassa integrazione guadagni straordinaria che licenziano personale all’esito di una procedura collettiva.
Secondo la legge di Bilancio per il 2018, infatti, il contributo a carico dei datori che licenziano dipendenti al termine di una procedura di riduzione del personale avviata con le forme della legge 223/91 passa dal 41% del massimale Naspi (il trattamento di disoccupazione ordinaria) all’81% dello stesso importo.
In termini assoluti, utilizzando gli importi del 2017, questo significa che l’importo del contributo massimo dovuto cresce da 1.470 a 2.940 euro. Questa innovazione determina una doppia disciplina del contributo di licenziamento. Si applica la regola già esistente (con il tetto a 1.470 euro) per i licenziamenti fondati su giustificato motivo oggettivo aventi natura individuale.
Si applica, invece, il nuovo importo per i recessi aventi natura collettiva intimati da imprese rientranti in area Cigs; tale importo, peraltro, triplica (e può quindi arrivare fino a un valore massimo di poco inferiore ai 9 mila euro per ciascun lavoratore) se la procedura di riduzione del personale si conclude senza un accordo sindacale.
Nel complesso, la misura dovrebbe servire a spingere le imprese a costruire dei piani di incentivazione all’esodo, invece che procedere con il licenziamento unilaterale, ricalcando lo spirito che sorreggeva il vecchio, e ormai abrogato, contributo di ingresso. Se l’azienda raggiunge un accordo sindacale, infatti, ha un risparmio di circa 6mila euro per ciascun lavoratore, che può utilizzare per finanziare, in tutto o in parte, i piani in questione.
Resta invece confermata la quantificazione del contributo effettivamente dovuto in proporzione all’anzianità di servizio, con un valore per ciascun anno di storia lavorativa sino a un massimo di 36 mesi. Confermata anche l’obbligatorietà del contributo per tutti casi nei quali l’interruzione del rapporto di lavoro ha come conseguenza il diritto teorico alla Naspi, a prescindere quindi dall’effettiva fruizione del trattamento. Rimane ferma anche la regola che esclude dall’obbligo di pagamento del contributo alcuni casi specifici (risoluzioni consensuali, licenziamenti intimati per ragioni disciplinari). La legge di Bilancio, inoltre, esonera dall’aumento le procedure collettive avviate entro il 20 ottobre 2017.
IMPRESE IN CRISI
CIGS PIU’ LUNGA
LA NOVITA’:
Possibilità di proroga della CIGS per riorganizzazione (fino a 12 mesi) e crisi aziendale (fino a 6 mesi), derogando al limite massimo nel quinquennio mobile
DESTINATARI:
Imprese con organico superiore a 100 unità lavorative e rilevanza economica strategica anche a livello regionale che presentino considerevoli problematiche occupazionali con esuberi significativi nel contesto territoriale che abbiano o stiano esaurendo i limiti massimi di utilizzo della CIGS
REQUISITI:
Accordo sindacale; piani di gestione per la salvaguardia occupazionale con azioni di politiche attive
DURATA:
Anni 2018 e 2019.
IL BUDGET:
100 milioni di euro.
PROROGA DELLA CIGS NELLE AREE COMPLESSE
LA NOVITA’:
Possibilità di proroga di CIGS e mobilità in deroga fino al limite massimo di 12 mesi e in ogni caso non oltre il 31 dicembre 2018.
REQUISITI:
Accordo presso il ministero del lavoro con intervento del Mise e della Regione competente; piano di recupero occupazionale con percorsi di politica attiva; dichiarazione che non ricorrono le condizioni per la CIGS
IL BUDGET:
34 milioni di euro.
RADDOPPIO DEL TICKET SUI LICENZIAMENTI
LA NOVITA’:
Dal 1° gennaio 2018 raddoppia il ticket sui licenziamenti collettivi, per le procedure avviate dai lavoratori tenuti a finanziare la CIGS entro il 20 ottobre 2017. In pratica, per ciascun licenziamento collettivo, passa dal 41% all’82% del massimale Naspi (l’importo massimo mensile della prestazione a sostegno del reddito per chi ha perso il lavoro) la somma che il datore di lavoro deve versare per ogni anno di anzianità aziendale del lavoratore negli ultimi tre anni
IL CALCOLO:
Considerando un massimale NASPI che per il 2017 è di 1.195 euro, il 41% vale 490€, e la misura massima del ticket (relativa a tre anni di anzianità) è di 1.470€. Con il raddoppio, il contributo passa a 2.940€.
In caso di licenziamento collettivo senza accordo sindacale, il ticket sui licenziamenti va moltiplicato per tre. Con il raddoppio in vigore da gennaio, il contributo per ciascun licenziamento della procedura collettiva avvenuto senza accordo passa da 4.410 a 8.820€