Certificazione INPS per il part time agevolato:
Relativamente alla procedura sul part time agevolato, l’ottenimento della certificazione INPS potrebbe presentare ancora qualche incertezza e conseguentemente ritardi nell’entrata in vigore della norma (v. anche “Prepensionamento e part time agevolato“).
A chiarirci qualcosa sulla certificazione INPS è l’articolo pubblicato oggi (20.4.2016) sul Sole 24 Ore (Firma: Antonino Cannioto e Giuseppe Mccarone; Titolo: “Incognita certificato per il part time”) che vi proponiamo.
Ecco l’articolo.
L’esigenza di introdurre norme che attenuino, rendendola più soft, l’uscita dal mercato del lavoro verso la pensione è sempre stata molto avvertita da tutti gli attori che gravitano nel sistema aziende, legislatore compreso.
Diverse, nel tempo, le formule utilizzate. Dal superbonus previdenziale in busta paga del 2004, collegato al ritardato accesso alla pensione, alla staffetta generazionale prevista dalla legge 296/2006 ma mai realizzata. Sino alla riforma del mercato del lavoro (legge 92/2012) con cui è stata introdotta la possibilità di accesso anticipato a una sorta di trattamento pensionistico fino a 4 anni con oneri totalmente a carico del datore di lavoro.
In questa direzione si muove oggi il part time agevolato: introdotto dalla legge di stabilità 2016, consiste nella possibilità, offerta al datore e al lavoratore del settore privato con contratto a tempo pieno e indeterminato che matura i requisiti per andare in pensione di vecchiaia entro il 31 dicembre 2018, di modificare l’orario di lavoro svolto. Si tratta di stipulare un contratto a tempo parziale in misura oscillante tra il 40% e il 60% dell’orario pieno. A fronte, il lavoratore riceve in busta paga un importo corrispondente ai contributi pensionistici datoriali (23,81%) calcolati sulla parte di retribuzione non più dovuta per effetto del taglio di orario. Tale somma è esente sia da contributi, sia da imposte. Per il lavoratore, inoltre, il periodo in part time vale ai fini pensionistici (anche per la parte non lavorata) in quanto lo Stato copre con contributi figurativi la “retribuzione persa”.
Per accedere al beneficio – che diventerà operativo solo dopo la pubblicazione in Gazzetta ufficiale del decreto ministeriale di regolamentazione e con l’emanazione delle relative circolari applicative – sono previsti alcuni passaggi. Il primo step –che, peraltro, è forse il più delicato – è costituito dalla preventiva certificazione da parte dell’Inps dell’esistenza dei requisiti pensionistici.
Su questo aspetto, l’impianto normativo non prevede termini imposti per il rilascio della certificazione. Riguardo alla sua tipologia, da più parti si ipotizza che il documento certificativo possa essere l’Ecocert: il documento propedeutico all’inoltro della domanda di pensione. Non è escluso, tuttavia, che l’Inps, possa introdurre un sistema di certificazione più snello e veloce che permetta ai lavoratori muniti di Pin (o tramite i patronati) di ottenere il documento in tempi rapidi.
Resta qualche perplessità sulla tempistica per i lavoratori che presentano una carriera contributiva variegata. In tali circostanze è possibile che si renda necessario qualche giorno in più. Speriamo, tuttavia, che questa casistica possa essere standardizzata. Se così fosse, le parti potrebbero far decollare il part time agevolato anche in 15-20 giorni tenendo conto della tempistica delineata dalla norma.
Infatti si deve trasformare il rapporto da full time in part time e questo rappresenta il secondo step; il nuovo contratto va, poi, inviato alla direzione territoriale del Lavoro (al momento non si conoscono le modalità di trasmissione). La Dtl ha 5 giorni lavorativi per autorizzare e, se non lo fa, opera il silenzio assenso. Successivamente l’azienda trasmette all’Inps una domanda con tutte le informazioni necessarie a identificare l’operazione e, aspetto basilare, con la quantificazione dell’impegno economico, per l’intera durata del contratto (terzo step). L’Inps – verificata la disponibilità dei fondi – risponde entro 5 giorni lavorativi; in questo caso, non opera il silenzio assenso e si deve attendere la risposta.
Ottenuto l’ok, l’operazione può decollare dal mese successivo.