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Infermieri del Pronto soccorso riconoscimento autonomia:

Novità in arrivo per gli infermieri: nei pronto soccorso addio ai quattro codici (bianco, verde, giallo e rosso) saranno gli infermieri che – se autorizzati – in via autonoma potranno somministrare farmaci, fare prelievi e iniziare i trattamenti del caso.

È in parte quanto contenuto nel documento di revisione delle linee guida del triage ospedaliero all’esame del Ministero della Sanità.

A parlarcene è anche l’articolo pubblicato oggi (30.3.2016) dal Sole 24 Ore (Firma: Barbara Gobbi; Titolo: “Al «triage» limite alle attese anche per i casi non gravi”) che vi proponiamo.

Ecco l’articolo.

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Addio ai quattro codici colore – bianco, verde, giallo e rosso – per l’accesso alle cure in pronto soccorso. E pieno riconoscimento dell’autonomia degli infermieri, che se autorizzati potranno somministrare farmaci, fare prelievi e iniziare una serie di trattamenti. Il “triage”, cioè l’assegnazione del grado di priorità ai pazienti che approdano in ospedale in condizioni d’emergenza, cambierà volto.

La mini-rivoluzione è scritta nel documento di revisione delle linee guida sul triage intraospedaliero, ferme al 2001. Un tavolo di lavoro ministero della Salute-società scientifiche ha preso atto di un’intera società che cambia e di cui il pronto soccorso è specchio fedele: i nuovi bisogni assistenziali, l’invecchiamento della popolazione, i tempi d’attesa infiniti e diversi da regione a regione e da ospedale a ospedale, le difficoltà di gestire il sovraffollamento nelle sale d’attesa, la possibilità di dirottare i pazienti meno gravi sul territorio. Gli attuali codici colore, che in più oggi rischiano di sovrapporsi ai codici assegnati per categorie specifiche – dall'”argento” per gli anziani al “rosa” per le vittime di violenza – non erano più adeguati. Quando le nuove linee guida, ora all’esame della direzione generale del ministero dopo due anni di concertazione, incasseranno il via libera della conferenza Stato-regioni, chi arriverà in pronto soccorso si vedrà assegnare nel giro di 5 minuti da infermieri “esperti” in triage un codice numerico di priorità, da 1 a 5 su una scala decrescente. Il codice “1” riservato alle emergenze, con interruzione o compromissione di una o più funzioni vitali, che hanno diritto di accesso immediato alle cure; il “2” per le urgenze, quando cioè si ha una potenziale compromissione delle funzioni vitali ma la condizione del paziente è stabile pur se con rischio evolutivo o dolore severo; il “3” per le urgenze differibili, dove le condizioni sono stabili ma servono prestazioni complesse; il “4” o urgenza minore, che richiede prestazioni diagnostico-terapeutiche semplici mono-specialistiche. Infine, ci sono le “non urgenze”, che corrispondono agli attuali codici bianchi e sono smaltibili entro al massimo 4 ore. Perché anche nel dettaglio della tempistica entrano le nuove linee guida: approvata la “riforma”, le urgenze non dovranno attendere più di 15 minuti, mentre gli ex “codici verdi”, spacchettati in livello “3” e “4” tra urgenze differibili e minori, andranno trattati al massimo in 60 o in 120 minuti.

Durante il tempo in cui aspetta – e qui le linee guida elencano un “libro dei sogni” con aree deputate al triage, sale d’attesa post triage pensate per bambini, anziani e disabili e altre sale per i pazienti autosufficienti e accompagnatori – l’utente sarà continuamente “rivalutato” in vista di un eventuale aggiornamento del triage. Che nei grandi ospedali spetterà a infermieri dedicati in via esclusiva a questa funzione di sorveglianza. Più in generale, nelle strutture con oltre 25mila accessi in pronto soccorso l’anno, il triage andrà affidato a infermieri dedicati. La formazione è tutto: diventerà infermiere di triage chi avrà già lavorato in pronto soccorso per almeno sei mesi e solo dopo un corso teorico di 16 ore e un affiancamento di 36 ore a un tutor. Poi, sono richiesti l’aggiornamento continuo e la frequenza di corsi mirati, come quelli sul soccorso pediatrico. Condizioni che consegnano all’infermiere le chiavi del triage e lo rendono autonomo in modelli come il see and treat: nelle urgenze minori valuta l’appropriatezza dell’accesso e si occupa del paziente fino alle dimissioni.

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