Al via l’Agenzia nazionale per le politiche attive lavoro:
Dal 1° gennaio 2016, come stabilito dal Jobs Act, è al via l’Agenzia nazionale per le politiche attive lavoro (ANPAL), anche se di fatto ci vorrà ancora qualche mese per la piena operatività.
È questo l’approfondimento trattato da un articolo pubblicato oggi (4 gennaio 2016) dal Sole 24 Ore (Firma: Francesca Barbieri; Titolo “Politiche attive: tre dossier “urgenti” per la nuova Agenzia”), che vi proponiamo.
Ecco l’articolo.
Ufficialmente è partita il 1° gennaio, ma in pratica ci vorranno alcuni mesi per vederla all’opera. Stiamo parlando dell’Anpal, l’agenzia nazionale per le politiche attive, prevista dal Jobs act per creare un nuovo modello di flexicurity, dove il sostegno al reddito dei disoccupati è legato a doppio filo alle iniziative di reinserimento nel mondo produttivo.?
Il primo “mattoncino” è stato messo con la designazione del presidente dell’agenzia, Maurizio Del Conte, docente della Bocconi che da mesi è all’opera nel team di esperti voluti dal premier Renzi per la stesura del Jobs act. Nomina che peraltro – dopo i pareri favorevoli delle Camere – dovrà essere “ratificata” dall’Esecutivo ed essere “ufficializzata” da un decreto del Presidente della Repubblica.
La partita, insomma, si giocherà nelle prossime settimane e il restyling si annuncia di non facile attuazione: l’Italia è fanalino di coda in Europa per risorse destinate alle politiche attive, appena lo 0,32% del Pil, con un sistema fortemente sbilanciato sui sussidi passivi. Gli altri big europei spendono, in termini relativi, almeno dieci volte più di noi in servizi per l’impiego, e almeno il doppio in politiche attive. Se consideriamo la spesa per disoccupato, in Italia ci sono appena 150 euro a testa nei servizi per l’impiego rispetto ai 4.500 della Germania, agli oltre 2.500 di Olanda e Svezia e ai 1.900 della Francia. Va un po’ meglio per le politiche attive, ma il gap è comunque forte, con 1.689 euro a testa in Italia a fronte dei 3.800 della Germania.
Per recuperare terreno, la task force al ministero del Lavoro è all’opera per centrare in tempi rapidi gli obiettivi fissati dal Dlgs 150 in vigore dal 24 settembre.
«Il primo impegno concreto – spiega Del Conte – è il portale Internet per le domande dell’assegno di ricollocazione, con il relativo sistema di profilazione dei disoccupati, da portare avanti in parallelo con la creazione del sistema informativo unitario». Quest’ultimo dovrebbe essere il “sistema nervoso” della nuova organizzazione del mercato del lavoro: sarà realizzato dall’Anpal riutilizzando, in prima battuta, le componenti informatizzate di Regioni, Inps e Isfol. Quando andrà a regime dovrà contenere tutte le informazioni sulla gestione dei rapporti di lavoro.
«Va incentivata la digitalizzazione – precisa Del Conte – senza però trascurare le esigenze di chi non ha accesso alle tecnologie, per questo sono importanti i centri per l’impiego e gli operatori privati». A non cambiare rispetto al passato sono, infatti, le “fondamenta” dell’attuale sistema. In particolare, viene ribadito il principio per cui bisogna recarsi al centro per l’impiego e stipulare un “patto di servizio”, in cui sono definiti gli impegni da rispettare nella ricerca del lavoro. Però chi non sta ai patti – una novità del Jobs act già in vigore – subisce un taglio o la sospensione dell’indennità monetaria.
Per l’entrata in vigore dell’assegno di ricollocazione, invece, bisognerà aspettare la nascita “effettiva” dell’Anpal. «Con una procedura semplificata di profilazione informatica – dice Del Conte – lo potranno richiedere tutti i titolari di Naspi, che non abbiano trovato un’occupazione entro quattro mesi. Si stima che, in fase di prima applicazione, l’assegno andrà a 200mila persone e a regime a 500mila l’anno». Il “voucher” si potrà spendere sia presso i centri per l’impiego, sia nelle agenzie private accreditate (nell’albo nazionale che verrà istituito all’Anpal, oppure dalle Regioni), a condizione che il disoccupato sia pronto a lavorare e partecipi a misure di politica attiva. L’assegno avrà durata semestrale e l’importo (che verrà deciso dall’Anpal) sarà direttamente proporzionale al profilo di occupabilità del beneficiario. «Le risorse per l’assegno – dice Del Conte – saranno attinte dal Fondo per le politiche attive, dai Pon e dai Por».
A chi sostiene che l’Anpal parte con un budget limitato, Del Conte risponde che «quello di cui deve disporre l’Agenzia è di un’infrastruttura: sistema informativo e capacità di creare rete tra Inps, Inail e ministero del Lavoro in cui far funzione accoglienza telematica per la ricollocazione e realizzare un vero coordinamento tra i vari servizi. In seconda battuta la scommessa sarà quella di attrarre risorse aggiuntive e distribuirle in base alle necessità, riprogrammando anche l’impiego dei fondi sociali».
Un’altra grande sfida, secondo Del Conte, sarà quella di aprire i servizi per l’impiego anche ai privati, «in quelle regioni dove finora la gestione è stata principalmente pubblica, assicurando standard omogenei grazie all’accreditamento nazionale dell’Anpal».