Termini impugnazione stragiudiziale del licenziamento:
La lettera della disposizione contenuta nell’art. 32, comma 1, l.n. 183 del 2010, modificato dall’art. 1, comma 38, l.n. 92 del 2012 che commina l’inefficacia “dell’impugnazione” extragiudiziale non seguita da tempestiva azione giudiziale, dimostra come dal primo dei due atti debba decorrere il termine per compiere il secondo, e non dalla fine dei sessanta giorni concessi per l’impugnazione stragiudiziale. L’esigenza di celerità, intesa a tutelare l’interesse del datore di lavoro alla certezza del rapporto, indica ancora che il termine debba decorrere dalla spedizione e non dalla ricezione dell’atto.
È il principio di diritto affermato dalla Sezione Lavoro della Corte Suprema di Cassazione con la Sentenza n. 5717 del 20 marzo 2015 (Presidente: Roselli, Relatore: Maisano) relativamente al termine per ricorrere in giudizio avverso il licenziamento ritenuto illegittimo dal lavoratore: i 60 giorni previsti dalla legge decorrono dalla data di spedizione dell’impugnazione stragiudiziale del licenziamento da parte del lavoratore e non dal ricevimento dello stesso da parte del datore di lavoro.
Ad avviso della Suprema Corte, come si legge nella sentenza n. 5717/2015, l’esigenza di celerità di cui alla L.n. 183 del 2010, è volta a tutelare l’interesse del datore di lavoro alla certezza del rapporto, e quindi il termine decorre dalla spedizione e non dalla ricezione dell’atto. Ragion per cui la Corte Suprema ha rigettato la decisione della Corte di appello di Catanzaro che aveva ritenuto che il termine per ricorrere in giudizio decorreva dalla scadenza dei 60 giorni per l’impugnazione stragiudiziale.
Nello specifico la Corte di appello riteneva che il termine complessivo per l’impugnazione giudiziale all’epoca dei fatti fosse di 60 più 270 giorni per un totale di 330 giorni.
La sentenza si riferisce, infatti, a un licenziamento intimato nel 2012, quando era vigente il termine disposto dall’articolo 32, comma 1, della legge 183/2010 che sancisce l’inefficacia dell’impugnazione stragiudiziale se questa non è seguita, entro i successivi 270 giorni, dal deposito del ricorso nella cancelleria del tribunale in funzione di giudice del lavoro. Questo termine, come è noto, è stato ridotto a 180 giorni dall’articolo 1, comma 38, della legge 92 del 28 giugno 2012, in relazione ai licenziamenti intimati dopo la data di entrata in vigore della legge stessa.
In conclusione, ad avviso della Suprema Corte, la lettera del comma 1, articolo 32, della legge 183/2010 è da interpretarsi, come sopra si è detto, nel senso che dal primo dei due atti debba decorrere il termine per compiere il secondo. Il termine dunque, nel caso di specie, decorre dalla data della spedizione dell’atto stragiudiziale e non dal ricevimento dello stesso da parte del datore di lavoro.