Scuola lavoro raddoppiano le ore di formazione:
Abbiamo parlato nei giorni scorsi del Decreto “Buona Scuola” che tra le ultime novità potrebbe contenere la possibilità di un periodo “consistente” di alternanza scuola – lavoro della durata di ben 200 ore l’anno e che potrebbero svolgersi anche durante il periodo estivo. Gli studenti interessati saranno quelli degli istituti tecnici e professionali dell’ultimo biennio scolastico. Attualmente le ore di formazione “on the job” sono intorno alle 70-80 ore annuali e sono svolte esclusivamente dai ragazzi del quarto anno, mentre con il nuovo decreto le ore di formazione verranno portate a 600 totali, comprensive altresì di corsi di formazione su salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.
Sarà poi possibile stipulare contratti di apprendistato di alta formazione tra le aziende e gli studenti degli ultimi due anni delle scuole superiori (l’unica sperimentazione in tal senso che esiste in Italia è quella effettuata dall’Enel che lo scorso settembre ha assunto 150 studenti apprendisti).
Il decreto dovrebbe essere messo all’esame del Consiglio dei Ministri entro la fine del mese di febbraio 2015 per entrare poi in vigore dal prossimo 1° settembre.
Il decreto Buona Scuola inoltre conterrà norme relative al consolidamento dell’insegnamento di alcune materie come inglese, competenze digitali, storia dell’arte, economia, educazione civica, musica.
Per consentire l’incontro tra aziende e scuole, il Ministero dell’Istruzione introdurrà – molto probabilmente – un albo nazionale delle imprese che offrono formazione agli studenti. Verrà finanziato inoltre un progetto di creazione di laboratori didattici e stimolato altresì, attraverso la semplificazione della procedura, l’utilizzo del contratto di apprendistato negli ultimi due anni delle scuole superiori.
Appare evidente dunque che in tal modo si vogliono “aiutare” da un lato le imprese a trovare personale qualificato (sempre più carente), e dall’altra consentire agli studenti – futuri lavoratori del domani – di ottenere una formazione e una competenza professionale di alto livello, anche di fronte alla concorrenza (in tal senso) degli altri Paesi europei. Ciò sarà possibile incrementando e semplificando il contatto tra scuola e impresa, che finora ha avuto – come si sa – ben scarsi risultati.