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Il Ministero del lavoro con il D.M. 9 aprile 2008 (Nuove tabelle delle malattie professionali nell’industria e nell’agricoltura) ha revisionato ed aggiornato il nuovo elenco delle malattie professionali nell’industria e nell’agricoltura, che danno diritto all’indennizzo qualora denunciate entro il termine massimo indennizzabile, variabile da una malattia all’altra.

Tuttavia la giurisprudenza riconosce la possibilità di una integrazione delle malattia elencate nella Tabella attraverso un’interpretazione estensiva a favore delle lavorazioni non espressamente previste, ma da ritenersi implicitamente incluse in virtù dell’identità degli elementi essenziali.

Come sopra si è già avuto modo di precisare, in caso di malattie professionali tabellate vige il principio della c.d. “presunzione del nesso tra patologità ed attività”, pertanto al lavoratore esposto ad una delle lavorazioni a rischio previste nelle tabelle, non è richiesta altra documentazione sanitaria oltre alla certificazione rilasciata dal medico ai fini del riconoscimento da parte dell’Inail della malattia professionale.

Tra le malattie professionali più comuni si ricordano le seguenti:

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  • Asbestosi: malattia polmonare cronica conseguente all’inalazione di fibre di asbesto. L’asbesto, o amianto, è stato molto utilizzato in passato soprattutto nell’edilizia in particolare per le sue caratteristiche ignifughe. Oggi, in Italia come in altri Paesi, ne è vietato l’uso perché ne è stato dimostrato il suo potenziale cancerogeno. In particolare sono le fibre di asbesto ad essere considerate pericolose poichè per il loro diametro e lunghezza infinitamente piccoli possono raggiungere senza difficoltà gli alveoli polmonari durante la respirazione. Tali fibre, una volta raggiunti gli alveoli polmonari, danno luogo ad una attivazione del sistema immunitario locale e provocano una reazione infiammatoria da corpo estraneo che può portare, a lungo andare, alla formazione di patologie cancerogene. Sono a rischio di esposizione ad amianto tutti i lavoratori che si occupano della manipolazione, rimozione, trasporto di amianto.

  • Antracosi: è una malattia polmonare di tipo cronico (c.d. Pneumoconiosi), tipica di coloro che lavorano presso le miniere di carbone. Tra la esposizione al materiale pericoloso e lo sviluppo di malattia decorrono in genere circa 12-15 anni e circa il 10% dei lavoratori esposti svilupperanno tale malattia. La causa è da imputarsi alle polveri di carbone che si ritrovano nelle miniere, che si depositano all’interno dell’organismo, nei polmoni e nei linfonodi.

  • Avvelenamento da radiazioni: è costituito da un insieme di sintomi potenzialmente letali derivanti da un’esposizione dei tessuti biologici di una parte considerevole del corpo umano ad una forte dose di radiazioni ionizzanti. Gli effetti di tale esposizione sono: danni somatici deterministici; danni somatici stocastici; danni genetici stocastici.

  • Silicosi: è un’infezione ai polmoni provocata dall’inalazione di polvere contenente biossido di silicio allo stato cristallino. Ne sono esposti i lavoratori che inalano polveri che ne contengono percentuali superiori all’1% ed in particolare le lavorazioni ad alto rischio sono: il lavoro in miniera, il taglio delle pietre, la produzione di abrasivi, il lavoro in fonderia, la produzione di vetro e ceramica, il lavoro nell’industria dei refrattari, i lavori degli addetti alla pulitura di superfici o scolorimento dei jeans mediante sabbiatura.

  • Ipoacusia da rumore: diminuzione più o meno grave della capacità uditiva. Si tratta di una delle malattie professionali più frequenti, unitamente alle malattie muscolo-scheletriche.

  • Malattie muscolo-scheletriche: ossia tutte le disfunzioni che vanno a colpire ossa, articolazioni, muscoli, tendini, legamenti, borse, nervi, vasi sanguigni. Le malattie muscolo-scheletriche sono causate dalla ripetizione di movimenti estranei al lavoratore che esercitano una forza esterna tale da comportare l’adattamento del corpo all’errata postura. Questi disturbi sono in genere cumulativi, ossia si manifestano a seguito alla somma di numerose esposizioni e per un periodo prolungato; possono essere anche disturbi transitori, ossia legati ad un unico episodio, e il disturbo scompare in seguito a riposo. I distretti più colpiti sono: arti superiori, collo, colonna vertebrale

  • Dermatiti da contatto o eczemi: sono reazioni immunitarie della pelle a seguito della esposizione o del contatto contatto con sostanze chimiche, fisiche, microbiche o parassitarie.

Malattie professionali non tabellate

Per le malattie non tabellate, come sopra si diceva, poichè le indagini epidemiologiche non hanno fornito risultati idonei all’inserimento nelle tabelle di tali malattie particolari, il lavoratore dovrà dimostrare con apposita ed idonea documentazione medica il nesso tra la malattia contratta e l’attività professionale svolta al fine di ottenere la tutela assicurativa Inail.

Il trattamento economico della malattia professionale è calcolato con gli stessi criteri previsti per l’infortunio. In ogni caso, una volta ottenuto il riconoscimento della malattia professionale da parte dell’Inail, le prestazioni sono identiche sia che si tratti di malattia tabellata o non tabellata.

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